di OSSERVATORIO TG ARTICOLO 21
Preoccupa la situazione economica in Grecia e tale sentimento lo si riscontra anche nei titoli dei principali telegiornali della sera. La notizia del declassamento dei titoli di stato ellenici la troviamo in apertura del Tg3 e del Tg5, come secondo titolo per il Tg1, per tutti gli altri servizi e approfondimenti all’interno. Altro argomento sono le dichiarazioni del Presidente della Repubblica sulla magistratura. In apertura per Tg1 e Tg2, secondo titolo per Tg5 e Tg3, terzo per Studio Aperto. Nessuna citazione nei titoli del Tg4. Tuttavia c’è un’altra notizia trattata da quasi tutti i telegiornali con un certo rilievo. Ed è la decisione del garante della privacy di obbligare a segnalare le telecamere di sorveglianza.
Ne parlano in apertura Emilio Fede ed il Tg de La7 , quest’ultimo vi dedica copertina e sondaggio. A proposito di privacy e di Emilio Fede. Il direttore del Tg4 collega due argomenti, privacy e intercettazioni per i limiti che, secondo lui, imporrebbero alla libertà dei cittadini. E anche questa sera ha chiesto, ci verrebbe da dire a gran voce, la riforma della giustizia proprio sul punto che regolamenta le intercettazioni . Nessun altro telegiornale ne ha parlato al suo interno. Tema che sicuramente ritroveremo domani, in quanto inizia al Senato la discussione sulla nuova legge che limiterà, in fase d’inchiesta, le telefonate sottoposte a controllo nei confronti delle persone indagate.
Questione che riguarda anche i giornalisti per l’inasprimento delle pene per chi pubblica la trascrizione delle conversazioni. Noi, quasi per anticipare la notizia di domani, affronteremo l’argomento con Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa, ospite del nostro spazio commento, perché il principale sindacato dei giornalisti per domani ha organizzato una manifestazione a Piazza Navona a Roma in concomitanza con l’inizio dei lavori al Senato.
Per concludere torniamo a parlare, come abbiamo fatto ieri, di temi legati al lavoro. Oggi non parliamo di morti nei posti di lavoro, ma del lavoro che non c’è, o meglio che non ci sarà più. Le telecamere del Tg3 sono andate tra gli impiegati di una nota fabbrica che produce caffettiere che presto si trasferirà in Cina. Quindi l’omino coi baffi avrà anche gli occhi a mandorla. Ne è venuto fuori un bel racconto, su un tema che secondo noi dovrebbe essere inserito tutte le sere nei nostri Tg perché, come abbiamo già detto e lo ripetiamo, è un grave problema sociale.
Il Commento: Roberto Natale Presidente Nazionale FNSI
(intervista di Alberto Baldazzi)
La FNSI si sente in qualche maniera un nemico della privacy e della libertà dei cittadini, visto che difende i l diritto della magistratura ad effettuare intercettazioni telefoniche e, ovviamente, quello della stampa a renderne noti i contenuti?
“Assolutamente no. Non ci sentiamo per nulla difensori di un presunto diritto a spiare le vite degli altri. Non è questo che stiamo difendendo. Non ci sentiamo né spioni, né guardoni. Stiamo difendendo in maniera molto ferma il diritto-dovere dei giornalisti di poter continuare a raccontare fatti di interesse generale. La riservatezza, la privacy, non c’entrano assolutamente nulla. E se il direttore del tg 4 ha fatto questo collegamento, rispettosamente diciamo che il collegamento non c’entra assolutamente nulla. Quello che stiamo difendendo è la possibilità di continuare a parlare di vicende di rilievo generale, dalla Clinica Santa Rita, agli imprenditori che sghignazzano nella notte del terremoto pensando agli affari che faranno. In tutte queste vicende non c’è nulla di privato. Da in anno e mezzo chiediamo al governo che l’ha proposto, cosa diavolo c’entri la riservatezza con la possibilità – la necessità, noi diciamo – di continuare a raccontare vicende come quelle cui ho fatto cenno. Il crack Parmalat non ha nulla di privato. Eppure se dovessero passare queste norme, non potremmo più raccontarlo”
La manifestazione di domani fa parte di una battaglia di principio che voi date per persa, oppure alcuni segnali come il ritiro dell’emendamento così detto “Daddario”, sulle registrazioni anche fra privati cittadini, vi fa sperare che sia possibile qualche modifica, anche sostanziale?
! Il ritiro dell’emendamento è una prima buona notizia, ma assolutamente non sufficiente: siamo lontano dall’avere un testo accettabile. Continueremo a batterci, convintissimi delle nostre buone ragioni; dove per “nostre” non ci si riferisce ai giornalisti soltanto, a ma tutta quella larga parte dell’opinione pubblica italiana, che vuole continuare ad essere informata. E se non basterà – come non basterà – la manifestazione di domani, ci saranno altre iniziative; lo sciopero dei giornalisti, la disobbedienza civile e professionale, il ricorso alla Corte Europea di Strasburgo. Non è una semplice battaglia di testimonianza; questa battaglia la vinciamo noi, perché abbiamo buone ragioni e sedi, come la corte Europea, in cui farle valere. Se il problema è una migliore tutela della privacy, abbiamo risposte e proposte da fare. Ma qui non si sta discutendo di privacy. Insisteremo finchè questo pessimo testo non sarà modificato in maniera radicale".