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La campagna contro Di Pietro non ne scalfisce la leadership
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di Carmine Fotia

La campagna contro Di Pietro non ne scalfisce la leadership

La campagna contro Antonio Di Pietro non ne scalfisce la leadership. L’Idv di lui non può e non vuole fare a meno. Luigi De Magistris - appladutissimo - appare chiaramente come un leader nuovo e in ascesa, ma non intende contrapporsi al leader storico. Ciò non vuol dire che non ci siano novità. Dal congresso, posto dinnanzi a una crisi di crescita, esce una nuova identità che difficilmente potrà essere liquidata con la definizione di “ partito delle manette”.
Senza rinunciare alla storica identità “legalitaria” l’Idv si apre - l’hanno detto sia De Magistris che Massimo Donati, capogruppo alla camera - al tema dei diritti: dai gay, alle coppie di fatto; a quello del diritto al lavoro (Maurizio Zipponi),  facendo della Costituzione l’orizzonte nel quale inscriverli.
Dunque, la ricerca di una nuova identità che - l’ha sottolineato il portavoce Leoluca Orlando - faccia dell’oscillazione tra movimentismo e prospettiva di governo non un difetto, bensì una virtù.
Quanto alla politica, l’alleanza con il Pd e le altre forze del centrosinistra non è messa in discussione, ma l’ambizione è quella di proporsi come crocevia di una riaggregazione di forze.
De Magistris sembra pensare a una forma politica aperta che guarda a sinistra e fa spazio al “popolo in movimento” nella definizione dei gruppi dirigenti e delle scelte programmatiche attraverso forme strutturate di partecipazione.
Ovviamente è del tutto aperta la sfida più difficile: quella del se e del come. Se cioè Idv saprà andare oltre se stessa e disegnare i confini di un nuovo soggetto politico.
Non è molto diversa, questa prospettiva, da quella delineata da un personaggio affatto diverso da De Magistris, come Goffredo Bettini (su Il Riformista di venerdì), che raccoglie la sfida del Nuovo Ulivo lanciata da Sergio Chiamparino. Tema che sarà presumibilmente al centro del workshop della mozione Marino che si apre oggi a Orvieto.
Senza dimenticare che la straordinaria affermazione di Nichi Vendola in Puglia carica anche l’area della sinistra radicale di una responsabilità di ripensarsi.
Fallita l’idea di una sommatoria tutta politicista delle alleanze non è detto che non convenga anche a Pierluigi Bersani “mettere l’orecchio a terra” (come lui ama dire) e ascoltare i segnali di un’area molto vasta che si è rimessa in movimento, sia pure con percorsi che - per ora - restano diversi ma non necessariamente divergenti.
In fondo è lo stesso percorso che abbiamo delineato nella nostra Assemblea di Acquasparta, sia pure, ovviamente, declinandola per il verso nostro, cioè di un'associazione di cittadini e non di un partito politico. Per questo siamo enormemente interessati quanto accade e pronti a dare il nostro contributo.


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