di Osservatorio TG
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I Tg di lunedì 14 novembre - Inevitabilmente i Tg di questo lunedì , più che quelli del primo giorno della settimana, sembrano edizioni dell’ottavo giorno della scorsa settimana, e sarà così per diverse serate, fino al voto di fiducia. Stasera non abbiano assistito all’ “evento “ del video messaggio berlusconiano, e ci è mancato anche l’ulteriore editoriale di Minzolini – sarebbe stato il quarto in 8 giorni. Tg 4, stranamente, ha parlato solo del Premier “dimesso” ma tutt’altro che remissivo, riproponendo il “doveroso” messaggio agli italiani, e fustigando la stampa avversa.
Volendoci accontentare, si potrebbe dire che sulla politica c’è stato un sostanziale equilibrio anche da parte dei Tg Raiset: semel in anno licet insanire. In realtà la spiegazione è che queste testate oggi non hanno potuto “servire ” una linea precisa per il desco serale degli italiani. Il nostro lavoro di “vedette” sui Tg entra dunque in una fase nuova, come auspicabilmente più salubre potrà essere l’aria che il mondo della comunicazione farà respirare agli italiani. Nel commento abbiamo confrontato la nostra pia illusione con Roberto Natale, Presidente della FNSI.
Segnaliamo la quota “4 milioni” che il Tg 3 ha intravisto nella giornata di ieri, ed un servizio stasera sui 60 anni dall’alluvione nel Polesine. Buona la copertura del Tg 2 sulle tensioni e le preoccupazioni sul nucleare iraniano.
Ma, tornando alla politica e alla sudditanza delle testate televisive maggiori al governo-exgoverno e al conflitto d’interessi, c’è da dire che questa non è l’unica clamorosa defaiance del sistema; stasera la prima e la seconda testata per ascolti, Tg 1 e Tg 5, oramai appaiate nell’audience con grande gioia di Mediaset e disdoro per i fautori del servizio pubblico, hanno presentato edizioni “identiche”. Per entrambe, tra i titoli la sentenza per l’Olgiata, il tentativo di recupero della speleologa nel bresciano, le beghe della ex coppia Albano-Romina, per finire con il promo di rete – Fiorello per Tg 1, e Grande Fratello più fiction Taricone per Tg 5. Non sappiamo se i due direttori hanno degli “infiltrati” nelle redazioni rispettivamente concorrenti, o se – ed è più probabile – rispondono ad una identica mutazione genetica nell’offerta informativa, che ha l’obbiettivo di rimbambire il parco teleutenti in maniera equanime, con il contributo speculare del pubblico e del privato. Di fronte a tale avvilente omogeneità, ci fa quasi tenerezza Studio Aperto che ci regala la “caccia” alla vampira del Colorado che in un supermercato di Denver “azzanna” gli ignari clienti. Viva la fantasia!
Luca Fargione
Il Commento di Roberto Natale, Presidente della FNSI
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Roberto Natale, settimane, ore, giorni decisivi per il Paese , ma forse anche qualche speranza – metto il punto interrogativo - per un comparto come l’informazione, così determinante, ma anche così in crisi. Cosa potrebbe accadere in questi giorni?
“Io so quello che proporremo noi. Il comparto è senz’altro decisivo. Si sta chiudendo un epoca, che è stata tra l’altro segnata da squilibri pesantissimi nella comunicazione, ossia i vari conflitti d’interesse . Del resto, parliamo a poche ore dalla messa in onda dell’ennesimo video comunicato. La prima richiesta è che si torni ad una normalità europea anche da questo punto di vista: basta con i videomessaggi; si ripristini un uso corretto, un rapporto normale, come nel resto d’Europa, tra l’autorità politica-istituzionale e i giornalisti. Si ripristini, insomma, il nostro diritto a fare domande. E poi c’è il servizio pubblico, che in questi anni è stato sfigurato dalla sottomissione e dal servilismo. C’è la necessità di modificare la legge sulla cosiddetta “governance” della Rai. A marzo prossimo andrà in scadenza il vertice Rai eletto con le norme della legge Gasparri. Ebbene, il sindacato dei giornalisti - e non solo quello dei giornalisti Rai – chiede che non ci sia un’ulteriore applicazione della legge Gasparri, ma l’avvento di una nuova legge, che possa allontanare di molto la Rai dalle decisioni politico-partitiche; e questo senza scadere in un qualunquismo antipartitico. E poi, come necessità della categoria - visto come tanto si parla di “revisione radicale” degli ordini - noi chiediamo una riforma radicale dell’ordine dei giornalisti. Una riforma che aiuti a definire in maniera più qualificata chi è un giornalista in Italia, e renda più incisiva l’azione deontologica del giornalismo italiano, anche a tutela dei cittadini. La stella polare, la linea guida che cuce tutte queste proposte, è la stessa che abbiamo usato in questi anni, con successo, nella battaglia contro il disegno di legge sulle intercettazioni. In poche parole: il nostro diritto-dovere di informare è forte se ed in quanto poggia sul diritto dei cittadini di ottenere informazione corretta. Questa continuerà ad essere la nostra linea guida”.
I Dati auditel dei TG di domenica 13 novembre
Tg1 - ore 13:30 5.083.000 25,46% ore 20:00 5.720.000 21,45%.
Tg2 - ore 13:00 4.249.000 23,01% ore 20:30 2.797.000 10,03%.
Tg3 - ore 14:30 2.255.000 11,72% ore 19:00 3.829.000 17,67%.
Tg5 - ore 13:00 3.509.000 18,70% ore 20:00 5.041.000 18,96%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.225.000 14,66% ore 18:30 1.362.000 7,18%.
Tg4 - ore 11:30 989.000 9,90% ore 19:00 1.400.000 6,40%.
Tg La7 - ore 13:30 1.768.000 8,88% ore 20:00 2.461.000 9,22%.
Fonte: www.tvblog.it