di liberainformazione
La mafia da organizzazione a sistema. La "nuova" mafia, i rapporti con la politica, l'economia, i ruoli di primo piano nei comitati d'affari che governano la regione e buona parte del territorio nazionale. Questi ed altri aspetti del sistema criminale di Cosa nostra sono stati al centro del lavoro di approfondimento e confronto che circa 600 ragazzi delle 25 scuole superiori della provincia diTrapani hanno portato avanti in questa seconda edizione del progetto in memoria di Mauro Rostagno, sociologo e giornalista ucciso a Trapani il 26 settembre del 1988.
Il premio a lui intitolato si concluderà il 27 febbraio, ore 9.30 presso il teatro comunale di Calatafimi Segesta (Tp). Cinque i gruppi di lavoro finalisti che avranno modo di realizzare dal vivo un' intervista a più voci, all'attuale capo della squadra mobile di Trapani, Giuseppe Linares.
"In che modo la mafia ricicla il denaro sporco delle sue attività illecite dentro il mondo dell'economia legale"? Politica ed economia sono i due settori maggiormenti sensibili a questi ingressi? E' ancora vivo lo storico legame fra parti del mondo ecclesiastico e Cosa nostra? L'esplosione dei centri commerciali nell'isola rappresenta una nuova occasione di riciclaggio per i capitali sporchi?". Questi alcuni degli interrogativi che i ragazzi trapanesi rivolgeranno al dott. Linares sabato mattina durante la giornata conclusiva del premio Rostagno.
A chi si chiede se i giovani abbiano voce in capitolo in questa nuova fase di lotta alle mafie, la risposta arriva proprio da loro. E il percorso che porta questi ragazzi, per il secondo anno consecutivo al premio in memoria di Rostagno, ne è una viva testimonianza. I giovani trapanesi rimangono protagonisti, consapevoli e liberi, di un percorso che nel nome di Mauro a Trapani non si è spento.
Rimane maledettamente più difficile, meno scanzonato e imprevedibile, senza di lui. Ma continua sulle gambe di altre donne e altri uomini, molti dei quali ragionano oggi sui banchi di scuola con la responsabilità di un percorso che - come ha sottolineato il capo della squadra mobile Giuseppe Linares - appartiene già da oggi, soprattutto a loro.