di Osservatorio TG
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I Tg di giovedì 22 dicembre - Lo sciopero dei tecnici Rai ci ha regalato, per quanto riguarda i Tg, una serata senza “servizio pubblico”, o per meglio dire, senza il suo attuale fantasma. L’impressione è stata comunque forte, vista la presenza delle testate Mediaset e di Tg La 7 che non si sono confrontate con la “concorrenza”. E così la beatificazione di Berlusconi al processo Mills, con il cavaliere “assolutamente innocente” e vittima di una “fiction” inventata dall’avvocato inglese, è stata assoluta e completa, anche se non abbiamo la prova contraria dai Tg della Rai. A fare un minimo di sano giornalismo è rimasta La 7, il cui inviato si arrischia a chiedere all’ex premier raggiante, perché - innocente e già beatificato - non rinunci alla prescrizione.
Sulle 4 testate di serata ancora alto lo scandalo del calcio scommesse; da segnalare un ottimo servizio de La 7 che coniuga i reati delle scommesse e delle partite vendute al più generale clima di volgarità, insulti e scarsa serietà che investe l’intero mondo del calcio. Nel commento abbiamo parlato di calcio, potere e informazione con Oliviero Beha, giornalista e scrittore, autore del recentissimo “Il calcio alla sbarra”.
In questa strana e risicata serata, va riconosciuta a Tg 5 e Studio Aperto la chiara vocazione all’informazione di servizio, che si sostanzia oggi con ampi servizi su come “affittare” i regali per le festività, invece che comprarli. L’accortezza è che poi vanno restituiti; come dire: non importa ciò che “si è”, nemmeno ciò che “si ha”, ma quello che “si mostra” di avere.
Il “lato b” resta il sempre meno oscuro oggetto del desiderio, tanto che Studio Aperto ci delizia con numerose immagini del suddetto, vendute come una moda che furoreggia tra le celebrità sul web: e pensare che una volta si diceva “metterci la faccia!”.
Luca Fargione
Il Commento di Oliviero Beha, giornalista e scrittore
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Oliviero Beha, questa volta il calcio – come recita il titolo del tuo ultimo libro – è “alla sbarra”, o addirittura dietro le sbarre. Ma si tratta di una delle consuete tappe che poi si risolvono nel nulla e tutto continua placidamente come prima, o c’è qualche speranza che questo mondo, così come tanti altri, si riformi?
“Per riformarsi ci vuole un segnale dall’alto, un segnale quindi politico, e un segnale dal basso, quindi civico- etico. Da chi dovrebbe venire questo segnale? Dalle istituzioni sportive? Quelle vendono un prodotto, come tra l’altro ha appena detto la stessa Lega - che non è un’istituzione, ma comunque un’ associazione di privati. Non sto parlando della Lega nord, ma della Lega Calcio – rispondendo al Presidente del Coni che li aveva accusati di “pensare solo ai soldi”; ha detto che “Sì, noi pensiamo ai soldi, perché è il nostro core business di azienda calcio sono i soldi, i diritti televisivi”. La Lega non controlla, non fa, l’importante è che non vengano gettate macchie sul calcio e sull’industria del pallone. Il Coni, che è la federazione delle federazioni, manda solo questi “altolà” una volta ogni morte di papa per salvarsi l’anima. Il governo dei tecnici, dei precettori, dei professori per il momento non dà segnali in questo senso - con tutti i problemi che ha, figuriamoci se si occupa del calcio! -. L’opinione pubblica ieri sera ha visto nel turno infrasettimanale un sacco di gol; il problema è: mentre segnavano a raffica pensava “chissà chi avrà giocato su questi?”, o pensava: “Meno male che hanno segnato” o “purtroppo hanno segnato” a seconda che fossero tifosi della squadra che stava vincendo o perdendo?”
Oliviero, si tratta in fondo di prendere atto che spesso si assiste a degli incontri di wrestling e non a partite di calcio…
“Io l’ho scritto tante volte, citando anche Roland Barthes degli anni ’50, in cui parlava del catch come di “somma invenzione” che però veniva vissuta come un “momento di realtà”. Poi siamo passati al wrestling, o addirittura al calcio in un certo modo. Nessuno ti garantisce più che quella partita sia buona e quell’altra sia combinata. Il problema vero è che cosa si vuole fare del calcio; è una visione politica. Questo mio libro, “Il calcio alla sbarra”, già prevedeva che avrebbero arrestato qualcuno. Non ci voleva uno sforzo sommo, eppure in questi giorni “il calcio alla sbarra”, edito da Rizzoli Bur sei mesi fa, già aveva previsto tutto. Perché io sono un negromante, o un “pallonomante”? No, semplicemente perché scrivevo le cose che sapevano tutti.”
Oliviero, tu sei un giornalista e ti sei occupato di tante cose, anche di calcio, e, come appunto hai appena detto, sei mesi fa scrivevi fatti che conoscevi tu, che non sei un possessore di una palla di vetro e che, probabilmente, sanno in molti; lo sanno, ad esempio, tutti quei giornalisti che operano nello sport e nel calcio. Allora c’è anche un problema di trasparenza professionale informativa?
“Non è un problema solo di noi giornalisti sportivi, è un problema tout court in questo paese, che sta vivendo ormai da tempo la peggiore stagione della sua esistenza – non che sia mai stato straordinario, tranne forse in alcune eccezioni, ma insomma, come tenuta generale è peggiorato molto- e adesso, in un certo senso, ci si misura su chi ha “imbonitura”, cioè si passa da giornalisti sportivi a imbonitori che vendono una merce. Sembra che il mestiere del giornalismo in questo paese non lo voglia più fare nessuno.”
Dati auditel di mercoledì 21 dicembre
Tg1 - ore 13:30 3.936.000 22,57% ore 20:00 5.507.000 21,80%.
Tg2 - ore 13:00 2.878.000 18,47% ore 20:30 2.377.000 8,69%.
Tg3 - ore 14:30 2.076.000 12,80% ore 19:00 2.502.000 12,85%.
Tg5 - ore 13:00 3.094.000 19,43% ore 20:00 5.167.000 20,38%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.116.000 17,34% ore 18:30 1.298.000 7,92%.
Tg4 - ore 11:30 457.000 7,00% ore 19:00 943.000 4,84%.
Tg La7 - ore 13:30 1.052.000 6,02% ore 20:00 2.267.000 8,88%.
Fonte: www.tvblog.it