di Ennio Chiodi
Siamo sempre più soli e sempre più tristi. Vittorio è stato uno degli ultimi esponenti di una generazione di giornalisti cattolici di grande carattere e di grande competenza e impegno professionale. Di quei giornalisti figli, tra l'altro, di Giorgio La Pira, di David Turoldo, di Don Milani e prima ancora di Don Primo Mazzolari, testimonianze viventi, maestri di vita e di impegno politico e professionale.
Se ne va un altro pezzo di storia dell'informazione del servizio pubblico, e non solo, fatto di onestà intellettuale, di lealtà, dignità e coerenza , di legami a valori e principi non negoziabili. Un aneddoto che mi è particolarmente caro. Volto storico e dirigente del TG1 guidato da Bruno Vespa durante la prima guerra del Golfo non riusciva ad esprimere e a far esprimere nella sua Testata con corretto e sufficiente rilievo le posizioni di chi si era schierata contro l’intervento militare.
Fu costretto, per farlo, ad accettare l’invito che Sandro Curzi ed io gli facemmo a partecipare ai dibattiti nelle lunghe dirette notturne del TG3 (Il presidente Paolo Garimberti se le ricorda bene). Insieme abbiamo più volte ricordato il “Tu non uccidere!” di Mazzolari e le iniziative non violente, ma non per questo meno ricche di contenuti politici e diplomatici messe in campo anche nel dopoguerra per la soluzione di conflitti internazionali.