di Osservatorio TG
ASCOLTA L'OSSERVATORIO TG DEL 9 NOVEMBRE 2011
ASCOLTA L'ANALISI DEI TG DEL 9 NOVEMBRE 2011
ASCOLTA IL COMMENTO DEI TG DEL 9 NOVEMBRE 2011
LEGGI L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 9 NOVEMBRE 2011
I TG di mercoledì 9 novembre – L’ottica del nostro lavoro quotidiano è legata prioritariamente – lo ricordiamo – all’analisi dei flussi d’informazione (e di disinformazione) dei Tg nazionali, all’epoca del conflitto di interessi, dello scempio del servizio pubblico, dell’inarcamento di tante schiene professionali che acquisiscono la posizione eretta solo per blandire il potere. A 24 ore dall’”inizio della fine” del berlusconismo nei suoi stessi presupposti, ci apprestiamo ad una messa a fuoco delle nostre lenti che dovranno, certamente, continuare ad osservare le nuove situazioni ed i nuovi probabili squilibri della comunicazione. Anche per questo ospitiamo oggi nel commento chi, oltre che stappare lo champagne, ha speso da subito una parola importante e condivisa sui rischi del futuro, in assenza di una nuova consapevolezza culturale di ciò che il berlusconismo ha rappresentato: Filippo Rossi, Direttore de Il Futurista.
Tornando ai “nostri” Tg, appare evidente che nelle redazioni si respira ancora la stessa aria stantia: Emilio Fede, che in sostanza “piange” l’estinto, e sferza i suoi nemici vittoriosi in quanto non in grado di “proseguire nelle politiche di risanamento” avviate da Berlusconi. Giovanni Toti, direttore di Studio Aperto, realizza una delle sue rare incursioni, fustigando l’irresponsabilità delle opposizioni; Tg 5, più dignitosamente, segnala che la “quasi” uscita di Berlusconi non ha comportato un miglioramento nello spread e a Piazza Affari. Minzolini, come da contratto, afferma nel suo ennesimo editoriale che la crisi è durissima e che l’Europa ci chiede misure inoppugnabili. Il direttore del Tg 1 dimentica, così, che in un precedente recente editoriale aveva affermato che la crisi italiana era un’invenzione malevola dei cattivi partner europei; non “dimentica” però, di presagire le incoerenze e l’inattendibilità delle attuali opposizioni, una volta caduto - come lo chiama lui – l’alibi dell’antiberlusconismo.
Per le altre testate, il comportamento consolidato: Tg 3, Tg 2 e TG La 7 raccontano la giornata e mettono in chiaro la straordinarietà degli interventi del Colle, essenziali per indicare la rotta che necessita di nuove messe a punto ogni 5/6 ore. A dimostrazione del rapporto stretto – e assai spesso inquinante – tra politica e informazione, vale la pena di segnalare che TG La 7 ha superato ieri sera l’asticella dei 4 milioni di contatti e lo share del 14%; non è certo un caso che ciò sia avvenuto nel giorno che ha visto di fatto la fine del governo Berlusconi.
Luca Fargione
Il Commento di Filippo Rossi, direttore de “Il Futurista”
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Filippo Rossi, non solo la legge di stabilità, non solo l’orizzonte di una riforma elettorale tra le priorità del prossimo governo, se mai ci sarà un governo di unità nazionale o d’emergenza. Tu introduci un altro elemento, certamente noto, che però va con forza ribadito: anche in queste ore, nel dopo Berlusconi, c’è comunque bisogno di una legge sul conflitto d’interessi. Perché?
“Io faccio un discorso molto semplice: come l’Italia, quando è uscita dal fascismo, ha fatto di tutto per evitare che il nostro Paese potesse ripiombare in una dittatura, così noi oggi, usciti dal berlusconismo, dobbiamo fare di tutto affinchè l’Italia non rischi di ripiombare in una dittatura mediatica. Questo serve anche a confermare e ribadire che non si tratta di antiberlusconismo di maniera, ma di una questione valoriale. Il conflitto d’interesse è stato un grave problema in questi anni; dobbiamo evitare che possa tornare in auge nei prossimi”.
Il problema, quindi proiettato oltre la figura di Berlusconi. L’ottimismo legato alla fase che stiamo attraversando, è dunque mitigato dalle preoccupazioni sul domani. Chi o che cosa potrebbe arrestare un processo di bonifica nel sistema della comunicazione?
“Io sono molto ottimista, ma credo che sia necessaria una presa di coscienza di tipo culturale; noi oggi dobbiamo uscire dal berlusconismo culturalmente. Io – ripeto – sono molto fiducioso, ma le forze politiche devono avere il coraggio di affrontare il problema e non pensare che, passato Berlusconi, tutto vada a posto; bisogna inoltre cercare di capire perché è potuto accadere tutto quello cui abbiamo assistito, e trovare le medicine per evitarlo per il futuro”.
Dati Auditel dei TG di martedì 8 novembre
Tg1 - ore 13:30 4.140.000 23,94% ore 20:00 6.297.000 23,12%.
Tg2 - ore 13:00 3.044.000 19,17% ore 20:30 3.178.000 10,98%.
Tg3 - ore 14:30 2.278.000 14,33% ore 19:00 3.438.000 16,99%.
Tg5 - ore 13:00 3.794.000 23,51% ore 20:00 5.582.000 20,60%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.446.000 18,86% ore 18:30 1.596.000 9,62%.
Tg4 - ore 11:30 508.000 7,08% ore 19:00 1.336.000 6,58%.
Tg La7 - ore 13:30 1.162.000 6,73% ore 20:00 4.012.000 14,58%.
Fonte: www.tvblog.it