di Osservatorio TG
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I Tg di martedì 21 febbraio - Dopo l’assordante silenzio che ieri ha caratterizzato i TG sulla vicenda della “clausola gravidanza” per le collaboratrici della Rai, oggi “ qualcosa” si è mosso. All’ora di pranzo il Tg 2 aveva realizzato il capolavoro di dare da studio la reazione della Direttrice Generale Lei ad una notizia che i suoi telespettatori non avevano avuto il piacere di conoscere; risultato: impossibile capire. Questa sera il Tg 3 fa un servizio corretto, che riporta la decisione di Viale Mazzini di “cassare” la clausola incriminata e incivile. Ricordiamo che la notizia era venuta fuori grazie a Errori di Stampa, associazione di giornalisti precari. Nel commento abbiamo sentito Silvia Garambois, del coordinamento di GI.U.LI.A, Giornaliste Unite Libere e Autonome.
Nel giorno in cui l’Europa ha salvato la Grecia – o, forse, la Grecia ha salvato l’Europa -, e mentre si approfondisce il caso India –marò, i Tg di prima serata danno comunque molto spazio alla pubblicazione dei redditi dei ministri del gabinetto Monti, su cui fin dalla mattinata si era scatenata l’attenzione del web. Ancora clamore per la malasanità nei pronto soccorso romani ( intervista del Ministro Balduzzi sul Tg 1, ma anche di Ignazio Marino sul Tg 4 e Tg 2 e Tg la 7). Ma su tutto si è imposta la polemica del giorno con le parole in libertà di Marcegaglia contro i sindacati che proteggerebbero i ladri, gli assenteisti e i dipendenti che non fanno il loro dovere. Alle proteste dei sindacati si somma l’attacco di Bersani che, ospite del Tg 3, rimanda al mittente le accuse e approfitta dell’occasione per lanciare un segnale niente male: in caso di mancato accordo con i sindacati sulla riforma del comparto lavoro, potrebbe mancare a Monti l’appoggio in Aula del Pd.
Mentana segnala con enfasi i “primi fischi” e le contestazioni per Napolitano in Sardegna, ma poi regala lo scoop di un Berlusconi pronto a candidare Monti nel 2013 a capo del centro destra. Il pensiero di Alfano intervistato dal Tg 5 risulta non pervenuto.
Forse in un impeto di nostalgia per Minzolini, il Tg 1 questa sera ci segnala che “oggi” è palindromo; ovvero che la data odierna si può leggere al contrario. Chissà se questo ha influito sull’odierna discesa dello spread? Inoltre è anche martedì grasso: che scoop!
Luca Fargione
Il Commento di Silvia Garambois, del coordinamento di GI.U.LI.A.
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Silvia Garanbois, sicuramente se ne è parlato per tutta la giornata di ieri nelle reti televisive e forse nelle redazioni dei Tg, ma la notizia del “rischio gravidanza”-chiamiamolo così- per seguire il dettato delle clausole del comparto Rai delle collaborazioni esterne, non è uscita né ieri e, sostanzialmente, neanche oggi nei Tg.
“Questo è gravissimo, perché aggiunge un altro tassello vergognoso alla mancanza di notizie di ieri. Non era assolutamente un mistero che il fatto di rimanere incinta prima di firmare un contratto o una collaborazione con la Rai, come con altre aziende, potesse significare per una giornalista della Rai la fine del rapporto di lavoro. Ma la notizia clamorosa è “vederlo scritto” nero su bianco. Noi come GI.U.LI.A. conosciamo quanto sia esteso questo fenomeno nel precariato. Siamo tutte giornaliste e molte di noi hanno avuto anche dei ruoli sindacali. Abbiamo così iniziato una raccolta di testimonianze per capire fino a che punto arriva la discriminazione delle giovani colleghe quando aspettano un bambino. Pubblicheremo presto un libro bianco per portarlo al ministro del Lavoro Fornero”.
Nel caso della Rai - adesso la Lei ha fatto ammenda - c’è la clausola di gravidanza, ma nel privato ed in moltissime altre aziende c’è la regola delle dimissioni prefirmate nel caso di gravidanza. Insomma, questa donna, l’angelo del focolare, la madre di tutti noi, la regina di un Paese di mammoni, in realtà viene sconsiderata a tutti i livelli.
“La questione delle dimissioni in bianco sta venendo alla luce con tutta la sua prorompenza. Eravamo riusciti in qualche modo a porre degli argini quando è stata fatta la legge 188 contro le dimissioni in bianco, ma adesso la questione è di nuovo riesplosa in tutta la sua gravità. La differenza con la Rai è che alla Rai, in maniera improvvida, lo mettono addirittura scritto nero su bianco”.
Un’altra notizia che, al contrario, i telegiornali oggi hanno ripreso: pochi posti disponibili per un lavoro fisso, 300 mila candidati in un concorso a Roma; moltissime le donne: 35enni, 40enni, 45enni in attesa del primo lavoro non precario. Una condizione generale, ma al femminile ancora più drammatica.
“E’ proprio così. Ed è per questo motivo che abbiamo fondato GI.U.LI.A, che in pochi mesi ha riunito più di 500 giornaliste. Noi conosciamo tutti i limiti della nostra professione, ma siamo convinte che proprio dalle giornaliste debba partire, avendo noi la possibilità ed il dovere di informare, un allarme sul piano democratico per il ruolo ancora assolutamente subalterno delle donne, che non riescono ad ottenere un lavoro fisso ed un ruolo dignitoso nella società. Un ruolo che non occupano nonostante tutti sanno e concordano che sono le più preparate, che hanno una formazione maggiore, moltissime doti riconosciute che, però, quando si tratta di trasformarle in un posto di lavoro, svaniscono”.
Quasi perfette, allora … peccato che rischiano di rimanere incinte.
“Esatto. Ma la Rai non è un’ azienda come le altre. Il fatto che sia esploso alla Rai il “codicillo gravidanza” ha una gravità tutta sua e molto maggiore rispetto a qualsiasi altra azienda privata; questo perché la Rai è la prima azienda culturale italiana, quindi l’istituzione che dovrebbe stimolare l’avanzamento di una cultura diversa in questo Paese. Ed è inoltre un’ azienda di proprietà pubblica; la si veda come si la vuol vedere, ma la proprietà della Rai è pubblica. Quindi, alla luce di questi due elementi ciò che i colleghi -giovani e meno giovani- i precari di Errori di Stampa, hanno sollevato come nel caso della clausola di gravidanza,è davvero un elemento di assoluta gravità”.
Dati auditel dei TG di lunedì 20 febbraio
Tg1 - ore 13:30 4.414.000 21,99% ore 20:00 6.596.000 23,08%.
Tg2 - ore 13:00 3.100.000 16,45% ore 20:30 2.712.000 8,91%.
Tg3 - ore 14:30 2.115.000 11,48% ore 19:00 2.864.000 13,37%.
Tg5 - ore 13:00 3.916.000 20,49% ore 20:00 6.055.000 21,11%
Studio Aperto - ore 12:25 3.054.000 19,70% ore 18:30 1.667.000 9,48%.
Tg4 - ore 11:30 566.000 6,27% ore 19:00 1.119.000 5,23%.
Tg La7 - ore 13:30 777.000 3,87% ore 20:00 2.618.000 9,03%.
Fonte: www.tvblog.it