Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - ESTERI
In Romania il governo dei servizi segreti
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Valerio Refat

In Romania il governo dei servizi segreti

da Il Mondo di Annibale

Il nuovo premier guida l'intelligence per l'estero. Le opposizioni hanno abbandonato l'aula, la protesta sociale aumenta. E la lotta alla corruzione latita

Il nuovo governo romeno, guidato dal capo dell'intelligence per l'estero Mihai Razvan Ungureanu, ha ottenuto il via libera del parlamento con 237 voti a favore e 2 soli contrari. Al momento del voto i deputati dell'opposizione socialdemocratica e liberale sono usciti dall'aula. Il via libera giunge a tre giorni dalle dimissioni dell'esecutivo di Emil Boc, il più impopolare della storia della Romania postcomunista, sull'onda di tensioni sociali causate dalle misure di austerità chieste a gran voce da Unione Europea, Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale.
Le principali novità riguardano i ministeri economici: il trentunenne Bogdan Dragoi, numero due delle Finanze, è stato promosso titolare dello stesso dicastero, mentre all'Economia è stato chiamato Lucian Bode, deputato centrista sconosciuto al grande pubblico. Fino all'ultimo momento sulla poltrona assegnata a Bode avrebbe dovuto sedere Andreea Paul-Vass, stretta consigliera del premier uscente, costretta a farsi da parte a causa di un conflitto d'interesse che ne avrebbe minato la credibilità.
Esce di scena anche la contestatissima Elena Udrea, già responsabile del Turismo e dello Sviluppo Regionale, molto vicina al presidente Traian Basescu. La trentottenne parlamentare del Partito Democratico Liberale è stata bersaglio di critiche feroci per la gestione disinvolta dei fondi assegnati da Bruxelles alla Romania. Restano al loro posto il navigato Catalin Predoiu alla Giustizia e Leonard Orban agli Affari Europei, mentre all'Agricoltura approda Stelian Fuia, manager di lungo corso della Monsanto, la multinazionale statunitense leader mondiale nel settore degli OGM.
Il nuovo governo, formato dai centristi del Pdl e da altre formazioni minori di destra, ha incassato il benestare del Fondo Monetario Internazionale, convinto che Ungureanu proseguirà la politica di rigore avviata dal suo predecessore e allargherà le privatizzazioni anche al settore dell'energia, per rimborsare i prestiti da 25 miliardi di euro ricevuti da Washington a partire dal 2009. Ma la vera incognita resta la reazione della piazza.
In un Paese in cui, secondo i dati Eurostat, il 41,4 della popolazione è a rischio povertà, il progetto di privatizzare la sanità a tutti i livelli, seguito ai licenziamenti nel settore pubblico e ai tagli a stipendi e pensioni, ha scatenato una vera e propria rivolta popolare che ha obbligato Basescu a sollevare il fedelissimo Boc dall'incarico che ricopriva dal 2008. Le manifestazioni hanno preso il via lo scorso 13 gennaio e, da allora, migliaia di cittadini hanno sfilato a Bucarest e nella maggiori città del Paese chiedendo le dimissioni di Basescu e dell'intera classe politica. Secondo gli ultimi sondaggi, a sette mesi dalle elezioni parlamentari, il partito del presidente, dimezzerebbe i propri consensi passando dal 32 per cento del 2008 ad un misero 16 per cento. Il quarantatreenne Ungureanu, ministro degli Esteri dal 2004 al 2007 nel governo del liberale Tariceanu, oltre che con l'emergenza sociale dovrà fare i conti con la corruzione dilagante che rischia di impedire alla Romania di entrare a far parte dell'area Schengen.
Dopo il veto espresso dall'Olanda, che ha portato Bucarest a bloccare l'importazione di fiori dai Paesi Bassi, ieri la Commissione Europea ha criticato in un rapporto l'eccessiva lentezza con la quale Romania e Bulgaria stanno operando nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, allontanando di fatto l'ingresso immediato dei due Paesi nell'Europa senza frontiere.


Letto 2484 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21