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Battipaglia, il comune autorizza abbatimento Villa Doria
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di Carmine Galdi*

Battipaglia, il comune autorizza abbatimento Villa Doria

L'ordinanza è stata firmata qualche giorno prima dell'arrivo del 2010. A nulla sono serviti i numerosi appelli per salvare un pezzo di archeologia rurale della città. Contro s'è schierato il comitato per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali fondato dal consigliere comunale Adolfo Rocco, l'Architetto Giovanni Montella e l’onorevole Franco Brusco. All'appello, per il recupero del Casone Rosso, hanno risposto i Vas, il comitato di quartiere di Aversana-Santa Lucia e la Pro Loco. La decisione è stata ribadita a seguito di una conferenza di servizio tra Comune, Provincia, Privati e Soprintendenza. Un provvedimento adottato nell'intento di migliorare la viabilità dell'incrocio a Santa Lucia dopo l'approvazione di una lottizzazione edilizia, con la realizzazione di duecento appartamenti. Villa Doria è praticamente a ridosso del nuovo insediamento edilizio, lungo il confine della Strada provinciale. È uno strano provvedimento amministrativo perché nella convenzione originaria, prima che la lottizzazione venisse ceduta ad un altro imprenditore, prevedeva il recupero dei due Casoni Rossi, con l'istituzione di un museo sulla storia della civiltà contadina battipagliese e provinciale. La prima concessione fu rilasciata all’Iacp Futura, poi da questa società ceduta all’imprenditore Giuseppe Pontecorvo. L'architetto Montella parla di un esempio di splendida architettura rurale, costruita alla metà del 1700 e conosciuta anche come il casone rosso di Santa Lucia. Verrà sacrificato in cambio di una rotatoria che dovrà risolvere i problemi di viabilità dell'incrocio di Santa Lucia dove sta sorgendo una altra piccola città. «È sicuramente utile affrontare i problemi dei pericoli della strada, ma - spiega l'architetto Giovanni Montella - vi erano altri sistemi per costruire uno svincolo che risolvesse questi problemi di circolazione. Una decisione, forse, presa per i costi che avrebbe dovuto sostenere il privato e non il comune; situazione questa disciplinata in una convenzione, che regolamentava una lottizzazione alle spalle di questo edificio». Per scongiurare lo scellerato disegno il Movimento per le Autonomie Locali ha inviato, senza alcuna risposta in merito, una lettera al soprintendente Beni Ambiantali, all'assessorato regionale ai Beni Culturali e al primo cittadino denunciando la superficialità del consenso alla distruzione di Villa Doria. Sollecitando a rivalutare la decisione di abbattimento sulla base dell'interesse culturale del bene, ai sensi dell'art. 12 del D.lgs. n.° 42/2004. Nessun ripensamento, anzi è stato reiterano l'atto amministrativo, con il quale si conferma l'abbattimento di Villa Doria. Non s'è esclude un ricorso al Tar di Salerno- per la sospensiva dell'ordinanza per poi capire se c'è la possibilità di imporre la revoca dell'atto. L'iniziativa giudiziaria si riferisce alla violazione della legge regionale sulla tutela e l'integrità fisica e culturale del territorio, per la salvaguardia paesistica, ambientale e storico culturale. Il manufatto del 700 è tra l'antico centro Porta di Ferro, S. Lucia e il complesso monastico di San Mattia.
*da Il Mattino 2 gennaio


S'infiamma il dibattito sull'abbattimento della Casina di Caccia dei Doria dopo la firma dlel’ordinanza sindacale che dà il via alle ruspe. Manufatto di rara bellezza, che risale alla fine del 700, è ubicato tra l'antico centro Porta di Ferro, Santa Lucia e il complesso monastico di San Mattia. Dissente anche il popolo di facebook. Un nutrito gruppo di battipagliesi chiede la salvaguardia di un pezzo di storia rurale della città. Una delle due Ville dovrà essere sacrificata per la tutela della salute dei cittadini perché è considerata un ostacolo alla sicurezza stradale. Troppi sinistri, troppi feriti, su quel maledetto incrocio di Santa Lucia. Una volta periferia contadina oggi invece trasformata in un vero e proprio paese. Sono queste le ragioni alla base dell'ordine di abbattimento del Comune di Battipaglia consegnato all'imprenditore che sta realizzando i 200 appartamenti su un terreno in cui insistono anche i due Casoni Rossi. Giuseppe Pontecorvo, il privato, che ha rilevato la concessione urbanistica dall'Iacp Futura, fa sapere dal suo consulente, l'architetto Brunello Di Cunzolo, che questa vicenda l'ha subìta dall'ente locale, con delle prescrizioni ben precise, dopo aver pagato tutti gli oneri di urbanizzazione. «Il fatto necessita di essere chiarito. Dopo aver ottenuto le autorizzazioni alla costruzione del complesso urbanistico in itinere, il comune ha dettato delle prescrizioni ben precise. Una di queste è la costruzione della rotatoria all'incrocio in cui si intersecano la strada provinciale e un tratto comunale. E' stato presentato il progetto, sono stati acclusi, all'iter amministrativo, i pareri favorevoli della Provincia, del Comune e della Soprintendenza. Sono stati rispettati tutti i crismi delle leggi vigenti in materia». Il tecnico di parte risponde, sia a chi sostiene che su Villa Doria ricade un vincolo storico ed artistico, sia, a chi ritiene di aver prodotto un progetto alternativo alla rotatoria. L'architetto Brunello Di Cunzolo parla di scegliere tra due interessi: quello a tutela della salute pubblica e quindi abbattere il Casone per determinare le condizioni massime di sicurezza stradale. Oppure di lasciare Villa Doria con i rischi che susseguono lungo l'arteria stradale messa sotto accusa. «Sull'area in cui si stanno facendo i lavori e vi sono i due manufatti non c'è alcun vincolo artistico specifico, vige invece un vincolo ambientale generico da Santa Lucia fino alla fascia costiera. Noi per rafforzare maggiormente l'azione avviata dall'ente locale abbiamo ottenuto i pareri favorevoli della Soprintendenza. Non vedo, dunque, tutto questo scandalo. Ogni cosa è stata fatta secondo i canoni stabiliti. Qui c'è da scegliere l'interesse prevalente tra la salvaguardia di un edificio e la pubblica incolumità delle persone, l'ente s'è pronunciato, così come hanno fatto altri organismi deputati a questi scopi. Sul progetto alternativo proposto dal collega Giovanni Montella, senza alcuna vena polemica, non credo che possa essere adottata una rotatoria con un semaforo. Mai viste in vita mia». Si allargano le maglie della protesta capeggiata dal comitato per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali fondato dal consigliere comunale Adolfo Rocco, l'Architetto Giovanni Montella, Federico del Grosso e l'onorevole Franco Brusco. Infatti, oltre ai Vas, il comitato di quartiere di Aversana-Santa Lucia e la Pro Loco, s'è aggiunto anche il popolo di facebook. La neo organizzazione spontanea, nei prossimi giorni, valuterà prima gli atti amministrativi e dopo l'opportunità di ricorrere al Tar di Salerno. Questo contestato procedimento amministrativo è stato avviato dal commissario prefettizio Alfonso Noce.-

*Da IL MATTINO 3 gennaio


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