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Nel Bel Paese corruzione su, occupazione giu'
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di Osservatorio TG

Nel Bel Paese corruzione su, occupazione giu'

ASCOLTA L'OSSERVATORIO TG DEL 16 FEBBRAIO 2012
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LEGGI L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 16 FEBBRAIO 2012 

I Tg di giovedì 16 febbraio 2012 - Ne ha fatta di strada il Paese negli ultimi 20 anni! Per la Corte dei Conti sono soprattutto gli indici della corruzione e dell’evasione a crescere. A venti anni (domani) dall’esplosione di Mani Pulite, le forze più dinamiche della società (criminale) non si sono dunque lasciate intimorire. Ma se mai volessimo inseguire altri record, quello della disoccupazione giovanile è oramai alla nostra portata, visti gli ulteriori dati dell’Istat e gli 80 mila tra ragazzi e ragazze che hanno perso il posto nei primi nove mesi del 2011. Una volta tanto i tatuaggi di Belen – assai apprezzati da Studio Aperto – non hanno campeggiato più di tanto nelle scalette dei Tg, forse perché già inflazionati dalle galleries  dei maggiori siti di “presunta” informazione.  E cosi per quasi tutti aperture sulla Corte dei Conti e per alcuni -  Tg3, Tg2 e Tg la7 – attenzione ai drammi del lavoro. Il  30% degli italiani a “rischio povertà” compaiono nei titoli del Tg 2. Nel commento parliamo di diritti del lavoro e di lavoro che manca con Maurizio Landini, Segretario Fiom, alla vigilia dell’Assemblea nazionale del sindacato.

Tra gli altri temi, un certo spazio alla decisione di Monti di “registrare” la questione Ici-Imu  sulle proprietà della Chiesa e delle Ong. Su Mediaset, poi, “tutti gli omuncoli del Presidente” fanno a gara per accreditare la persecuzione giudiziaria denunciata da Berlusconi nella lettera pubblicata oggi dal Giornale. Servizi senza alcuna attenzione alla cronaca giudiziaria, senza alcun rispetto della “controparte” inquirente. Emilio Fede quasi si commuove mentre esprime solidarietà al perseguitato, spalleggiato dall’ospite Feltri che assicura inoltrerà al Cavaliere le lettere di solidarietà inviate dai lettori del Giornale di cui - guarda caso – la sua famiglia detiene la proprietà.

Buone le coperture sul progetto Pd di riforma dei rimborsi elettorali ( soprattutto sul Tg 3), mentre Bersani è “stranamente” presente su Tg 5 con una riflessione assai critica sui prezzi che l’Europa sta facendo pagare al popolo greco.

Un po’ tutti si “tuffano” poi sulla querelle Sanremo, con  spirito di parte ( concorrenza Mediaset) o più asetticamente. Ma si tratta comunque di interventi “obbligati” sul caso mediatico del momento. Il Tg 3 e Tg La 7 “provano” a dire qualcosa di sensato: lo sforzo è apprezzabile, il risultato meno.

Lorenzo Coletta

 

 


Il Commento di Maurizio Landini, Segretario Nazionale FIOM
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Alla manifestazione nazionale di sabato e, poi, allo sciopero del 9 di marzo, la Fiom  giunge con una piattaforma articolata di  denunce e di lotta :  dagli operai di Melfi con tessera Fiom che non vengono richiamati, alla più generale questione dei diritti e dei contratti nell’area Fiat, alla difesa dell’articolo 18, alle critiche all’Europa solo finanziaria e bancaria e, quindi, alla situazione greca. Che posizione ha la Fiom rispetto all’atteggiamento del Governo su questi temi e, più in generale, sulle politiche del lavoro?

Credo che il nuovo Governo Monti sul piano sociale stia facendo cose che non intervengono sulle ragioni che hanno prodotto la crisi. Noi, ad esempio, come Fiom consideriamo  non accettabile la riforma delle pensioni che è stata fatta, perché innalza l’età pensionabile e quindi va contro i giovani, perché non distingue tra lavori usuranti e lavori meno pesanti, e pensiamo anche che ci sia bisogno di un piano straordinario di investimenti perché il lavoro si crea soltanto in questo modo.

Le posizioni che esprimete  molto spesso non sono condivise da altri segmenti del mondo sindacale, ma anche di parte delle forze politiche di centrosinistra. Come vanno le cose all’interno della Cgil, anche qui c’è qualche problema?

No, credo che in questa fase la stessa decisione dello sciopero generale per il 9 di marzo ha il consenso della Cgil, anche perché quello che sta facendo la Fiat – e la politica dovrebbe accorgersene – mette in discussione le libertà e la democrazia in questo Paese il modello europeo di relazioni sindacali. Perché cancellare chi non è d’accordo, non assumere chi è iscritto ad un sindacato, avere mano libera nella gestione della fabbriche, è qualcosa che sta mettendo in discussione le libertà e la Costituzione stessa del nostro  Paese. Allo stesso tempo la lotta per ridurre la precarietà, estendere il reddito e gli ammortizzatori sociali a tutte le forme di lavoro e anche ai giovani precari, e la riconquista di un contratto  nazionale degno di questo nome,  sono tutte battaglie comuni con la  Cgil. Così come è condivisa la richiesta di fare una legge sulla rappresentanza che dia diritto ai lavoratori di votare sempre, e la battaglia per cancellare l’articolo 8 voluto dalla Fiat e introdotto dal Governo Berlusconi, che permette in Italia di derogare dai contratti e dalle leggi, aprendo una strada di competizione al ribasso sui diritti di chi lavora.

Torniamo un attimo a Monti, rappresentante eponimo di un’Italia che sembra risalire nelle classifiche del gradimento internazionale; da una parte sempre più applausi – gli ultimi quelli di ieri all’Europarlamento -   ma dall’altra i dati dell’economia. C’è il rischio di uno iato troppo forte  tra la nuova immagine che il Paese comincia a dare di se stesso, e  i dati reali sempre in peggioramento?

Uno dei problemi è che il livello di discredito  che noi avevamo raggiunto in Europa e nel mondo col governo Berlusconi, credo che non avesse paragoni nel quadro internazionale; è indubbio che oggi abbiamo di fronte una persona competente e che esprime credibilità. Ma il punto vero su cui non bisogna farsi trarre in inganno sono le reali politiche che sta facendo. In Italia si sta applicando alla lettera ciò che la Bce aveva chiesto questa estate: taglio delle pensioni, liberalizzazioni, addirittura messa in discussione dell’articolo 18. Io sono convinto che queste ricette sono quelle che hanno creato i problemi in Europa; ciò che sta succedendo in Grecia, ma anche i ritardi dell’azione in sede europea, discendono dall’idea di lasciar fare i mercati, il che ha determinato gli attuali disastri sociali. Oggi ci vorrebbe una politica che intervenisse sulle ragioni che hanno prodotto la crisi; si dovrebbe ridistribuire  la ricchezza, colpire l’evasione e la corruzione, un piano di investimenti che rimetta al centro la sostenibilità ambientale delle produzioni e l’idea stessa delle città. Su questi temi io non vedo novità da parte del Governo Monti. Mi rendo conto che siamo di fronte a persone sicuramente più credibili e più competenti, ma Monti esprime un’idea di Italia e di Europa che non mi convince perché  mette al centro solo la moneta e non un nuovo modello sociale dove il lavoro deve diventare un diritto e, al contempo,  rappresentare lo strumento che permette alle persone, giovani compresi, di potersi realizzare.

 

Dati Auditel di mercoledì 16 febbraio 2012

Tg1 - ore 13:30 4.923.000 25,56% ore 20:00 6.658.000 23,61%.
Tg2 - ore 13:00 3.452.000 19,75% ore 20:30 2.320.000 7,93%.
Tg3 - ore 14:30 2.220.000 12,24% ore 19:00 2.795.000 13,23%.
Tg5 - ore 13:00 3.819.000 21,47% ore 20:00 5.063.000 17,93%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.606.000 18,52% ore 18:30 1.465.000 8,46%.
Tg4 - ore 11:30 522.000 6,50% ore 19:00 1.134.000 5,31%.
Tg La7 - ore 13:30 910.000 4,73% ore 20:00 2.378.000 8,36%.

Fonte: www.tvblog.it


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