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Sulla maternita' la Lei fa un passo indietro, ma rimane il nodo precari
di redazione
La denuncia alla fine ha sortito l'effetto sperato. Con un comunicato diramato oggi il Dg Rai, Lorenza Lei, si dice oggi disposta a rivedere “la contestata clausola sulla maternità” togliendola dai contratti, per una diversa formulazione che non urti la suscettibilita' fatta salva la normativa vigente che non e' nella disponibilita' della Rai poter cambiare''. Una prima piccola vittoria dunque da parte del coordinamento di giornalisti precari che va sotto il nome di Errori di stampa.
La denuncia rimbalzata ieri di sito in sito e in seguito sulle pagine dei giornali ha infatti scatenato il fuoco di fila di prese di posizione, comunicati, dichiarazioni politiche e sindacali. Non ultima da parte dello Slc-Cgil che oltre a soffermarsi sulla clausola in questione pone l'accento sul proliferare di contratti atipici all'interno dell'azienda pubblica: “ Come Slc insieme a Nidil Cgil abbiamo tentato di avviare una discussione per regolamentare il mare di contratti atipici presenti in Rai, ponendo anche la questione della clausola sulla maternita': argomento fino ad ora difficile, proprio per le caratteristiche dei contratti adottati e le resistenze dell'azienda. A luglio, in un Accordo sulla stabilizzazione dei tempi determinati, siamo solo riusciti a citare l'argomento, senza pero' affrontarlo. Ben venga dunque l'azione di questi lavoratori che hanno trovato il coraggio di ribellarsi accendendo l'attenzione sul tema dei diritti fondamentali, soprattutto se questo ci aiuta a sollevare con piu' forza la questione della precarieta' delle donne e degli uomini che lavorano in azienda."
E sulla precarietà ripartono al contrattacco anche i giornalisti di Errori di stampa: “ Chiediamo pero' - come avevamo gia' fatto nella nostra lettera aperta lanciata ieri - che la revisione riguardi interamente i contratti-truffa imposti ai colleghi giornalisti che lavorano nei programmi di rete. Contratti da "consulente", "presentatore-regista", "autore-testi", che di fatto mascherano un lavoro giornalistico a tutti gli effetti. Questi contratti instaurano dei rapporti tra precari e azienda di "finto lavoro autonomo" e sono inaccettabili. Chiediamo ancora e con forza alla direttrice Lorenza Lei di rivederli e aggiungere nuove tutele per i lavoratori: la possibilita' di inserire l'Inpgi in fattura, la possibilita' di veder riconosciuto il praticantato giornalistico, politiche piu' eque per i rimborsi spese ed esplicito riferimento all'attivita' giornalistica nella mansione".
Come dire... vincere una battaglia non vuol dire aver vinto la guerra. Si affilano dunque le armi. Da questa mattina Errori di stampa lancia la nuova campagna... l'intento? Raccogliere storie di giornalisti precari Rai da mettere insieme e consegnare al Dg Lei a breve.
La denuncia rimbalzata ieri di sito in sito e in seguito sulle pagine dei giornali ha infatti scatenato il fuoco di fila di prese di posizione, comunicati, dichiarazioni politiche e sindacali. Non ultima da parte dello Slc-Cgil che oltre a soffermarsi sulla clausola in questione pone l'accento sul proliferare di contratti atipici all'interno dell'azienda pubblica: “ Come Slc insieme a Nidil Cgil abbiamo tentato di avviare una discussione per regolamentare il mare di contratti atipici presenti in Rai, ponendo anche la questione della clausola sulla maternita': argomento fino ad ora difficile, proprio per le caratteristiche dei contratti adottati e le resistenze dell'azienda. A luglio, in un Accordo sulla stabilizzazione dei tempi determinati, siamo solo riusciti a citare l'argomento, senza pero' affrontarlo. Ben venga dunque l'azione di questi lavoratori che hanno trovato il coraggio di ribellarsi accendendo l'attenzione sul tema dei diritti fondamentali, soprattutto se questo ci aiuta a sollevare con piu' forza la questione della precarieta' delle donne e degli uomini che lavorano in azienda."
E sulla precarietà ripartono al contrattacco anche i giornalisti di Errori di stampa: “ Chiediamo pero' - come avevamo gia' fatto nella nostra lettera aperta lanciata ieri - che la revisione riguardi interamente i contratti-truffa imposti ai colleghi giornalisti che lavorano nei programmi di rete. Contratti da "consulente", "presentatore-regista", "autore-testi", che di fatto mascherano un lavoro giornalistico a tutti gli effetti. Questi contratti instaurano dei rapporti tra precari e azienda di "finto lavoro autonomo" e sono inaccettabili. Chiediamo ancora e con forza alla direttrice Lorenza Lei di rivederli e aggiungere nuove tutele per i lavoratori: la possibilita' di inserire l'Inpgi in fattura, la possibilita' di veder riconosciuto il praticantato giornalistico, politiche piu' eque per i rimborsi spese ed esplicito riferimento all'attivita' giornalistica nella mansione".
Come dire... vincere una battaglia non vuol dire aver vinto la guerra. Si affilano dunque le armi. Da questa mattina Errori di stampa lancia la nuova campagna... l'intento? Raccogliere storie di giornalisti precari Rai da mettere insieme e consegnare al Dg Lei a breve.
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