di Osservatorio TG
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I TG di mercoledì 22 febbraio - Era una casa come tante, una palazzina avvolta da mesi nel fumo dei mortai dell’esercito siriano fedele ad Assad. Aveva qualcosa in più: una parabola per la telefonia satellitare, unico strumento di contatto con il mondo per i giornalisti di tanti paesi che lavoravano tra le rovine di Homs. Anche per questo razzi e mortai l’hanno scelta come obbiettivo, facendo due morti e molti feriti nel gruppo dei giornalisti e degli operatori. La morte di due giornalisti – una americana, uno francese - rappresenta una goccia nel mare delle circa ottomila vittime censite in Siria negli ultimi 11 mesi. Parlarne, però, non è un riflesso corporativo, perché gli inviati nelle aree calde e tra le linee delle guerre civili sono i nostri occhi e le nostre orecchie, sempre che si abbia la voglia di vedere e di ascoltare. Qualche servizio all’interno, titolo solo per il Tg 3.
Non esistono però solo bombe e cecchini: “Ossigeno per l’Informazione” meritoriamente ci aggiorna sulle minacce, gli attentati e le difficoltà tra cui devono destreggiarsi tanti colleghi anche nel nostro Paese per fare quotidianamente il loro lavoro. Nelle ultime ore si è aggiunta un’altra aggressione, anche se sotto la forma di una sentenza di un tribunale civile: condanna a più di 7 milioni di euro per la Rai e, in solido, per il giornalista Corrado Formigli per un servizio del dicembre 2010 su Anno Zero che illustrava dati sulle prestazioni di alcune vetture sportive presenti sul mercato italiano, tra le quali l’ALFA Mito risultava meno prestante. La cosa non era piaciuta alla Fiat. Ci ha fatto piacere, questa sera, sentire Enrico Mentana lanciare un allarme sul restringimento dell’area e della libertà del lavoro giornalistico nel nostro Paese, in virtù di questa sentenza-mostro; Tg la 7 ha usato un titolo indicativo: “Fiat voluntas tua”, poi Mentana ha fatto un lungo editoriale a braccio in cui ha “demolito” lo spirito della sentenza, oltre a criticare la Fiat per i comportamenti recenti e pregressi e a chiamare in campo lo stesso Marchionne. Ineccepibile. Nel commento abbiamo ascoltato l’involontario protagonista di questa vicenda, il collega Corrado Formigli, ora conduttore di Piazza Pulita su La 7.
Non c’è tempo per altre analisi di serata; un’unica segnalazione: sui Tg Mediaset mancano del tutto la decisione del Tribunale di Milano avversa alla ricusazione dei giudici nel processo Mills e la notizia delle probabile sentenza di primo grado attesa per sabato.
Lorenzo Coletta
Il Commento di Corrado Formigli, giornalista e conduttore di Piazzapulita
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Corrado, non ti senti un po’ in colpa? Dopo il tuo servizio del 2010 la Fiat ha perso quote di mercato sia in Italia che in Europa. È tutta colpa tua?
“Be’, ovviamente è tutta colpa mia. È notorio che la crisi di vendite della Fiat sia dovuta alla famosa puntata di Annozero del 2 dicembre 2010. Tutti gli osservatori internazionali sono concordi nell’attribuire a quella puntata e a quel mio servizio di cinquanta secondi la crisi di vendite del gruppo Fiat. È stato certificato, e confesso di sentirmi colpevole … Ma al di là delle battute, questa è la cosa più ridicola che mi sia capitato di sentire”.
Passando dal faceto al serio, è comunque identificabile in questa sentenza - che come tutte le sentenze può essere contestata, ma va comunque rispettata - un segno evidente del pericolo che incombe sul mondo dell’informazione? Ammettiamolo: in cinquanta secondi non si può demolire un colosso mondiale dell’auto…
“Voglio approfittare della vostra ospitalità per lanciare un appello drammatico a tutti quelli che mi possono ascoltare, e soprattutto al nostro mondo, quello dell’informazione. Questa vicenda non riguarda soltanto Corrado Formigli e la Rai, perchè da domani potrebbe riguardare chiunque. È una sentenza gravissima, e lo è perché siamo passati ad una scala di grandezza totalmente sconosciuta rispetto alle cause classiche per diffamazione intentatefinora contro giornalisti. Questa è una causa civile nella quale, per un servizio di 50 secondi (dove ho usato termini contenuti e civili, mi sono permesso di dire quella che presumevo la verità - un fatto per altro accertato da Quattro Ruote - : un’automobile – in quel caso una Alfa MiTo – era più lenta, meno veloce di altre due concorrenti), per quei 50 secondi, dicevo, vengo condannato insieme alla Rai a 7 milioni di euro di risarcimento. Credo che sia una sentenza assurda, anche perché la maggior parte di questa somma, 5 milioni e 250 mila euro, sono considerati “danni morali” all’azienda Fiat. Onestamente, non riesco a capire quale possa essere un “danno morale”, un danno non materiale, per un fabbricante di auto. Tenete conto che la morte di un figlio vede come massimo risarcimento morale da parte del Tribunale di Milano, la cifra di 308 mila euro. Questa sentenza è sconvolgente, e purtroppo apre la strada alla possibilità per i grandi gruppi e per le grandi aziende di isolare i giornalisti, di scoraggiarli e di impedirgli di fare il proprio mestiere, anche quello – se necessario - di criticare un prodotto”.
Dati auditel dei TG di martedì 21 febbraio
Tg1 - ore 13:30 4.250.000 21,73% ore 20:00 5.986.000 21,97%.
Tg2 - ore 13:00 2.984.000 16,32% ore 20:30 2.604.000 8,80%.
Tg3 - ore 14:30 2.049.000 11,69% ore 19:00 2.795.000 13,38%.
Tg5 - ore 13:00 3.848.000 20,73% ore 20:00 5.137.000 18,84%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.694.000 17,71% ore 18:30 1.661.000 9,63%.
Tg4 - ore 11:30 435.000 5,15% ore 19:00 1.075.000 5,13%.
Tg La7 - ore 13:30 927.000 4,74% ore 20:00 2.459.000 8,93%.
Fonte:www.tvblog.it