di Massimo Solani
Ci sono giorni in cui il senso delle cose ti si mostra sotto gli occhi in tutta la sua forza. La giornata di venerdì è uno di quei giorni. A distanza di poche ore, infatti, prima la Magneti Marelli di Bologna (gruppo Fiat) ha deciso di sfrattare l'Unità dalla bacheca dove alcuni lavoratori la affiggevano da sempre, poi un telegramma della Fiat ha fatto sapere ai tre lavoratori di Melfi reintegrati in base alla sentenza della Corte d'Appello che “possono restare a casa” in quanto l'azienda “non intende avvalersi della loro opera”.
E' in giorni così che, nel 2012, ha ancora più senso la dura battaglia quotidiana che migliaia di persone conducono metro per metro per difendere i diritti scolpiti nella Costituzione e dalla Costituzione tutelati. Il diritto all'informazione, quello al lavoro o ad una libera organizzazione sindacale. Principi che qualcuno, in Fiat ma non solo, vorrebbe poter cancellare in nome di una idea di mercato e imprenditoria che nulla ha a che vedere con la modernità e le nuove sfide della competizione globale. L'Unità, fin dal 1924, ha scelto da che parte stare e non smetterà certo di fronte alle intimidazione o ai divieti. Perché, come scrisse Antonio Gramsci, rappresenta “un significato per gli operai e un significato più generale”, perché non farà mancare mai la sua voce al fianco di chi lotta per il proprio lavoro e non spegnerà mai i riflettori su chi invece vorrebbe ridurre i lavoratori ad un ruolo di muta e precaria subalternità. Privare della voce qualsiasi lotta, significa depotenziarla fino a spegnerla. Significa rendere più solo chi ogni giorno combatte e indebolirne le armi in un contesto in cui lo squilibrio delle forze è già terrificante.
Per questo l'Unità non si arrenderà e non si lascerà intimidire. Per questo staremo ancora dalla parte giusta della barricata.
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"La Fiat ha espulso anche l'Unità negando la bacheca dove, da decenni, il giornale veniva esposto.
Il tutto è accaduto alla Magneti Marelli di Bologna, azienda del gruppo Fiat. Evidentemente stanno perdendo la testa e dopo espulso la FIOM pensano di metterebal bando tutto quello che non gli garba, compreso l'articolo 21 della Costituzione". Lo affermano in una nota Beppe Giulietti, portavoce articolo21 e Vincenzo Vita, senatore pd.
Sarà il caso che le autorità istituzionali e di governo ricordino alla Fiat che le leghi enle sentenze dei tribunali, vedi Melfi, valgono anche per loro. Per quanto ci riguarda, dopo le ultime vicende, saremo presenti senza incertezze alcuna alla manifestazione nazionale del prossimo 9 marzo, indetta falla FIOM, perchè ci sono diritti che non possono essere nè soppressi,nê congelati.