di DENTRO LE NOTIZIE
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I TITOLI DEI TG DEL 21 MAGGIO 2010 - Per la quarta sera di seguito dobbiamo occuparci dei temi dell’informazione, o del bavaglio alla medesima, così come vengono trattati o maltrattati dai tg. Ma questa pervicacia è stata al fine premiata. Dopo esitazioni, latitanze, sottovalutazioni e autocensure che abbiamo dovuto riscontrare da parte del tg 1 e del tg 5, (senza considerare, perché scontato, il disimpegno di Studio Aperto), questa sera tutti i tg – proprio tutti, parlano dei provvedimenti della maggioranza sulle intercettazioni e, chi più chi meno, delle contestazioni agli stessi, delle proteste, dei distinguo.
E’ già meglio del silenzio. Qualche “aiutino”, qualche spinta ai più pigri e reticenti, è venuta d’oltre oceano, dalle dichiarazione del sottosegretario di stato americano che ha elogiato l’attività delle magistratura italiana contro le mafie, attività svolta anche attraverso l’attuale meccanismo delle intercettazioni telefoniche. Un altro “aiutino” è venuto dal fatto che le contestazioni alle leggi bavaglio sono divenute assolutamente trasversali.
Dopo lo smarcamento dei finiani ( il Secolo, fare Futuro), da ultimo si sono aggiunti il Giornale di Feltri (e della famiglia Berlusconi) , che stamane ha parlato di leggi liberticide; l’ex presidente degli editori nonché della Confindustria Montezemolo che si è detto preoccupato di una regolamentazione che rappresenterebbe un’anomalia a livello europeo e mondiale. Hanno poi “aiutato” le immagini in diretta riprese da molti siti di informazione del presidio in Piazza Montecitorio che per tutto il pomeriggio ha protestato contro il testo in discussione alla commissione giustizia del Senato, sotto le tante bandiere della FNSI, del Popolo Viola, di Articolo 21, di Libera, dei Consumatori, delle opposizioni. Per chi poi, per muoversi, aveva bisogno proprio di un bel calcione, è giunto il tentativo di recupero del ministro Alfano, che ha difeso il provvedimento affermando che nulla cambia.
E allora, ci chiediamo noi, perché vararlo? A proposito del Ministro Alfano, la faccia contrita con cui si è presentato alle telecamere fa temere, o sperare, che proprio lui, come già in passato accaduto, possa rimanere con il così detto cerino in mano. Sintomatico che il relatore Centaro oggi abbia sentito il bisogno di conferire direttamente con il Premier. Come finirà lo vedremo la prossima settimana, anche perché l’opposizione ha preannunciato l’ostruzionismo in aula. Segnaliamo infine lo sbracciarsi di Emilio Fede, e cerchiamo di interpretarlo. E’ sicuramente il giornalista Mediaset più attento agli interessi di Silvio (come lo chiama lui), e da due giorni cerca il confronto; ieri in diretta con Franco Siddi, Segretario FNSI, stasera con il Presidente Roberto Natale. Un confronto animato dalla difesa delle posizioni del Governo ma probabilmente tendente ad evitare al Premier una sconfitta su tutta la linea. Nel commento ritorniamo, con Roberto natale, alle proteste del presidio di Piazza Montecitorio, e all’analisi tecnica dei rischi connessi al bavaglio, con Attilio Bolzoni, collega de La Repubblica.
Commento: Roberto Natale, Presidente FNSI; Attilio Bolzoni, giornalista
de La Repubblica
(Interviste di Nello Trocchia)
Roberto Natale
Molte le iniziative in programma per opporsi a questa legge, tra queste anche lo sciopero. Ma se dovesse passare?
Ci saranno altre iniziative. Il ricorso alla Corte europea di Strasburgo che ha già detto, in questi anni, quanto ritenga importante tutelare il diritto di cronaca. Non ho dubbi: darà ragione anche al ricorso che partirà dall’Italia, abbiamo già costituito un ufficio legale che si sta occupando della scrittura del ricorso. Proteggeremo in maniera ferrea gli atti di disobbedienza civile e professionale che faranno i cronisti e le croniste italiane e saranno molti ad opporsi. Sono certo che questa battaglia la vinciamo noi. Siamo certi, anche dopo un voto positivo, che in tempi medi questa battaglia la vinceremo noi.
Attilio Bolzoni
Quando si dice che non si potrà più scrivere nulla fino alla fine delle indagini preliminari, di cosa parliamo. Facciamo un esempio?
Avevamo un governatore della Sicilia(Cuffaro) che in un retrobottega di un negozio di Bagheria trafficava sul tariffario regionale con un personaggio legato ai mafiosi di Bernardo Provenzano. Con questa nuova norma non avremmo scritto nulla e ci saremmo tenuti lo stesso governatore senza poterne scrivere. Non riguarda solo i giornalisti ma anche la sicurezza dei cittadini. Se ci fossero state queste nuove leggi, nel 2006 non si sarebbe potuto arrestare Bernardo Provenzano. Oggi sarebbe ancora latitante perché se non ci fosse stata una telecamera davanti a quel covo, i poliziotti non avrebbe capito che in quella casa c’era il capo dei capi di Cosa Nostra.
Esempi che descrivono l’assurdità di questa norma…
E’ una norma che disarma chi deve difenderci dal crimine organizzato, a noi cittadini ci rende più indifesi. A noi giornalisti mette il bavaglio, se penso alla mia vita a Palermo, faccio una riflessione: non avrei potuto scrivere il 90% delle cose che ho scritto negli ultimi 25 anni.