di Ottavio Olita
E’ esasperante la ripetitività dello schema operato dai vertici Rai per tentare di creare una contrapposizione tra le redazioni della Tgr e di Rai News 24. E sempre sullo stesso tema: la messa in onda della terza edizione dei telegiornali regionali. L’anno scorso si era dovuto arrendere l’ex direttore generale Masi, quest’anno si riparte nello stesso modo, come se nulla fosse accaduto. Come se oltre alle decise prese di posizione dell’Usigrai e dei Comitati di Redazione di tutte le sedi Rai non ci fossero stati i pronunciamenti delle autorità politiche regionali, di tutti i colori politici.
Così, mentre il sindacato dei giornalisti sollecita a gran voce l’apertura di una discussione, aperta ai cittadini, alla politica, alle forze economiche e sociali su quale deve essere il futuro del Servizio Pubblico Radiotelevisivo Rai, a partire dalla Governance, le uniche risposte che giungono sono di piccolissimo cabotaggio, ma che forse nascondono un disegno pericoloso, di attacco all’unica struttura informativa – Rai News 24 – che per tutta l’estate, mentre altrove ci si gingillava con interminabili e ripetitive serie di telefilm, ha continuato ad operare approfondimenti sulla crisi economica o sulla rivoluzione libica.
Per mesi l’anno scorso il sindacato dei giornalisti aveva condotto e vinto una battaglia contro lo spostamento cervellotico, privo di qualsiasi idea e in assenza di qualunque piano editoriale, della terza edizione della Tgr, già ridotta da sette a quattro minuti e collocata all’interno di Linea Notte del Tg3, in uno spazio di mezz’ora sottratto a Rai News 24 in una fascia oraria importantissima per l’unico servizio all news televisivo della Rai: dalle 22.30 alle 23.00. Tutto questo dopo che in precedenza, sempre a Rai News, era stato preso un altro spazio importante al mattino, dalle 7.00 alle 8.00, per ospitare Buongiorno Italia e Buongiorno Regione.
Si pensava che avendo convinto l’azienda a recedere da quell’idea, priva di motivazioni editoriali serie, che di fatto considerava Rai News come un contenitore da riempire e la terza edizione della Tgr da collocare comunque per tenere buoni giornalisti e cittadini, la Rai avesse accantonato il progetto. Da cos’è data invece la prima vera occasione di confronto della nuova annata televisiva che sta per cominciare? Ancora una volta da quel progetto che come non aveva senso allora, non ne ha acquistato alcuno strada facendo.
Le redazioni regionali si sono già comunque tutte mobilitate per ripetere la propria netta opposizione, così come fa la redazione di Rai News 24. Chi sperava che i redattori della Tgr, pur di conservare il proprio spazio informativo, sarebbero entrati in rotta di collisione con i colleghi di Rai News 24 ha sbagliato completamente i calcoli.
Perché tanta frenesia, quando ancora non si è conclusa la fase di digitalizzazione, quando ancora si deve migliorare il segnale in tante regioni? Perché non avviare un approfondito ragionamento sull’offerta informativa complessiva, preferendo improvvisare e suonare ad orecchio, invece di costruire uno spartito dettagliato per tutte le voci dell’orchestra? E che nessuno si permetta di dire che i giornalisti Rai non accettano cambiamenti. E’ proprio l’Usigrai che sta richiedendo con forza che si avvii un ragionamento serio sul futuro. Le risposte che finora si sono avute sono state deludenti se non proprio provocatorie, come in questo caso. E’ sulla qualità e sui progetti che la nuova dirigenza Rai è chiamata a rispondere. E’ desolante constatare che invece si ricomincia da un punto che sembrava definitivamente superato. Se viene riproposto, il sospetto è che l’obiettivo vero sia ricominciare a colpire una redazione, come quella di Rai News, che è una dei fiori all’occhiello dell’azienda.
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