di Osservatorio TG
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I Tg di lunedì 21 novembre 2011 - Se per anni Tg 4 ha sviluppato la “mission” di glorificare in vita la politica e la persona di Berlusconi, Emilio Fede da qualche giorno si confronta con un altro obiettivo, ancora più arduo: difenderle “ex-post”, con l’inevitabile corollario delle gufate sul suo successore. Questa sera per ben 6 volte riesce a dire - e a far dire agli ospiti Scilipoti e Feltri - che “non era colpa di Berlusconi” se borsa e spread andavano male. Missione compiuta, mentre inevitabilmente incompiuta risulta la scaletta del suo Tg che, ovviamente, non può riportare la decisione del Tribunale di Milano che intende considerare le 33 ragazze di Arcore parti lese, nel processo che lo vede direttamente imputato. In questa opera di occultamento di una notizia che, per noi, risulta assai rilevante e non solo in quanto ancora una volta riguarda l’ex Premier, Fede è spalleggiato da Studio Aperto - che non ne fa menzione – e da Tg 1 e Tg5 che la riportano in breve facendola seguire dal commento distruttivo dell’Avvocato Ghedini. Sono Tg 3 e Tg la 7 a cogliere la novità e l’importanza dell’orientamento dei giudici milanesi. Superando il facile antiberlusconismo, una decisione che pone al centro la dignità della persona e del corpo della donna non ci sembra, infatti, irrilevante. Ma è difficile chiedere di condividere questo giudizio a testate che del corpo della donna hanno fatto una merce inflazionata.
Passando alla politica, ancora una volta Raiset si divide tra falchi e colombe, affidando a Fede e a Studio Aperto il ruolo di incursori e di demolitori della credibilità di Monti, mentre Tg 5 e Tg 1 fanno i “signori” e affiancano le posizioni meno revansciste del Pdl. Studio Aperto - che da sempre si caratterizza per una clamorosa attenzione allo scenario internazionale - pesca il filmato di un eurodeputato inglese che nell’aula di Bruxelles se la prende con tutti, e parla di un Berlusconi “cacciato” dai potentati finanziari, e di un Mario Monti abusivamente salito al trono; segnaliamo che lo stesso “materiale” è utilizzato da Giuliano Ferrara in Radio Londra.
L’intervento a gamba testa di Marchionne, con la disdetta degli accordi e delle consuetudini nelle relazioni sindacali a partire dal 1 gennaio 2012, è titolo per Tg 3, Tg 5 e Tg2, ed è presente anche su Tg 1 e Studio Aperto. Toni preoccupati per Berlinguer e Masi, mentre Mimun e Minzolini fanno leggere in pratica il comunicato del Lingotto; nessuno, però, approfondisce adeguatamente. Nel commento abbiamo sentito il responsabile Fiat della Fiom, Enzo Masini, che ci ha dato una lettura “globale “ della strategia dell’azienda.
In conclusione, segnaliamo che l’Egitto è nei titoli per quasi tutte le testate, ma impaginato “basso” rispetto alla gravità della situazione. Complimenti, poi, a Tg2 e Tg3 che riportano ampiamente i dati inquietanti forniti oggi nel No Usura Day.
Lorenzo Coletta
Il Commento di Enzo Masini, Responsabile del comparto Fiat della Fiom
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Primo giorno operativo del governo Monti, ma non ci sono all’opera solo i poteri forti annidati nel governo - come qualcuno sospetta; c’è anche un potere forte e reale, quello della Fiat, che si fa vivo in una forma evidente. Come interpretare questa mossa di Marchionne?
“Bisogna dire che, purtroppo, continua quel metodo della Fiat teso a nascondere i reali problemi di questa grande azienda, che sono la mancanza d’innovazione di prodotti e di capacità competitiva – che dipende dal management. Si cerca invece di gettare fumo negli occhi, parlando di ingovernabilità degli stabilimenti, di problemi nel sistema delle relazioni sindacali, di troppa conflittualità; tutte cose che, di fatto, sono da lungo tempo inesistenti negli stabilimenti del mondo Fiat”.
Qual è lo scenario che viene prefigurato? Aziende dove esiste un facsimile di sindacato, un qualcosa di plastificato che relaziona solo con il potere ed il padrone locale?
“Dal momento in cui si teorizza che dentro gli stabilimenti possono starci solo le organizzazioni sindacali che condividono quello che fa l’azienda, che si adeguano e rinunciano ad avere una rappresentanza reale dei lavoratori, mi pare evidente che si fa una scelta di natura antidemocratica ed antisindacale. Una scelta in assoluta controtendenza rispetto a tutto quello che sta succedendo in Europa. Non è un caso che tutti i sindacati europei, ad eccezione – purtroppo – di Fiom e Uil – hanno preso una posizione contro questo comportamento della Fiat”.
Succede qualcosa di analogo nei paesi che arrancano verso lo sviluppo industriale, nei paesi dell’ex est europeo o in quelli di possibile aggregazione all’Europa. Forse stiamo diventando un po’ balcanici?
“Sì, purtroppo. La denuncia che fanno i lavoratori e le organizzazioni sindacali in Serbia ha, purtroppo, questo connotato. Proprio in questi giorni ci stanno segnalando comportamenti antisindacali della Fiat in Brasile, dove da molto tempo non sentivamo parlare di un comportamento antisindacale della Fiat. Sembrava una condotta confinata al periodo dei colonnelli, ma proprio in questi giorni ci segnalano proprio dal Brasile, da alcuni stabilimenti, licenziamenti dei delegati e degli attivisti sindacali. Sembra quasi che la Fiat si voglia fare “paladina” a livello europeo e mondiale di un comportamento che nega le libertà sindacali”.
I dati auditel dei TG di domenica 20 novembre
Tg1 - ore 13:30 5.213.000 26,36% ore 20:00 5.540.000 21,17%.
Tg2 - ore 13:00 3.264.000 17,51% ore 20:30 2.362.000 8,32%.
Tg3 - ore 14:30 2.106.000 10,98% ore 19:00 3.090.000 14,35%.
Tg5 - ore 13:00 3.195.000 16,95% ore 20:00 4.756.000 18,10%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.141.000 13,73% ore 18:30 1.306.000 6,78%.
Tg4 - ore 11:30 765.000 7,71% ore 19:00 1.253.000 5,82%.
Tg La7 - ore 13:30 1.246.000 6,30% ore 20:00 2.017.000 7,69%.
Fonte: www.tvblog.it