di redazione
Nonostante lo stralcio della norma che istituisce la protezione civile Spa, e il dietro front del Governo in rapporto alla fiducia, oggi è confermata la giornata di mobilitazione convocata dai sindacati, dalle associazioni e dai comitati che hanno aderito all’appello lanciato dalla rete Osservatorio Civile tramite il sito www.osservatoriocivile.org. Due le richieste fondamentali: le dimissioni di Bertolaso e una diversa Protezione Civile... che torni al suo compito originario: previsione e prevenzione delle calamità naturali.
Il comunicato dell'Osservatorio civile:
"Alle iniziative sono attesi i pullman dei comitati di cittadini campani e abruzzesi, in partenza da Napoli e da L’Aquila. Dopo il presidio di questa mattina davanti al Parlamento, indetto dalla RdB Pubblico Impiego, che ha visto la presenza dei settori RdB Vigili del Fuoco, Presidenza del Consiglio, Ambiente, Croce Rossa, Ricerca, con una delegazione dei ricercatori ambientali ISPRA che per 59 giorni hanno occupato il tetto dell’istituto.
Nel pomeriggio, dalle 15.30, presso la facoltà di Scienze Politiche dell’università la Sapienza, l’assemblea pubblica indetta dai comitati dei cittadini campani e abruzzesi, dai vigili del fuoco RdB, dalla Cgil, dai partiti dell’opposizione, da associazioni e volontari di protezione civile, dove è prevista la partecipazione di Paola Agnello Modica, Segretaria confederale della Cgil, Antonio Jiritano, RdB Direzione nazionale Vigili del fuoco, Giovanni Lolli, Pd, Leoluca Orlando, IdV, del costituzionalista Gaetano Azzariti e dell’urbanista Vezio De Lucia."
"La giornata di mobilitazione chiede le dimissioni di Bertolaso e una diversa Protezione Civile, che abbandoni la gestione di grandi eventi e grandi opere, sotto cui si nasconde il rapporto perverso tra politica e imprenditoria e la militarizzazione del territorio, per tornare al suo compito originario: previsione e prevenzione delle calamità naturali.
La annunciata retromarcia del Governo sul progetto di privatizzazione della Protezione civile è un dato positivo ma non sufficiente. Domani in piazza ci saranno infatti i cittadini che hanno avuto la sfortuna di conoscere bene, e in prima persona, la Protezione civile di Bertolaso. A Napoli, dove dietro il filo spinato dell’esercito si nascondono discariche e inceneritori che in tutto i resto del Paese sarebbero illegali perché inquinanti; a L’Aquila, dove nonostante il grande impegno dei volontari, Bertolaso ha imposto la militarizzazione dei campi, la grande opera del piano C.a.s.e. e la chiusura del centro storico, mentre le macerie sono ancora per strada, oltre 6mila aquilani vivono ancora negli alberghi, e manca qualsiasi piano per la ripresa economica del territorio."