di Arianna Ciccone
Il sogno è una tv pubblica libera dai partiti. Il sogno è non doversi mobilitare per difendere la dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini. Oggi, sabato 10 aprile alle ore 11.00 il gruppo nato su facebook (con oltre 198.000 iscritti ) torna con una delegazione davanti alla sede Rai di Viale Mazzini a Roma (altre persone si stanno organizzando per Milano e altre città). E torneremo per chiedere rispetto. Dal 27 febbraio abbiamo mandato mail e richieste di incontro ai vertici Rai, ma nessuno ci ha mai risposto. "Vi faremo sapere" ci dicevano le segretarie. Avevamo raccolto 150.000 firme per chiedere una cosa molto semplice, un dovere per chi fa informazione se sbaglia, un diritto per i cittadini, i lettori e i telespettatori: la rettifica di una notizia sbagliata data dal Tg1 il 26 febbraio alle ore 13.30 in merito alla sentenza dell'avvocato Mills: si disse assoluzione ma era prescrizione. Il 5 marzo siamo andati alla Rai con una valigia piena di firme. Non ci ha ricevuto il Presidente Garimberti ma il direttore delle relazioni esterne dottor Paglia. Da allora abbiamo continuato a spedire mail, cercavamo una risposta. Ma abbiamo ricevuto solo silenzio. Ora ci sembra inaccettabile trattare come se non esistessero 198.000 cittadini.
Quello che continuiamo a chiedere è una informazione pubblica libera dal condizionamento dei partiti. Quello che continueremo a chiedere è un dibattito pubblico sulla Rai e sul ruolo dell'informazione pubblica. Destra, sinistra e centro stanno distruggendo la credibilità della più grande azienda culturale del paese.
Sulla bacheca del gruppo su facebook in molti postano commenti contro questo o quel partito, questo o quel leader, a volte i toni, le espressioni, il linguaggio è violento, aggressivo. Ecco con tutte le nostre forze stiamo cercando di far capire che quello spazio non è uno sfogatoio contro Berlusconi o contro il PD, che il gruppo ha un obiettivo preciso: parlare di informazione e chiedere alla tv pubblica un'informazione corretta, le contese politiche si svolgono in altri spazi e altri luoghi, non è il caso del nostro gruppo. Il nostro appello è rivolto a tutti e vuole garantire tutti i cittadini al di là della posizioni politiche. E per fare questo abbiamo bisogno delle parole, come ha detto in modo meraviglioso Giovanna Zucconi in un articolo che ha scritto proprio per noi: siamo le parole che usiamo. Non ci interessa storpiare i nomi, banalizzare i temi, la cura delle parole è fondamentale. Vogliamo parlare e confrontarci e per farlo, per creare uno spazio dove questo sia possibile dobbiamo cominciare dal linguaggio.
Guarda le pagine facebook che hanno promosso l'appuntamento:
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