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Intercettazioni, silenzio assordante anche a Radio Rai. Ma c’è chi dice NO
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di redazione

Intercettazioni, silenzio assordante anche a Radio Rai. Ma c’è chi dice NO

Il silenzio delle testate Rai sulla vicenda dei rapporti di Lavitola con il potere , è assolutamente assordante, tanto più stridente ed assurdo, dal momento che la carta stampata, il tg della Sette, Sky e decine di giornali on-line, di bloggers fanno egregiamente il loro mestiere, e ci raccontano tutto. L’informazione Rai è senza parole, senza notizie. Niente notizie sulle ultime intercettazioni che riguardano l’estesa rete di rapporti di Lavitola. Così come denuncia il cdr del Tg1, che chiede un intervento della commissione di vigilanza , allo stesso modo si comportano i giornali radio del mattino. Non un servizio, non una notizia breve, silenzio, censura.

Di recente una dura protesta della redazione cronaca del gr è stata ripresa da alcuni giornali. In sostanza, si denuncia un clima insopportabile , di cui si fa interamente carico al direttore Preziosi; si segnala il fatto che molte notizie vengono annullate, ‘tanto più se l’argomento riguarda le vicende giudiziarie del presidente del consiglio’. E tutto appare più chiaro (anche se non nuovo) dopo aver letto, il testo dell’intercettazione telefonica fra l’ex direttore generale Masi e Valter Lavitola, instancabile tessitore di trame, affari, scelte di uomini giusti al posto giusto.

Masi: “comunque bisogna fà due o tre cose fatte bene, io gli sto facendo cose che non ha fatto nessuno, perché io ho cambiato i telegiornali, ho cambiato i Gr". Lavitola: "Di questo parliamone da vicino, lascia stà co stì cazzi di...". Masi "È una questione politica, non è mica un retroscena di niente che stanno sui giornali, è una questione di impostazione politica generale". Qui si dettano le linee editoriali, non è cosa da poco. Qualcuno ha pensato che alla radio, fuori dai riflettori, si facesse un'informazione più libera, più tranquilla.

E invece, ampio e pervasivo, è stato l’intervento della cosiddetta struttura Delta. Dalle intercettazioni emerge un quadro sconvolgente , che riguarda in primo piano l’azienda di servizio pubblico. Non solo la cacciata di grandi professionisti come Michele Santoro, Serena Dandini, Paolo Ruffini, Roberto Saviano, ma uomini fidati in ogni sede regionale, nel giornale radio, ovunque fosse necessaria un’informazione telecomandata, eterodiretta, piatta e conformista nel migliore dei casi, orientata ad interessi estranei al servizio pubblico nei casi peggiori. Ma ormai anche nelle testate Rai si comincia a reagire.


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