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Padre Giorgio Poletti: “L’immigrazione è una vocazione”
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di Pietro Nardiello

Padre Giorgio Poletti: “L’immigrazione è una vocazione”

Padre Giorgio Poletti è stato per quindici anni nella chiesa di Santa Maria dell’Aiuto di Castel Volturno. La sua missione è stata intensa, piena di impegni, di soddisfazioni e sconfitte. Adesso viene trasferito e noi di Articolo “1 lo abbiamo raggiunto telefonicamente.

Cosa ha rappresentato per lei essere parroco a Castel Volturno?
E’ difficile concentrare in poche battute quindici anni di vita e impegno in un territorio. Tante cose, ovvio. Pensi che io sono stato il primo parroco di una parrocchia che non esisteva, in pratica posso sintetizzare questa sensazione come un’immersione in un  mondo che non c’era. E poi le tante battaglie con i diversi esiti, sicuramente un’esperienza di vita che porterò sempre con me.

Adesso andrà via da Castel Volturno, perche’?
I comboniani non rimangano mai tanto tempo in un territorio, siamo dei missionari. Comunque i motivi sono tanti e da tempo io avevo percepito che da un momento all’altro avrei dovuto rifare le valigie 

Come mai?
Adesso è in gioco il futuro di Castel Volturno a partire dalla bonifica che bisogna fare di questo territorio ed io per qualcuno avrei rappresentato un impedimento. Allo stesso modo non è mai stata accettata la mia azione di protezione nei confronti degli extracomunitari e anche da un punto di vista religioso non sono mai stato tanto gradito. In  pratica non mi sono mai allineato a chi decide e dispone. Dai permessi di soggiorni in nome di Dio all’incatenamento dinanzi la prefettura di Caserta ho rappresentato sempre qualcosa di ingovernabile.

Cosa occorre per cambiare il destino di Castel Volturno?
Una maggiore intesa tra i residenti, tra i bianchi e i negri considerati un impedimento allo sviluppo di questo territorio perché qui arriveranno tanti fondi sui quali sono in tanti a volerci mettere le mani.

La stampa nazionale cosa può fare per aiutare questo territorio?
Rimanere con il fiato sul collo alla camorra, che sfrutta gli immigrati, alla mala politica a chi vuole continuare a lucrare su questa povera gente.

Cosa è stato fatto  per favorire veramente l’integrazione?
L’immigrazione rappresenta una grande occasione ma, in realtà, sono pochissimi coloro che veramente ci credono. Tutto questo è diventato un business, un modo come tanti per fare soldi e nient’altro. Non c’è uno sforzo concreto sull’integrazione e anche noi italiani dovremmo cambiare i nostri atteggiamenti . Pensiamola pensiero leghista, siamo veramente fuori dalla storia.

Continuerà a lottare per Castel Volturno?
Quindici anni non possono essere cassati con un trasferimento. Adesso mi riposerò per qualche settimana ma dopo riprenderò a sostenere la causa di questo territorio. Non sarò presente fisicamente ma con lo sarò con l’azione perché interessarsi all’immigrazione non rappresenta un lavoro ma solamente una vocazione.


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