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La tragedia del Giglio monopolizza i Tg
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di Osservatorio TG

La tragedia del Giglio monopolizza i Tg

ASCOLTA L'OSSERVATORIO TG DEL 16 GENNAIO 2012
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LEGGI L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 16 GENNAIO 2012

I Tg di lunedì 16 gennaio 2012- L’informazione televisiva di prime time è quasi totalmente assorbita dal dramma del Giglio, a 70 ore dall’irresponsabile bravata  di venerdì notte. Le diverse testate per più di 20 minuti sui 30 (abbondanti) della durata canonica propongono e ripropongono immagini analoghe ed interviste inevitabilmente fotocopia, venendo incontro alla naturale angoscia e alla voglia di notizie dei teleutenti, non solo italiani. Dopo la giornata di sabato partita a rilento, con l’eccezione di Rainews e Sky, le reti sia pubbliche che private hanno, insomma, recuperato: era inevitabile che così fosse, e anche gli altissimi ascolti delle edizioni domenicali testimoniano che i fatti reali, soprattutto quelli drammatici e più coinvolgenti, hanno più mercato del gossip e dell’infotainment, per non parlare dell’informazione politica “old style” di minzoliniana memoria. Sul relitto della Concordia si staglia sempre di più per tutte le testate quella che appare l’infima statura morale e professionale del Comandante Francesco Schettino che – come riferiscono Tg La 7 e Tg 1 – sarebbe stato anche oggetto, nei minuti convulsi successivi allo scontro con gli scogli de Le Scole, di un mezzo ammutinamento da parte del suo equipaggio.

Nei  pochi  minuti rimanenti risultano “pressate” le altre notizie di  giornata, a cominciare dai buoni risultati di borsa dopo lo schiaffo di Standard & Poor’s . L’epifania della “mezza” maggioranza politica nel pranzo con Monti passa quasi in secondo piano, così come l’incontro odierno del Premier con Van Rompuy. TG 3 è l’unico che si affaccia sull’ulteriore puntata della tangentopoli lombarda, mentre il Tg 2 trova il tempo di farci vedere in che condizioni lavorano gli studenti de L’Aquila, a quasi 3 anni dal sisma. La logica di rete impone al Tg1 un altro servizio di presentazione di Sanremo di cui non si sentiva proprio il bisogno, mentre Studio Aperto segue pienamente la sua natura tornando sul  derby Milan-Inter sub specie “ le  belle fidanzate dei campioni in mutandoni”.
Scalette stravolte, dunque, e questa forse è un’attenuante per una “dimenticanza” che i siti d’informazione non hanno denotato: il settantesimo compleanno di Muhammad Ali. Nel commento  abbiamo parlato di veri e finti protagonisti della scena mediatica con Gianni Minà: un giornalista, un mito.

Lorenzo Coletta


 Il Commento di Gianni Minà, giornalista e scrittore
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Minà, io non ti voglio chiedere un’altra rivisitazione del personaggio Muhammad Ali, ma una cosa un po’ diversa: la televisione, negli ultimi 50 anni, è stata l’elemento  determinante per creare i personaggi, e Muhammad Ali  -  Cassius Clay - è stato in questo senso sicuramente uno dei primi casi …

“Attento, attento a non fare questo errore. Muhammad Ali era il più bravo sul ring e non solo; Muhammad Ali è stato un protagonista delle lotte dei diritti civili negli Stati Uniti: anche senza la televisione sarebbe stato Muhammad Ali …”

Ed è proprio di questo che volevo parlare, Gianni. L’impressione è che la televisione negli ultimi decenni, crei personaggi di vernissage, esclusivamente legati alla loro apparenza senza porsi il problema di un background; nel caso di Muhammad Ali e Cassius Clay non è stato così.

Muhammad Ali - Cassius Clay è stato un caso unico, perché un “pugile ribelle” c’era già stato: si tratta di Jack Johnson, un nero americano che andò anche in prigione perché ebbe delle storie con delle ragazze bianche.  Ma jack non fece nulla di politico. Alì invece non era solo il più bravo sul ring, ma anche l’uomo donato alla lotta dei diritti civili dei neri d’America, che allora non aveva ancora raggiunto quello che una minoranza giustamente pretendeva. Ricordiamoci che la legge sull’obbiezione di coscienza negli Stati Uniti venne stata cambiata per il caso Muhammad Ali, che era stato squalificato per tre anni perché si era rifiutato di andare a fare la guerra in Vietnam dicendo - giustamente : “Io sono ministro di culto e questo mi esenta da questo dovere”; con grande protervia  incisero nel suo lavoro, perché si può anche condannare qualcuno come cittadino, ma non puoi togliere a nessuno il  proprio lavoro, perché non segue nella strategia guerresca le decisioni del suo Presidente o dell’apparato di potere del suo paese. Questa vicenda ha costretto gli Stati Uniti a cambiare la legge sull’obbiezione di coscienza”.

Gianni, volevo riflettere con te proprio di questo: i personaggi che sono oggi proposti dalla televisione sembra invece che, oltre  l’apparenza, non debbano avere  qualcosa da dire.  C’è una sostanziale differenza. L’inflazione dei prodotti/personaggi televisivi  non richiede più che ci siano contenuti …

“È facile smascherarli. Gli crede chi gli vuole credere …”

Noi in questo momento, se va bene, abbiamo George Clooney, che è una delle “vedette” anche dei titoli dei Tg; se va male abbiamo Fabrizio Corona….

“Ma George Clooney ha fatto anche dei film di grande impegno civile; cioè ha giustificato, con le sue scelte di autore, il fatto di essere un protagonista della società in cui viviamo; Fabrizio Corona non ha fatto nemmeno delle buone fotografie: lui sì che può essere figlio di questa assurda civiltà dello spettacolo; la parte deteriore della civiltà dello spettacolo”.

Però lo stesso Clooney, che tutti noi apprezziamo,  sui Tg e nell’informazione di prima serata ci va, in primo luogo, come fidanzato della Canalis …

“Be’, adesso non più perché la Canalis …”

Ha fatto altre scelte  …

“Sì, ha fatto altre scelte. Ma non è poi che uno sia un frate. L’importante è che, con le sue scelte di lavoro, giustifichi l’esposizione mediatica che ha. E George Clooney la giustifica”.

E a tuo giustizio, tra i soggetti italiani? Ad esempio, Saviano …

“Saviano la giustifica sicuramente. Ha fatto un libro non solo campione di tiratura, ma campione d’indagine su che cosa è una società marcia che attesta che la camorra condiziona la nostra  vita”.

Ed un ultima battuta sui personaggi della politica su come vengono metabolizzati e proposti dai Tg?

“Perdonami.. Non mi interessa risponderti su queste domande. Sono felice di risponderti su Muhammad Ali; tutto il resto è un teatrino, come posso dire , sordido …”

Avvilente?

“il teatrino avvilente della nostra società. Non mi interessa”


Dati Auditel dei TG di domenica 15 gennaio

Tg1 - ore 13:30 6.282.000 28,92% ore 20:00 6.177.000 22,35%.
Tg2 - ore 13:00 3.909.000 19,10% ore 20:30 2.590.000 8,74%.
Tg3 - ore 14:30 1.981.000 9,74% ore 19:00 2.914.000 12,95%.
Tg5 - ore 13:00 3.812.000 18,37% ore 20:00 5.089.000 18,39%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.559.000 15,18% ore 18:30 2.113.000 10,38%.
Tg4 - ore 11:30 1.038.000 9,60% ore 19:00 1.465.000 6,50%.
Tg La7 - ore 13:30 1.204.000 5,54% ore 20:00 1.794.000 6,47%

Fonte: www.tvblog.it


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