di Osservatorio TG
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I Tg di martedì 28 febbraio - Sarà perché la politica rischia - e non da oggi - di “scottarsi” con la questione Tav- Val di Susa, sarà perché l’informazione televisiva è abituata ad “annusare” la politica, oltre che ad annuire. Sarà per queste o anche per altre ragioni, ma il risultato è indubbio: mentre talk, quotidiani e siti di informazione tengono “alto” il dibattito sulla Val di Susa – con gli eccessi ben oltre la volgarità di Libero e de Il Giornale – i Tg non vanno oltre la cronaca. Per chi non fosse un minimo informato sui fatti, i servizi presentati sarebbero incomprensibili: un ragazzo che cade da un traliccio, posti di blocco su importanti raccordi stradali, manifestanti “contenuti” dalle forze dell’ordine. In pratica non si nomina il problema dell’alta velocità, né si riprendono le ragioni delle proteste dei valligiani. Fa, almeno in parte, eccezione il Tg 2 che stasera ricorda le tappe fondamentali dell’ultimo ventennio. Le testate Mediaset si comportano come il poliziotto buono e quello cattivo: TG 5 “attacca” le contestazioni violente e illustra le contraddizioni a sinistra, mentre Tg 4, paternalisticamente, con Fede invita alla calma. Paradossalmente l’intervento odierno di maggiore spessore risulta quello del Ministro Cancellieri, che invita ad una ripresa del dialogo. Approfondire significa discutere e anche dividersi, come è accaduto negli ambienti della Magistratura torinese. Nel commento abbiamo ascoltato il Dottor Livio Pepino, a lungo alla Procura di Torino ed ex membro del CSM. Nei giorni scorsi alcune sue critiche nei confronti dell’azione degli uffici del Procuratore Generale Caselli hanno agitato le acque; ma meglio questo che la palude.
Per il resto, Mentana enfatizza – anche con qualche pennellata di ironia – la montiana battaglia per far pagare le tasse agli italiani. Tg 5 è il più accurato nel seguire la vicenda del Marò in stato di fermo in India. Tg 3 ci fa sapere che è rischio chiusura, o comunque ridimensionamento, uno dei centri pubblici più importanti per la neuropsichiatria infantile, quello romano di Via dei Sabelli, fondato dal grande e compianto Giovanni Bollea: continuiamo a farci del male.
Segnaliamo due insulsi servizi dal Tg 1 – corrispondenza da Londra - e, non a caso, da Studio Aperto, che ci parlano di una coppia di fratelli inglesi membri l’uno dell’equipaggio della Costa Concordia, l’altra della Costa Allegra: salvo il primo, rimorchiata verso le Seychelles la seconda. Un po’ poco per “lanciare” un reality d’ambientazione familiare, seppure in tono minore.
Lorenzo Coletta
Il Commento di Livio Pepino, magistrato ex membro del Csm
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Dottor Pepino, continuano i blocchi stradali in Val di Susa, con corredo di proteste anche in molte altre città del Paese. L’attenzione corre naturalmente al giovane Luca Abbà, il contadino anti-Tav ricoverato in gravi condizioni. Lei ha espresso nei giorni scorsi una posizione molto critica anche sugli arresti decisi dalla Procura di Torino, dove per altro ha lavorato per anni. Ci vuole riassumere le sue ragioni?
“Io ho espresso, recentemente - ma lo vado dicendo da tempo - una critica forte al modo in cui si tanno gestendo le vicende nella Val di Susa. La politica ha rinunciato a fare politica; da anni si fa finta di costruire un dialogo, che in realtà non sta in piedi perché l’unico livello che viene ammesso è quello di vedere come fare un’opera, non se fare un’ opera. Questo non è dialogo. Si assiste, quindi, ad una conseguente delega da parte della politica per la gestione del problema alla polizia e all’autorità della magistratura. Io credo che una grande questione come questa, di rilevanza sociale e democratica, si debba risolvere a livello politico; non può risolversi a livello di ordine pubblico o a quello giudiziario. Che cosa è finora accaduto? Come tutti noi sappiamo, a livello di ordine pubblico ci sono stati una serie di interventi, spesso molto duri, che hanno provocato scontri, reazioni e quant’altro. A livello giudiziario la giurisdizione ha fatto, per molti aspetti, il suo mestiere. Su questo non c’è dubbio. Non contesterò mai che la giurisdizione debba perseguire i reati quando dei reati vengono commessi. Il problema non è questo. È che, in questo clima, a me è parso che la giurisdizione abbia assunto su di sé essenzialmente un ruolo di tutela dell’ordine pubblico, anziché quello che è il suo ruolo classico, che consiste nell’accertamento rigoroso della responsabilità dei singoli e della gravità dei comportamenti di ciascuno. Ho detto che in una situazione di questo tipo, quando ci sono delle misure cautelari facoltative - che nell’atto di valutarle concedono ampia discrezionalità al Pubblico Ministero, al Gip e al Tribunale del Riesame - questa discrezionalità debba essere utilizzata valutando e differenziando le posizioni. Sempre a mio avviso, ciò non è stato fatto in maniera sufficiente, pur partendo da un’impostazione correttamente dichiarata, e cioè quella di esaminare le singole posizioni”.
Dottor Pepino, ma ai suoi occhi, anche esteticamente, non risalta una differenza fondamentale tra la faccia, la mimica le espressioni, il modo di agire di Luca Abbà, contadino contestatore anti Tav, e dei tanti black-bloc che comunque abbiamo visto in azione, in Val di Susa e non solo, con la bandiere del no-tav?
“ Certamente sì. Tenga presente che Luca Abbà - che io personalmente conosco, con cui ho parlato molte volte di questi problemi, e con cui spero … di tornare a mangiare i prodotti dei suoi campi, le sue note patate e le sue note zucche - . Luca Abbà, dicevo, è stato a ondate alterne inserito nell’ala pacifica o l’ala “violenta”. Il movimento No Tav è un movimento complicato. Ha carattere nazionale per alcuni aspetti, ma fino ad un certo punto. Apro qui una parentesi: per un verso gli aderenti al movimento No Tav sono stati criticati perché “piccoli valligiani, ignoranti e egoisti che non possono opporsi alle decisioni del Paese”; adesso gli si contesta che non sono più solo valligiani, ma vengono anche da fuori; chiusa parentesi. Tornando al movimento, va detto che, in diversi momenti e con diversi atteggiamenti, ci sono stati episodi di violenza. Episodi che io non solo ritengo perseguibili sotto il profilo giuridico come reati, ma che ritengo politicamente sbagliati non sotto un profilo tattico, ma sotto quello sostanziale. L’ho detto molte volte, ed anche in Valle, che se vogliamo costruire un mondo migliore e diverso, questo mondo sarà ad immagine e somiglianza del modo in cui lo costruiremo. Se lo costruiamo in un modo pacifico e solidale, sarà un modo pacifico e solidale; se lo si costruisce in modo violento, sarà violento come il mondo in cui viviamo oggi. Questo è per me un dato evidente, ma credo si debba cercare di capire quello che succede e differenziare le posizioni. Molte volte ho detto che è diverso opporsi facendo un’azione sulle “cose”, sulle reti, dall’aggredire le persone. Non è una cosa buona considerarle alla stessa stregua. Una cosa è aggredire, una cosa è reagire ad un aggressione. Dico questo non per giustificare nulla, ma perché voglio che lo si capisca; che si esorcizzi – in barba a ciò che qualche giornale stamattina ha scritto, insultando Luca Abbà - , una sorta di assimilazione tra protesta e anticamera del terrorismo. Questo atteggiamento non solo è sbagliato, ma rischia anche di fare delle previsioni che si auto- avverano. Io credo che la maturità del movimento le respinga, ma che i cattivi maestri siano proprio quelli che usano metodi di questo genere”.
Dottor Pepino, una battuta per concludere. Non so se in questi giorni le è capitato di prendere un caffè con il giudice Caselli. Se ciò fosse avvenuto - o se avvenisse -, avreste di che contestarvi a vicenda, oppure rimanete all’interno di una visione giurisdizionale con sfumature diverse?
“Io credo che sia una cosa non solo sbagliata, ma anche l’espressione della barbarie in cui viviamo, il vivere come contrapposizioni personali quelle che sono delle diversità, anche notevoli, di valutazioni su punti specifici. Io con Giancarlo Caselli sono stato in sintonia per decenni sulle analisi di ciò che accadeva nella giurisdizione; questa volta ho delle valutazioni diverse. Ma il problema non è Caselli o, più modestamente, Pepino. Il problema è produrre un ragionamento su quello che sta accadendo e sul contenuto delle misure. Spostare tutto, come troppi fanno, sul piano personale, è secondo me non solo uno sbaglio, ma anche un modo per eludere quelli che sono i reali problemi”.
Dati auditel dei TG di lunedì 27 febbraio
Tg1 - ore 13:30 4.115.000 22,28% ore 20:00 6.657.000 23,91%.
Tg2 - ore 13:00 2.877.000 16,91% ore 20:30 2.768.000 9,24%.
Tg3 - ore 14:30 2.049.000 11,96% ore 19:00 2.938.000 14,31%.
Tg5 - ore 13:00 3.929.000 22,79% ore 20:00 5.636.000 20,23%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.411.000 17,40% ore 18:30 1.472.000 8,94%.
Tg4 - ore 11:30 477.000 6,55% ore 19:00 1.201.000 5,72%.
Tg La7 - ore 13:30 955.000 5,17% ore 20:00 2.422.000 8,57%.
Fonte:www.tvblog.it