di Nello Trocchia
Porto di Gioia Tauro, il più grande d’Europa, doveva essere il volano, la piattaforma di lancio dell’economia calabrese. E’ finita diversamente. C’entra la ndrangheta, ma anche il malaffare politico, come sempre in queste storie di mezzogiorno a perdere. Un porto che da sempre attira l’attenzione delle ‘ndrine Pesce e Bellocco di Rosarno, Molè e Piromalli di Gioia. Interessi finiti in inchieste della magistratura anche omonime, nella relazione della commissione di inchiesta sulla mafia calabrese ed in sentenze. Nell’ultima inchiesta della procura calabrese in manette sono finiti anche uomini delle dogane, i boss garantivano ai cinesi il passaggio delle merci contraffatte. Un porto cosa loro che oggi torna di attualità L’azienda di cui vi vogliamo parlare è la MCT, oggi Contship, che ha in mano la gestione della movimentazione dei container. Azienda che oggi intende buttare in strada 400 lavoratori che protestano salendo anche su una gru. A denunciare disinteresse e sprechi, in questi anni anche Angela Napoli, deputata pdl e componente dell’antimafia. “ Quell’azienda ha beneficiato anche di soldi pubblici”.
Ascolta l'intervista ad Angela Napoli