di redazione
Sono stati ben 2.750 quanti hanno letto sul sito di Articolo 21 l'articolo redatto da Vittorio Emiliani sul caso clamoroso del critico musicale del "Messaggero", Alfredo Gasponi, "colpevole" soltanto di aver riportato correttamente una critica del grande direttore d'orchestra Sawallisch alla presenza di troppi giovani "aggiunti" nell'orchestra di Santa Cecilia. Nel lontano 1996. Come è noto, in prima pagina l'intervista di Gasponi a Sawallisch è stata presentata con un titolo infedele e forzato: "A Santa Cecilia non sanno suonare". Del quale Gasponi, collaboratore del giornale, non aveva e non ha alcuna colpa né responsabilità. Ma è stato condannato in primo e in secondo grado a pagare quasi 500.000 euro di danni all'orchestra (del 1996).
La conferenza stampa di Gasponi e dell'avvocato avvocato Chiocci - organizzata da Stampa Romana, con la presenza della Fnsi, dell'Ordine regionale dei giornalisti, dell'Associazione nazionale critici - ha avuto un'eco importante. Soltanto il "Messaggero" non ne ha riportato una sola riga. Ne hanno parlato ampiamente il Giornale (che anzi l'ha anticipata, in prima pagina), il Corriere della Sera (pagine romane), l'Unità, il Fatto, il Secolo XIX, Il Giornale della Musica, la Stampa ne ha dato notizia. Articoli e commenti sono usciti su riviste (Linux, Left, Roma C'è). In modo indignato ne ha scritto un musicologo del valore di Quirino Principe su "Classic Voice" e Gianni Mura ha dedicato al caso buona parte dei suoi "Cattivi pensieri" su "Repubblica".
Con un commento di Vittorio Emiliani se ne occuperà nel prossimo numero anche il mensile Amadeus. Su Facebook è sorto con migliaia di adesioni immediate un comitato pro-Gasponi minacciato persino di pignoramento. Una situazione grottesca che minaccia la libertà di critica, non soltanto musicale, e la stessa libertà di espressione garantita dall'articolo 21 della Costituzione.
Scarica il commento di Quirino Principe su "Classic Voice"