di Osservatorio TG
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I Tg di lunedì 3 ottobre 2011 - Ben ritrovati alla ripresa del nostro Osservatorio quotidiano dei Tg di prime time. Nel giorno dell’abbandono di Confindustria da parte della Fiat di Marchionne, TG 5, Tg1, Tg 4 aprono sull’attesa della sentenza di appello di Perugia; ultimo titolo invece per Tg 3. Tg 2, Tg 3 e Studio Aperto esordiscono con il crollo di Barletta, ma poi il Tg di Italia 1 dedica al caso Meredith ben 6 servizi; per il Tg di Fede i servizi sono 4. Mentana relega la cronaca da Barletta in chiusura, e non dedica neanche un titolo a Meredith; come sempre, tripla o addirittura quadrupla apertura del Tg La7 sulla politica e sulla giustizia; i due processi di Milano per il caso Ruby, l’ipotesi dell’attentato contro Alfano, il comunicato del premier e, soprattutto, le spaccature nella Lega, presenti con evidenza nel Tg 3 e solo “quanto basta” su Tg 1 e Tg 5. Ghedini troneggia su queste due testate con l’attacco ai giudici di Milano che hanno respinto la sua richiesta di sospendere il processo al premier, in attesa della sentenza della Consulta sul conflitto di attribuzione.
Tornando al Tg 4, un Emilio Fede emozionato lascia alla co-conduttrice il compito di leggere un comunicato del cdr che, colpo al cerchio e colpo alla botte, si augura l’innocenza del suo direttore, prende atto della fiducia confermata dalla proprietà, e invita Fede a collaborare con la giustizia.
In un inizio autunno tutt’altro che tranquillo per l’informazione, e a poche ore dalla ripresa della campagna del centrodestra contro le intercettazioni in Parlamento, nel commento abbiamo sentito Carlo Verna, Segretario del sindacato dei giornalisti Rai, impegnato in queste settimane nella campagna “Riprendiamoci la Rai”, estremo tentativo di dare senso alla connotazione di un servizio pubblico che appare sempre più la negazione di se stesso.
Lorenzo Coletta
Il Commento di Carlo Verna, Segretario Usigrai
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Carlo Verna, è una ripresa autunnale tutt’altro che tranquilla per la comunicazione nel nostro Paese, e soprattutto per il servizio pubblico: si vedano le indecenti ultime riunioni del Cda della Rai. Io però vorrei partire da un aspetto positivo: cos’è successo al Tg2? È giusto dire che, per la prima volta dopo tanti anni, si nomina un direttore che è espressione anche della redazione?
“Assolutamente sì. È un fatto straordinario quello accaduto al Tg2 , una testata per altro molto divisa nella sua storia redazionale. Si è fatto quadrato su una idea: che la notizia va data sempre. Devo dire che Marcello Masi, nel periodo in cui è stato direttore ad interim di quella testata, ha dimostrato di essere molto aperto ad un principio che poi è basilare per la nostra professione, quello per il quale le notizie vanno sempre date. Purtroppo questa cosa, che potrebbe sembrare semplice, è invece maledettamente complicata in questa azienda. Si cerca troppo spesso di usare il proprio mezzo come propaganda. il Tg1 è esemplare da questo punto di vista, esemplare in senso negativo. Propaganda anziché informazione. Le notizie invece sono neutre. Raccontano quello che si vede e quello che si deve raccontare perché fa notizia”.
Noi dell’Osservatorio, che guardiamo criticamente tutti i Tg di prime time, possiamo confermare che il Tg2 è in questi giorni addirittura sontuoso in certe sue impaginazioni, nella correttezza, nella gerarchia, ma anche nell’apertura al sociale. Passando in rassegna gli elementi negativi, possiamo enumerare i cinque editoriali del “direttorissimo” Minzolini nel solo mese di settembre, ma non credo che sia il caso di tornare su questo argomento. Torniamo invece alla vicenda della campagna del sindacato della Fnsi e dell’Usigrai “Riprendiamoci la Rai”. È un momento molto fertile per questa campagna, ma anche molto complesso vista – ad esempio – l’accelerazione che il governo vuole dare alla legge sulle intercettazioni.
“La legge sulle intercettazioni si salda col discorso che facciamo, il discorso di un’azienda del servizio pubblico che deve essere dalla parte dei cittadini, quindi dalla parte del diritto di sapere. Una scelta di campo che, purtroppo, la Rai così com’è non riesce proprio a fare propria, nonostante la spinta della stragrande maggioranza dei giornalisti. È chiaro che ci sono delle regole di “governance” che vanno superate. Spieghiamo che cosa intendiamo noi per “governance”: sono le norme che regolano le elezioni dei vertici aziendali. Noi ci troviamo sempre nella condizione di soggiacere in qualche modo ai governi di turno, e la cosa è estremamente più problematica quando è Berlusconi a guidare un governo, perché la vicenda del conflitto d’interesse rende omologata tutta l’informazione. Comunque, è inammissibile in uno scenario multi-piattaforma e multi- concorrenza, di trovarsi nella condizione di avere “lacci e laccioli”, una sorta di guinzaglio alla maggioranza di turno che condiziona tutte le scelte industriali ed editoriali. Per offrire ai cittadini un vero pluralismo occorre spezzare questo guinzaglio. Occorrono delle regole che consentano alla Rai di essere guidata da persone che sono indipendenti rispetto ai partiti. Tenendo conto che a marzo del 2012 scade l’attuale Consiglio di Amministrazione. Se venisse rieletto con lo stesso criterio ci troveremmo di fronte agli stessi scempi che abbiamo visto negli ultimi giorni. Per cui per scegliere un direttore di testata - per esempio, come Tg 2 di cui parlavamo prima o il direttore di Rai 3 - si è costretti a moltiplicare le nomine perché si deve accontentare a destra e a sinistra. Tutto questo non va bene, non è più accettabile. È intollerabile dal punto di vista sociale”.
Dati Auditel di domenica 2 ottobre 2011
Tg1 - ore 13:30 4.420.000 24.55%ore 20:00 4.736.000 21.07%.
Tg2 - ore 13:00 2.924.000 17.43% ore 20:30 2.194.000 8.71%.
Tg3 - ore 19:00 2.298.000 14.87%.
Tg5 - ore 13:00 2.820.000 16.49% ore 20:00 4.029.000 17.81%.
Studio Aperto - ore 12:25 1.921.000 13.80% ore 18:30 892.000 6.92%.
Tg4 - ore 19:00 732.000 4.65%.
Tg La7 - ore 13:30 1.170.000, 6.49% ore 20:00 1.678.000 7.43%.
Fonte: www.tvblog.it