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L'agonia della Costa Concordia ed il rischio reality
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di Osservatorio TG

L'agonia della Costa Concordia ed il rischio  reality

ASCOLTA L'OSSERVATORIO TG DEL 18 GENNAIO 2012
ASCOLTA L'ANALISI DEI TG DEL 18 GENNAIO 2012
ASCOLTA IL COMMENTO DEI TG DEL 18 GENNAIO 2012
LEGGI L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 18 GENNAIO 2012

I Tg di mercoledì 18 gennaio 2012 - Quinto giorno dalla sciagura e i Tg ancora una volta, inevitabilmente e giustamente, dedicano alla Costa Concordia metà e più delle edizioni di prima serata. Anche ieri, come lunedì, i risultati dell’audience confermano la voglia degli italiani di informarsi e partecipare ad un avvenimento che, prima ancora che mediatico, è drammatico. Altissimi gli ascolti, ma anche stasera, forse in forma più attenuata,  compaiono alcuni elementi tipici di una sceneggiatura televisiva: in primo luogo nella contrapposizione tra il “mostro” Schettino” e l’”eroe” – che tale non vuole essere considerato - De Falco. Solo Tg 3 e in parte Tg La 7 non si sottraggono ad una autocritica, magari preventiva, su quello che Mentana definisce “il rischio reality”. Tg 1, con l’anteprima concessa a Bruno Vespa, forse inconsapevolmente ci cade con entrambi i piedi. Sembra che la commozione e la partecipazione, filtrate dagli obbiettivi delle telecamere e dagli studi tv, siano “invitate” a diventare sdegno e censura senza se e senza ma verso il colpevole, e poco importa se il colpevole di turno in questo caso coinciderà con quello che uscirà dalle aule dei tribunali.

Parlavamo di un istinto presente ma “attenuato”, e certo di questo si tratta nel caso del Tg 5, stasera più “sobrio”, mentre ieri aveva richiamato in vita Lombroso per poter linciare l’immagine anche fisica del Comandante della vergogna, Francesco Schettino. Colpe e responsabilità, trovate e gridate con forza, sembrano a qualcuno un lenimento del dolore,  anche per quelli che si dicono contrari - ma badiamo bene: in altri ambiti - al così detto “giustizialismo”. Nel commento riproponiamo riflessioni non dissimili dalle nostre, affidate a Ezio Mauro durante l’odierna  riunione di redazione de La Repubblica.

Per il resto, con la politica in secondo piano malgrado le notizie e le proteste fresche di giornata ( ancora i tassisti, l’intesa unitaria tra i sindacati sulla “fase 2”, lo spappolamento nella Lega sanato al momento solo dal cerotto) segnaliamo che, a diversi giorni dall’esplosione degli effetti del blocco dei trasporti in Sicilia, finalmente qualcuno se ne occupa: TG 3 e TG la 7 con un servizio, Tg 5 da studio.

“E’ nella mia natura” confessava lo scorpione nella favola di Esopo che lo vedeva protagonista insieme alla rana. E così, a rischio non della vita ma dell’ulteriore brutta figura ( almeno ai nostri occhi), Studio Aperto svolazza soavemente anche stasera dal dramma del Giglio alle foto osè della ragazze con i cellulari, dalle diatribe con i fotografi delle belle della famiglia Casiraghi, alla sciatrice Lindsay Vonn, sex symbol del circo bianco come delle passerelle dell’intimo.

Alberto Baldazzi


 

 


Il Commento di Ezio Mauro, Direttore di Repubblica
(Da repubblica.it)

“Dal momento che ieri il comandante della nave ha potuto, per la prima volta, manifestare le ragioni della sua difesa davanti ai magistrati, ed è stato poi messo agli arresti domiciliari; dal momento che esistono le prime valutazioni, i primi documenti ufficiali della magistratura, è possibile fare una valutazione anche nostra di questa vicenda al di là di tutto quello che abbiamo scritto in questi giorni. Abbiamo, prima di tutto, cercato di sfuggire alla metafora troppo facile in cui sono caduti molti italiani ed anche qualche giornale americano, come il Wall Street Journal, del naufragio metafora dell’Italia che “affonda”: un Paese che non fa il proprio dovere, che abbandona i suoi obblighi. Naturalmente piacerebbe a tutti che la chiamata del comandante che invita il capitano Schettino a tornare a bordo fosse invece la metafora di un Paese che, molto semplicemente, fa il suo dovere. Un richiamo alle regole, che non chiede nessun atto di eroismo e non insulta ma tiene la barra dritta”.

“Cosa altro viene fuori da questa vicenda? Intanto ci sono apparsi, fin dal primo giorno, due aspetti in contrasto tra di loro, ed abbiamo cercato di tenerli presenti entrambi; è chiaro che l’accertamento della responsabilità è indispensabile, soprattutto in un Paese dove l’attribuzione è sempre molto difficile, dove tutto finisce senza certezza per il cittadino, soprattutto per i cittadini che hanno subito dei danni irreparabili, come le famiglie che hanno dei morti. Però è anche vero che bisogna sfuggire alla tentazione del capro espiatorio; ci sembrava che il comportamento di questo capitano della nave fosse inconcepibile, ed infatti qualche dubbio lo hanno anche i magistrati se hanno deciso quegli esami e quelle perizie per verificare se il comandante era pienamente in grado di intendere o era in qualche modo alterato. Ho letto l’ordinanza del Gip che repubblica.it pubblica in esclusiva questa mattina, e lo certifica: certifica che il comandante, dopo aver anzitempo lasciato ed incomprensibilmente la nave – lui dice di essere stato sbalzato -, “assiste da terra al lento affondamento della nave” quando ancora ci sono dei passeggeri a bordo, ed alcuni perderanno la vita. È un comportamento incomprensibile, come è incomprensibile la struttura difensiva che il comandante Schettino mette in campo in questa telefonata con il comandante De Falco. Però alla tentazione del capro espiatorio bisogna sfuggire, e fin dall’inizio ci è sembrato strano che una simile vicenda  così complessa potesse precipitare sulle spalle di una sola persona. Ora è evidente che le colpe, le bravate, l’incompetenza di questa persona dovranno essere, una volta accertate, sanzionate pesantemente; non è questo il punto. Il punto è che il capro espiatorio rischia di far bruciare nel falò di una sola persona un’articolazione di responsabilità che, con gradazioni diverse, devono essere accertate a mente fredda. Il capro espiatorio è un rito collettivo che permette di non fare il conto delle più ampie responsabilità collettive, che pure in questo caso sembrano cominciare ad emergere. Ad esempio, come scrivono oggi Mensurati e Bonini, quelle tre telefonate con la Costa. Che significato hanno, e come mai la Costa prima difende il comandante e poi lo scarica? Che cosa è avvenuto in quelle tre telefonate? Che cosa sapeva la Costa? E se il collaboratore del capitano De Falco vede dalla velocità e dall’inversione di rotta della nave che qualcosa si è piantato in quel punto del mare, e lo vede soltanto dal puntino che ha sugli schermi, come è possibile che alla Costa non capissero, non sapessero, ed, una volta informati, non agissero in qualche modo?”

“Quindi, ci sono per certo le responsabilità del capitano;  ma si tratta di avere un quadro completo delle responsabilità per una questione di giustizia. E naturalmente, in questa vicenda, aver trovato la prova nei verbali delle telefonate che i giornali hanno pubblicato, e poi nell’audio, che ha una sua efficacia assolutamente straordinaria, tanto da essere diventato ormai uno slogan – l’ invito a tornare a bordo  - è, come dicevamo prima, un richiamo ai propri doveri, molto semplicemente ai propri doveri: ecco perché ha spopolato. Perché perfora tutta questa costruzione di comportamenti impropri, dicendo:  “C’è una cosa sola che bisogna fare, che rimane una cosa sola anche nelle situazioni più complesse e più difficili”. Questo sì che dovrebbe valere, anche in questo passaggio, come metafora per l’Italia”.


Dati auditel dei TG di martedì 17

Tg1 - ore 13:30 5.099.000 27,20% ore 20:00 6.561.000 23,75%.
Tg2 - ore 13:00 3.493.000 20,36% ore 20:30 3.331.000 11,28%.
Tg3 - ore 14:30 2.138.000 12,28% ore 19:00 3.182.000 15,38%.
Tg5 - ore 13:00 3.701.000 21,22% ore 20:00 6.041.000 21,82%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.635.000 19,05% ore 18:30 1.728.000 10,07%.
Tg4 - ore 11:30 446.000 6,16% ore 19:00 1.301.000 6,12%.
Tg La7 - ore 13:30 1.010.000 5,38% ore 20:00 2.665.000 9,56%.

Fonte: www.tvblog.it


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