di Osservatorio TG
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I Tg di giovedì 9 febbraio 2012 - Repetita iuvant? Usando il punto interrogativo analizziamo i Tg di serata che dedicano – quasi tutti –più di metà delle singole edizioni al gelo e all’attesa del nuovo week end in bianco per buona parte degli italiani. Per molti cresce l’attenzione alle speculazioni e, più in generale, all’aumento dei prezzi sui banchi dei mercati per i prodotti freschi, ma anche sui carburanti e – perchè no? – su chi “approfitta “ per il sale e le catene da neve. L’attesa per la Capitale di nuovo in bianco non raggiunge i livelli paradossali che sabato e domenica scorsa avevano fatto pensare che solo a Roma fosse nevicato e che solo i Palazzi fossero in emergenza.Tante, dunque, le immagini dai borghi più sperduti del centro e sud Italia, dove lo slogan che impera è “pala continua” e dove in moltissimi si danno da fare.
L’unica testata che si tira fuori dal coro è Tg La 7 che “apre” sulla difficile evoluzione della situazione greca e sulla faccia di Monti immortalata da Time. Solo 5 minuti dedicati (dopo le 20,20) al maltempo e all’attesa delle nuove precipitazioni . Interessante il servizio sull’analisi dei consumi di gas negli ultimi giorni. In compenso Tg la 7 è l’unico questa sera a occuparsi della crisi del Manifesto – ieri presente sul Tg 3 - . Nel commento abbiamo sentito Norma Rangeri, che al Manifesto lavora dal 1974 e che ne è Direttrice.
La neve e il gelo – come abbiamo visto – campeggiano dappertutto; conseguentemente l’attesa per il colloquio Obama-Monti è un po’ sotto tono, così come quasi nessuno “festeggia” lo spread sotto quota 350.
Interessante su TG 2 l’ampio spazio ( triplo servizio) dedicato ai numeri, ai volti e alle emozioni dei tanti ragazzi italiani costretti a emigrare per trovare lavoro.
A 35 giorni dal terribile delitto di Torpignattara le testate Mediaset “si lanciano” sui funerali del papà e della neonata cinese celebrati oggi. Non vi sarebbe nulla da obiettare, se le telecamere non indugiassero fin troppo sulla disperazione della madre.
Lorenzo Coletta
Il Commento di Norma Rangeri, Direttrice di Il Manifesto
(intervista di Alberto Baldazzi)
Norma, tu è dal ’74 che lavori al Manifesto, ora ne sei direttrice e sicuramente negli anni precedenti – come me del resto – leggevi le prime edizioni, a partire dal ’71. Nel frattempo è cambiato completamente il mondo della comunicazione. Che cos’è ? Pervicacia quella di voler rimanere, di essere riusciti a rimanere in edicola per tutti questi anni? Che senso ha?
“Il senso di questa lunga vita sta nei giornalisti che abbiamo sfornato e distribuito in tutto il mondo della comunicazione italiana: dall’ex direttore del Sole 24 ore Gianni Riotta, a Lucia Annunziata, Gad Lerner è passato da qui. Il Manifesto è una scuola, e le scuole non mi pare che con gli anni chiudano, diventano invece, se sono delle buone scuole, dei punti di riferimento. Un’impresa come un giornale è un’impresa che sta nel suo tempo, perché non è affatto obsoleta. Io sento dire adesso, ovviamente, che internet è il futuro della stampa, ma il giornale di carta – specialmente un giornale politico – naviga in un mondo più piccolo, ma anche più selezionato, portando nelle edicole e ai lettori una riflessione politica, culturale e sociale, raccogliendo voci, selezionando moltissimo le voci di riferimento. In più Il Manifesto in questo ultimo periodo è stato molto sull’onda dei nuovi movimenti, quelli che poi hanno dato vita a queste splendide vittorie referendarie. Quindi c’è un aggiornamento della nostra bussola politica che – e non potrebbe essere diversamente – continua. In fondo non siamo un partito. Un giornale è un organismo molto più vivo e molto più “dentro” la società. Purtroppo – dico –, perché i partiti una volta erano anche loro uno strumento di lettura e di impegno per il cambiamento. In Italia l’informazione dovrebbe – specialmente in questo periodo – fare un’opera di supplenza, se ci fosse un’informazione libera, se ci fosse un mercato vero.”
Sarà banale ma ai tanti estimatori del Manifesto e alla schiera esigua ma compatta dei lettori l’unico invito da fare in questi giorni è “comprate, comprate, comprate!”
“Sì, noi non chiediamo grandi sforzi economici, perché la crisi picchia su tutti, però 1 euro e 50 ogni giorno.”
Dati Auditel dei TG di mercoledì 8 febbraio
Tg1 - ore 13:30 4.849.000 23,98% ore 20:00 7.013.000 24,33%.
Tg2 - ore 13:00 1.171.000 10,95% ore 20:30 2.762.000 8,96%.
Tg3 - ore 14:30 2.426.000 13,02% ore 19:00 3.089.000 14,23%.
Tg5 - ore 13:00 4.166.000 22,27% ore 20:00 5.685.000 19,64%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.916.000 19,09% ore 18:30 1.766.000 9,89%.
Tg4 - ore 11:30 655.000 7,36% ore 19:00 1.256.000 5,71%.
Tg La7 - ore 13:30 951.000 4,70% ore 20:00 2.291.000 7,85%.
Fonte:www.tvblog.it