Articolo 21 - ESTERI
Ali Saleh, l'addio di un grande
di Kiwan Kiwan
A bordo di un jet privato Ali Saleh, accompagnato dai suoi familiari, ha lasciato lo Yemen dopo aver ottenuto, per se e per i suoi cari, famigliari e collaboratori di 33 anni di crimini, l'immunità giudiziaria tombale. Ora, grazie agli sforzi di americani e sauditi, si andrà a votare alla presidenziali con un candidato unico, l'ex vice di Saleh.
Prima della sua partenza dall'aeroporto di San'a e davanti ai suoi accoliti, amici e dirigenti di partito, Saleh ha ammesso d aver commesso qualche erroruccio nei 33 anni in cui ha guidato il Paese, ha annunciato di partire alla volta degli ospitali Stati Uniti, che non gli hanno negato il diritto alle cure mediche di cui ha bisogno, ed ha rassicurato tutti che tornerà: dopo le elezioni presidenziali del 21 febbraio prossimo.
Dunque papà - Saleh sarà presente alla cerimonia nel palazzo presidenziale per passare le consegne al suo successore. Nel suo discorso di arrivederci Saleh è stato generosissimo: non solo,come detto, ha ammesso di aver fatto qualche errorino, ha anche perdonato gli yemeniti che per un anno hanno chiesto le sue dimissioni. Sì, è l'ora della riconciliazione, ha detto il padre della patria.
Ma un buon padre non parte senza aver rivolto un monito ai figli. E lui ai giovani del suo paese ha rivolto parole alate, nobili e importanti: "Avete bloccato strade e autostrade, danneggiato l'oleodotto, tagliato i cavi della corrente elettrica. Ora sono stanco ma ho pietà di voi". Un grande del Novecento ha imboccato così la via del tramonto. Speriamo...
Prima della sua partenza dall'aeroporto di San'a e davanti ai suoi accoliti, amici e dirigenti di partito, Saleh ha ammesso d aver commesso qualche erroruccio nei 33 anni in cui ha guidato il Paese, ha annunciato di partire alla volta degli ospitali Stati Uniti, che non gli hanno negato il diritto alle cure mediche di cui ha bisogno, ed ha rassicurato tutti che tornerà: dopo le elezioni presidenziali del 21 febbraio prossimo.
Dunque papà - Saleh sarà presente alla cerimonia nel palazzo presidenziale per passare le consegne al suo successore. Nel suo discorso di arrivederci Saleh è stato generosissimo: non solo,come detto, ha ammesso di aver fatto qualche errorino, ha anche perdonato gli yemeniti che per un anno hanno chiesto le sue dimissioni. Sì, è l'ora della riconciliazione, ha detto il padre della patria.
Ma un buon padre non parte senza aver rivolto un monito ai figli. E lui ai giovani del suo paese ha rivolto parole alate, nobili e importanti: "Avete bloccato strade e autostrade, danneggiato l'oleodotto, tagliato i cavi della corrente elettrica. Ora sono stanco ma ho pietà di voi". Un grande del Novecento ha imboccato così la via del tramonto. Speriamo...
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