di Roberto Secci
Una rettifica che non è mai arrivata, per dire che prescrizione non è assoluzione. In una soleggiata mattina romana, una delegazione (poco più di una cinquantina di persone) in rappresentanza dei “duecentomila” italiani che hanno aderito all’appello lanciato dal movimento “VALIGIA BLU”, si sono ritrovati in viale Mazzini per chiedere al Tg1 la rettifica della notizia secondo la quale sarebbe l'avvocato inglese David Mills, condannato in primo grado e in appello per corruzione giudiziaria, sarebbe stato assolto. Il reato è invece considerato prescritto dalla Suprema Corte, nel processo per il quale era stato rinviato a giudizio Silvio Berlusconi.
Arianna Ciccone, animatrice del gruppo, sottolinea “ Chiedevamo solo una rettifica, un semplice scusateci abbiamo sbagliato: perché quando c’è una notizia data in modo non corretto bisogna ammettere l’errore. La cosa grave è che il 26 febbraio 2010 nel TG1 delle 13.30 è stato trasmesso un falso: trasformare la prescrizione per David Mills in una assoluzione. "Noi siamo qui - sottolinea ancora Arianna - per avere una risposta dai vertici della Rai.
Se 200mila cittadini esprimono un disagio, il servizio pubblico ha il dovere di riconoscerlo e chiedere scusa. Vogliamo che i vertici Rai sappiano che torneremo qui il 5 di ogni mese, a manifestare finché non avremo una risposta, finché il nostro disagio verrà riconosciuto e ci chiederanno scusa".
Gli slogan più usati dai manifestanti sono stati "Fuori i partiti dalla Rai", "La Rai la paghiamo, però non ci fidiamo”. Dietro lo striscione molti romani, qualcuno venuto da fuori, tutti accomunati dal disagio provocato da un'informazione che non li soddisfa.
"Siamo stanchi di sentir parlare solo dei processi di Garlasco e Cogne - sostiene uno dei manifestanti - senza che venga passata una sola notizia sui processi a carico di Berlusconi, come il processo Mondadori che è arrivato in Cassazione. Basta menzogne - prosegue - vogliamo notizie vere e pluralismo, telegiornali con un vero contraddittorio. Ormai tante persone si informano solo sulla rete perché in tv non viene detta la verità". Al sit in anche una delegazione di Articolo 21. Beppe Giulietti, portavoce dell’Associazione, ribadisce “ il perpetuarsi del tentativo di Berlusconi di mettere il bavaglio all’informazione libera del nostro Paese . Ne sono ulteriore riprova la cancellazione dei talk show durante la campagna elettorale, seguita dalla fase di epurazioni che ha messo fuori dalle conduzioni Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Tiziana Ferrario, volti storici del telegiornale sulla rete ammiraglia responsabili di mancata solidarietà a Minzolini proprio sul caso Mills e ancora la lettera di ammonizione a Maria Luisa Busi da parte del direttore del personale della Rai Luciano Flussi per aver rilasciato una intervista a Repubblica”. Per Giulietti “la misura è colma “ . Alla protesta è intervenuto anche Vincenzo Vita, coordinatore dei parlamentari aderenti all’associazione Articolo 21, intorno al quale si è creato un vivace dibattito sulle responsabilità che tutti i partiti hanno avuto e continuano ad avere nella gestione del servizio pubblico. Vita si è impegnato a presentare una richiesta scritta alla Commissione di Vigilanza Rai affinché sia sollecitata ai vertici di Viale Mazzini una riposta all’appello dei duecentomila. Il prossimo appuntamento è già fissato: giovedì 6 maggio alle 18.30 in Viale Mazzini.