di Osservatorio TG
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I Tg di martedì 27 marzo - Non credevamo a i nostri occhi. Decine di lanci di agenzia a partire dal primo pomeriggio, ampio spazio sui siti d’informazione, ma niente: per i Tg di serata la sentenza del giudice bolognese che sanziona la Fiat per comportamento antisindacale e impone il rientro della rappresentanza dei metalmeccanici della Cgil alla Magneti Marelli non è rilevante. Eppure si parla proprio dello stabilimento che era stato abbondantemente ripreso da tutti per la vicenda dell’esclusione della storica bacheca dell’Unità. Il magistrato afferma che un sindacato fortemente rappresentativo ha diritto all’agibilità della fabbrica anche se non ha firmato l’ultimo contratto. I “magnifici 7” dell’informazione serale colpiti da 7 infortuni professionali? Difficile da credere. Ipotizziamo una pressione del gruppo che, malgrado la crisi, continua ad essere uno dei maggiori investitori pubblicitari per la Tv. I delegati Fiom “assenti”, dunque, mentre la disperazione della delegazione Alcoa davanti al Ministero dello Sviluppo Economico – con i tafferugli che ne sono derivati – è ripresa da tutti, e con maggiore spazio da Tg 3 e Tg la 7.
Demoralizzati, passiamo ad un altro scenario anch’esso tutt’altro che esaltante: le ultime ore dell’attuale Cda Rai che, però, rischiano di risultare solo le penultime. TG3 si occupa ampiamente dell’incontro di oggi dell’Idv per la riforma della governance del servizio pubblico, Tg 2 più in breve, mentre TG 5 illustra la provocazione di Santoro, che si propone come candidato alla Direzione generale. Nel commento abbiamo sentito Franco Siddi, Segretario della FNSI.
L’apertura per tutti è sul summit ABC, che avrebbe partorito la bozza d’accordo sulla riforma elettorale, poi Monti in Oriente, che riceve complimenti da destra e da manca, la busta paga di marzo degli italiani alquanto alleggerita, e il Papa che “forse” vede Fidel in nottata.
Le ulteriori contestazioni a Milano per il giudice Caselli - targate No-TaV, anche se forse si tratta di un franchising – sono presenti solo su Tg 2 e Tg3.
Un Emilio Fede in grande spolvero risponde – negando – su Tg 3 e Tg La 7 alle accuse di aver tentato di versare in una banca svizzera 2 milioni e mezzo di euro in contanti, e minaccia “ritorsioni mediatiche”.
Segnaliamo, infine che solo Mentana si occupa di Siria e della poco credibile disponibilità del sanguinario Assad verso la tregua proposta da Kofi Annan: probabilmente deve ancora eliminare qualche migliaio di oppositori.
Lorenzo Coletta
Il Commento di Franco Siddi, Segretario Generale dell’FNSI
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Franco Siddi, in queste ore c’è il count-down sul Consiglio di Amministrazione della Rai, che probabilmente non produrrà nulla di concreto a breve. Si parla soprattutto di governance. Ma per quanto riguarda il servizio pubblico non bisogna parlare anche di contenuti?
“Credo che sia meglio definire la missione all’origine ed essere molto chiari su questo: la Rai è servizio pubblico, deve fare produzioni da servizio pubblico, deve competere nel mercato con una produzione di qualità. La Rai ha circa 13 mila dipendenti, moltissime eccellenze che oggi sono nella “naftalina”, chiuse nello sgabuzzino, che vanno rimesse al lavoro. La Rai avrebbe il primato naturale del pubblico, se volesse, ma per farlo deve garantire pluralismo e libertà. Oggi la Rai non è niente di tutto questo. C’è un Direttore Generale che sta proponendo la sua immagine sui giornali per essere riproposta, ma non credo che l’acqua zuccherata sia sufficiente per riproporsi, come adesso la Lei sta facendo. Il Dg ha peggiorato le cose in questo anno di gestione. La Lei ha avuto una grande opportunità, quella di operare in una situazione di politica debole, ed essendo una persona che proveniva dall’azienda e che la conosceva fino in fondo, poteva liberare le energie e le risorse e ridare impulso alla Rai in tutto il suo patrimonio espressivo, che non è fatto solo di macchine e di tralicci. Non è fatto neanche solo di sedi, e anzi lì occorreva razionalizzare di più e bene per recuperare risorse finanziarie per fare altro. La Lei ha lasciato gli epurati fuori, e ha accompagnato lei stessa qualcun altro fuori dall’azienda. Credo, quindi, ci sia bisogno urgente di trovare una soluzione per questa fase di emergenza per salvare il servizio pubblico. L’Italia si salva salvando anche la Rai, che non è un’azienda di un padrone qualsiasi, ma dei cittadini.”
Ma nel “cantiere Italia”, le cui chiavi abbiamo consegnato ai tecnici,quanto dovrebbe occupare per importanza, ruolo e gerarchia la sorte della più importante azienda culturale del Paese?
“Credo che debba essere importante quanto lo è in questo momento lo spread nella finanza, quanto lo sono nell’industria gli interessi della Fiat rispetto a qualche altra azienda che va in crisi. Lo Stato non può assistere inerte al dissesto della Rai. Rimanere così come siamo adesso significa mettere in conto un altro passivo nel bilancio pubblico dello Stato stesso. Quindi il governo, come minimo, deve intervenire per questo motivo. Se la Rai non piace ai tecnici per l’immagine che rappresenta, come un immenso carrozzone, vadano a guardare allora soltanto quest’aspetto e facciano in modo che questa azienda torni a produrre, che ricominci a fare ricavi importanti, che metta in moto le persone e che concorra a tenere insieme, con la sua attività culturale e d’informazione, la coesione civile di questo paese.”
Dati Auditel di lunedì 26 marzo 2012
Tg1 - ore 13:30 3.891.000 21.92% ore 20:00 5.390.000 21.93%.
Tg2 - ore 13:00 2.779.000 17.95% ore 20:30 2.601.000 9.43%.
Tg3 - ore 14:30 1.853.000 11.43% ore 19:00 2.086.000 13.71%.
Tg5 - ore 13:00 3.553.000 22.45% ore 20:00 5.044.000 20.41%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.098.000 17.66% ore 18:30 915.000 7.88%.
Tg4 - ore 11:30 346.000 5.98% ore 19:00 664.000 4.27%.
Tg La7 - ore 13:30 984.000 5.52% ore 20:00 1.957.000 7.85%.
Fonte: www.tvblog.it