di Roberto Mastroianni
Il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni, se approvato definitivamente, provocherebbe gravi violazioni alla libertà d’informazione, comportando al tempo stesso una forte compressione al diritto di cronaca ed una limitazione del diritto ad essere informati dei cittadini. E' appena il caso di ricordare che il diritto all’informazione trova fondamento, oltre che nella nostra Carta Costituzionale (art. 21), anche in accordi internazionali che il legislatore, ex art.117 Cost., è tenuto a rispettare. Tra questi, in primis la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (art. 10). Elementi di palese contrasto sono l’ampliamento delle ipotesi coperte dal segreto istruttorio e il regime di divieto assoluto di pubblicazione, quindi anche per riassunto, cui verrebbero sottoposti gli atti relativi ad intercettazioni, l’aggravamento della disciplina sanzionatoria a carico dei giornalisti e la previsione di una responsabilità anche a carico dell’editore. In tal modo verrebbe ad essere ingiustificatamente sacrificata la funzione primaria della stampa d’informare i cittadini su questioni di pubblico interesse. Qualora il testo divenisse legge, come purtroppo sembra inevitabile, si renderà necessario esperire i rimedi predisposti dall’ordinamento interno e dal diritto europeo per evitare la lesione dei diritti fondamentali. Il giorno dopo la sua entrata in vigore, su iniziativa di Articolo 21 alla quale sono convinto si aggiungeranno molte altre sigle ed associazioni, presenteremo un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo per chiedere una severa pronuncia di condanna per questa grave violazione della libertà di informazione.
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