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Il Pdl su Rai, frequenze e giustizia: "Non aprite quelle porte!"
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di Osservatorio TG

Il Pdl su Rai, frequenze e giustizia: "Non aprite quelle porte!"

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I Tg di mercoledì 7 marzo 2012 - Stasera sembrava di essere tornati indietro di qualche mese ma, in realtà ad un’altra era geologico-politica: Lupi, Gasparri e Alfano in apertura su tutte le testate per ribadire il “no” del Pdl alla discussione su governance della Rai, sulle frequenze digitali e sulla giustizia.“No” anche alla semplice apertura di un tavolo e,  soprattutto, “no” a che il Governo Monti se ne occupi. Per contrappasso Bersani e Finocchiaro, ma anche Casini e l’IDV, che attaccano la ex maggioranza che non esiste più neanche come ex, per la pervicacia e la coatio a ripetere sui temi più concretamente rilevanti per Berlusconi. I Tg del’ora di pranzo riportavano anche la non casuale visita di Confalonieri a Palazzo Chigi, con le conseguenti dichiarazioni che preannunciano crisi dura e licenziamenti a Mediaset. Chi vuole capire capisca. Grande spolvero, insomma della politica old style, guarnita dalla ciliegina sulla frittata tutta interna al Pdl della mancata presenza di Berlusconi a Porta a Porta per non “oscurare” la leadership di Alfano. E’ Enrico Mentana che, oltre a rappresentare le tensioni di giornata, coglie esplicitamente e criticamente il nuovo-vecchio schema politico tornato – speriamo solo provvisoriamente – in auge.

Questa overdose di vecchia politica non giustifica la pratica assenza delle tematiche legate all’8 marzo. Dopo  timide aperture nei giorni scorsi, stasera lo spazio alle lotte e alle tematiche di genere è limitatissimo: un servizio del Tg 3 sulle cassaintegrate dell’Omsa, un sondaggio presentato da Tg 5; una proposta niente male di Studio Aperto che decide di dedicare questo 8 di marzo alla volontaria italiana Rossella Urru. Nel commento abbiamo ascoltato Jessica Cugini, una giornalista che lavora per un mensile femminista: ComboniFem, edito dalle missionarie comboniane.

Da Studio Aperto, infine, una notizia “divertente” che divertente non è: la catena di abbigliamento milanese che punisce gli errori dei dipendenti con l’obbligo delle flessioni. Proponiamo il caso al tavolo della riforma dell’articolo 18.

Lorenzo Coletta


Il Commento di Jessica Cugini, redattrice di ComboniFem
 (Intervista di Alberto Baldazzi)


Una rivista missionaria che si occupa dei problemi della donna -  anche se ovviamente  in scenari e su tematiche  le  più disparate - . Rimanendo più vicini a noi, parliamo  della questione del linguaggio nella televisione e nei telegiornali relativamente al mondo e all’immagine femminile …

 “Manca completamente un linguaggio di genere, che tra l’altro è fondamentale al superamento delle disuguaglianze. Ad esempio manca la femminilizzazione dei cosiddetti “nomi di potere”: continuiamo a chiamare la Merkel “Cancelliera”, ma non riusciamo a chiamare Elsa Fornero  “Ministra”. Quindi c’è un problema di genere, una mancata declinazione al femminile dei nomi di potere. E questo probabilmente un significato ce l’ha. Non è un dettaglio, proprio perchè cela una matrice  culturale, disconosce un ruolo e fa soprattutto un danno alle nuove generazioni, perché impedisce che si crei un’ identità di genere, soprattutto  in riferimento ai ruoli elevati nella società. La mancata femminilizzazione dei termini è senz’altro una grave lacuna del linguaggio mediatico”.

Il linguaggio veste o sveste anche l’immagine  della donna. Anche nei Tg la donna è spesso “svestita”: svestita di ruolo, svestita di funzione, svestita di dignità. Oltre il la questione del linguaggio di genere,  questo è un altro tema molto forte …

“Sì. Le immagini che passano in televisione sono l’altra faccia della medaglia;  una rappresentazione distorta che i media danno del genere femminile. C’è una distorsione dell’immagine femminile nelle televisioni e nei media, nelle pubblicità, insomma, in tutto quello che è mediatico. Il mondo femminile che vediamo in televisione è quello che riduce sempre la donna ad oggetto di uso e consumo; nei programmi televisivi siamo sempre figure di contorno, suppellettili quasi senza parola. E le donne vere, le donne quotidiane, sono diventate invisibili. Diventiamo protagoniste solo negli spazi di gossip oppure quando siamo vittime di violenza di genere e di abusi. Le donne reali mancano. Credo che, in questo senso, l’ultimo Sanremo sia stato esemplare nel momento in cui è arrivata Geppi Cucciari, una conduttrice televisiva che rappresenta un modello diverso di donna, capace di far spettacolo ma anche di far riflettere; allora tutti si sono stupiti del fatto che possano esistere anche in televisione donne così. E invece no, forse sono più le Geppi Cucciari che le Belen”.

Per concludere, una rivista missionaria ha l’occhio lungo e guarda al nord e al sud del mondo. La crisi  nei paesi del mancato sviluppo  sta  creando  sconquassi ulteriori nei rapporti di genere …

“Sì, sta dando grandi problemi, perché non ci mettiamo in discussione sui consumi. L’unica forza per quello che riguarda l’economia dei paesi del sud del mondo è quello che viene chiamato microcredito, che poi è tutto riferito al femminile. C’è anche lì tutto un lavoro culturale da approfondire. La cooperazione sembra finalmente essere donna, però si parla sempre troppo poco di questi temi, ed in questo caso è sempre discriminante il genere”.


Dati Auditel dei TG di martedì 6 marzo

Tg1 - ore 13:30 4.195.000 22,62% ore 20:00 6.092.000 22,94%.
Tg2 - ore 13:00 3.106.000 18,47% ore 20:30 2.464.000 8,55%
Tg3 - ore 14:30 1.899.000 11,15% ore 19:00 2.678.000 13,64%.
Tg5 - ore 13:00 3.967.000 23,18% ore 20:00 5.312.000 19,67%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.263.000 16,89% ore 18:30 1.306.000 8,30%
Tg4 - ore 11:30 465.000 6,27% ore 19:00 1.017.000 5,11%.
Tg La7 - ore 13:30 868.000 4,67% ore 20:00 2.273.000 8,48%.

Fonte: www.tvblog.it

 


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