di Giuseppe Giulietti*
“Indignados o Indagatos?”, tanto per usare un maccheronico veneziano ispanico, questo ci sembra essere il dilemma di queste ore. Berlusconi, come era prevedibile, ha riproposto il governo degli “Indagatos“, e tra breve tornerà alla carica per strappare il sì definitivo al processo breve, subito dopo ci riproverà con il bavaglio, altro che balle! La farsa del voto di fiducia ben simboleggerà il tentativo di svuotare dall’interno la Costituzione e il Parlamento.
Di fronte a questa rappresentazione serve una indignazione che diventi proposta politica, ciascuno usi i modi e le forme che riterrà più opportune, ma l’indignazione ci sembra una premessa etica e politica fondamentale. Non occorre condividere tutte le parole d’ordine che muoveranno la grande manifestazione che si svolgerà a Roma sabato prossimo, per comprendere che quelle esigenze, quelle ansie, quei malesseri sociali e civili, sono un patrimonio comune di milioni e milioni donne e di uomini, molti dei quali hanno raccolto le firme per i referendum sui beni comuni e hanno determinato lo straordinario successo elettorale successivo.
Faccia attenzione l’opposizione a non ripetere l’errore commesso, a suo tempo, a Genova quando quel movimento fu liquidato con troppa sufficienza ed una spaventosa superficialità di analisi politica.
Da troppe parti, politiche e mediatiche, si sta cercando, in modo irresponsabile, di trasformare un grande evento politico in una ” questione di ordine pubblico”, di apparati repressivi, di truppe da schierare, di zone nere e rosse, sembra quasi che si auspichi l’incidente, le botte, il tafferuglio, per suonare la carica con il consueto ritornello: “Qui ci vuole ordine, qui ci vuole l’uomo forte…” Purtroppo per loro l’uomo forte è solo un anziano signore sbroccato, e l’ordine è stato calpestato dai suoi seguaci, ridotti a un manipolo di ” disobbedienti incivili”.
Per questo sarà necessario non cadere nella trappola già tesa, anzi bisognerà lasciarli soli nella loro disperazione, nei loro bunker, nei loro santuari, e spiazzarli a colpi di ironia, di sberleffo, di dileggio, di giusta dissacrazione….. Non solo la destra berlusconiana, ma anche alcuni media sono già alla caccia dell’incidente, lo inseguiranno, lo esalteranno, tenteranno di nascondere la manifestazione e di spostare l’attenzione dalla insicurezza sociale all’ordine pubblico.
Per una volta, almeno per una volta, la Rai faccia finta di essere stata un servizio pubblico, segua in diretta la giornata, dia volto e voce alla storie di chi sarà a Roma e in mille altre piazze in Italia e nel mondo, in altre parole, almeno per un giorno, assicuri la “par condicio” tra Indignados e Indagatos
Per queste ragioni l'associazione Articolo 21 ha deciso di esserci, anche in segno di rispetto nei confronti delle tante persone e delle tante associazioni che hanno convocato questo appuntamento e che non hanno mai fatto mancare in questi anni la loro solidarietà verso chi si è sempre opposto ai bavagli e alle censure di ogni tipo.
Con la stessa convinzione saremo presenti a tutte le iniziative già annunciate da partiti, associazioni, sindacati, che metteranno insieme donne e uomini che credono nei valori costituzionali e nella legalità repubblicana.
Naturalmente , in tutte le sedi possibili, continueremo a chiedere che, quanto prima, si arrivi ad una sola grande manifestazione unitaria, segnata solo dal tricolore e dalla Costituzione, capace di mettere insieme quanti vogliono liberare l'Italia dall'incubo presente e staccare definitivamente la spina non solo a Berlusconi, ma al berlusconismo.
* http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/13/indignatos-o-indagatos/163565/
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