di Osservatorio TG
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I Tg di mercoledì 11 gennaio - Molti Tg, ma non quello di Fede, Tg la 7e TG 2, fin dai titoli riportano la notizia del giornalista francese morto in Siria, autore di un reportage sulla Tunisia che lo scorso anno è stato insignito del Premio Ilaria Alpi. La tragica fine di Gilles Jaquier ci dimostra come l’attenzione dell’informazione televisiva sia latitante e squilibrata e abbia bisogno di un dramma che ci tocca “più da vicino” per aprire gli occhi sugli scenari internazionali, anche quelli che si affacciano su quella grossa “nostra” pozzanghera che si chiama Mediterraneo. Nel commento abbiamo sentito lo “storico” inviato Rai Ennio Remondino che negli ultimi anni ha sempre più denunciato il provincialismo autolesionista della nostra informazione.
Il binomio Monti-Merkel troneggia su tutte le aperture, con l’esclusione di Studio Aperto che predilige – manco a dirlo – la cronaca. Tg1 intervista “in esclusiva” il Cancelliere tedesco. Tg la 7 spegne l’ entusiasmo sugli esiti dell’incontro berlinese con un titolo che odora di scetticismo.
Cosentino e il verdetto della Corte Costituzionale sui referendum elettorali saranno i piatti forti del menù di domani. Tg 4 “tenta” con Fede il recupero della Lega sulla vicenda dell’ex sottosegretario, con una ospitata a Reguzzoni che, però, è ben lontano dal riuscire. Mentana “si allarga” e prevede un orientamento positivo della Consulta.
I tassisti stanno sempre più diventando simboli e protagonisti nei Tg: servizi, approfondimenti e interviste praticamente su tutte le testate.
Il destino di Sarah Scazzi non è stato solo quello di essere la vittima della madre di tutte le notizie criminali, ma anche quello di essere spesso – come stasera - abbinata ad una altra povera vittima, anche lei minorenne: Yara Gambirasio. E così il binomio Sarah-Yara, con le sonorità e le affinità fonetiche che lo caratterizzano, è pronunciato tanto spesso dai conduttori e così velocemente da provocare papere e impuntature a ripetizione, come quella di Emilio Fede fresca di serata.
Vogliamo chiudere con una bella notizia, protagonista dell’ultimo titolo del Tg di Mentana: il governo si appresterebbe a ridimensionare il piano d’acquisto dei caccia F 35. Speriamo che l’indiscrezione venga confermata.
Lorenzo Coletta
Il Commento di Ennio Remondino, ex inviato di guerra Rai
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Ennio Remondino, questa sera anche Studio Aperto parla di Siria in occasione della drammatica notizia della morte del giornalista francese, che tra l’altro aveva vinto il premio Ilaria Alpi, di cui tu sei giurato. Un bilancio sulla primavera araba come i TG l’hanno fatta o non l’hanno fatta vedere.
“La battuta è un po’ macabra, dettata dalla commozione e, molto, dalla rabbia, ed è :“se c’è il morto, si parla”, altrimenti non se ne parla. Se un telegiornale – la parola è grossa – come Studio Aperto ci concede attenzione sulla Siria, ebbene è perchè lì c’è stato il morto vicino di casa. Questo è il rimprovero, la cosa imperdonabile di uno nostro giornalismo particolare, tutto italiano”.
Nei primi mesi del 2011 qualcosa sembrava cambiato perché la cosiddetta “quarta sponda” di non gradevole memoria, è stata per settimane e mesi alla ribalta mondiale. Ma questa vocazione al contrario dell’informazione italiana, che non si occupa dei paesi a noi ancora più vicini, anche del bacino del Mediterraneo - che dal punto di vista economico rappresenta forse la nostra unica prospettiva – come la si può interpretare?
“Cecità e provincialismo. Abbiamo direttori creati e cresciuti dalla politica italiana, e quindi un interfaccia di questo stesso provincialismo – oltre che della lottizzazione - e, nel complesso, stupidità. Io vorrei ricordare che due anni fa nei processi della Rai c’era la chiusura della sede del Cairo. Dacché la storia ci ha insegnato che chi all’epoca lo aveva lo pensato era un emerito cretino e temo proprio che siamo ancora circondati da cretini”.
Ennio, tu sei un “vecchio” giornalista, ma non sei un giornalista anziano. Quando tu nei primi anni Novanta seguivi i Balcani c’erano anche supporti tecnologici molto più ridotti (o, se vuoi, con procedimenti molto più complessi) rispetto a quanto si può fare oggi con la tecnologia attuale. Quindi diciamo che seguire il bacino del Mediterraneo, come molte altre aree importanti del sud-est asiatico, dovrebbe essere anche “economicamente” più facile.
“Lo è facendo funzionare il meccanismo. Lo è se fornisci ad una modestissima sede un piccolo ufficio, un punto d’appoggio per un giornalista, una linea internet decente, una tele camerina. Il collega è così messo in grado di fare qualunque tipo di reportage, laddove io dovevo ricorrere al satellite, con costi esorbitanti. Avevo delle telecamere professionali pesantissime ed un “telefono” satellitare. Ma il giornalismo costa molto poco dal punto di vista “tecnico” ed è invece molto più caro dal punto di vista umano, purtroppo. Il collega che abbiamo perso è uno dei tanti. Muoiono sempre più giornalisti, in situazioni di guerriglia in particolare. Evidentemente questo non rientra nella logica di investimento di certe aziende, aziende che sono molto attente, invece, al bilancino della politica, ma che non guardano alla bilancia del mondo, a questo vicino Mediterraneo; quasi che a noi non interessasse, quasi che noi non fossimo dei diretti dirimpettai dell’Egitto, della Libia, verso cui abbiamo interessi a volte trasparenti, a volte abbastanza opachi ed occulti. Per non parlare di tutta la crisi che investe la Siria. Pensiamo a cosa rappresenta la Siria per tutti gli equilibri del Medio Oriente, con vicino Libano ed, in particolare, Israele.”
Dati Auditel di lunedì 10 gennaio 2012
Tg1 - ore 13:30 4.341.000 (23,72%) ore 20:00 6.110.000 (22,28%).
Tg2 - ore 13:00 2.939.000 (18,06%) ore 20:30 3.069.000 (10,68%).
Tg3 - ore 14:30 2.043.000 (12,26%) ore 19:00 2.927.000 (14,44%).
Tg5 - ore 13:00 3.449.000 (20,68%) ore 20:00 5.763.000 (20,96%).
Studio Aperto - ore 12:25 2.201.000 (16,82%) ore 18:30 1.304.000 (7,97%).
Tg4 - ore 11:30 475.000 (7,25%) ore 19:00 1.072.000 (5,29%).
Tg La7 - ore 13:30 888.000 (4,84%) ore 20:00 2.565.000 (9,25%).
Fonte: www.tvblog.it