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Paolo ci manca sempre di più. Due anni dopo il ricordo di amici e colleghi
di redazione
La domanda che tutti gli amici di Paolo Giuntella si sono fatti sempre più spesso in questi due anni è “Cosa direbbe Paolo?”. E’ stato il ritornello di tutte le testimonianze dei tanti che hanno partecipato ad un pomeriggio di ragionamenti, vino e musica al teatro san Genesio di Viale Mazzini, organizzato, con il solito allegro disordine, da Laura Giuntella con i figli, soprattutto Tommaso, giornalista e musicista. Hanno parlato di Paolo, coordinati da Ennio Chiodi, Elisa Anzaldo, Chiara Geloni, Barbara Scaramucci, Giovanni Bianconi, Marco Damilano, Claudio Sardo e Giulio Borrelli, scambiando opinioni e battute con molti altri colleghi, Marco Giudici, Beppe Sangiorgi, Nino Criscenti, Piero Badaloni, Pio Cerocchi, Giorgio Balzoni e tanti altri ancora.
Unanime giudizio totalmente critico nei confronti della prossima legge sulle intercettazioni e sullo stato dell’informazione televisiva, in modo particolare quella del TG1, il telegiornale dove Paolo ha lavorato in video fino a una settimana prima di andarsene, il telegiornale che sempre, anche nei momenti di maggiore tensione politica, era rimasto in larga parte istituzionale e oggi è ridotto a bollettino governativo. “Cosa direbbe Paolo?”, il ritornello è diventato la ricerca di un obiettivo, di un modello da seguire: la famiglia ha stampato un libretto con gli scritti di Paolo sulla libertà di stampa, impossibile per chiunque pensare che non siano stati scritti, oggi, questa mattina. E’ la strada da seguire, e questa volta la fermezza della categoria sembra tornata ai tempi delle migliori stagioni di battaglia dei giornalisti democratici, e anche in questo a tutti manca tanto Paolo Giuntella.
Unanime giudizio totalmente critico nei confronti della prossima legge sulle intercettazioni e sullo stato dell’informazione televisiva, in modo particolare quella del TG1, il telegiornale dove Paolo ha lavorato in video fino a una settimana prima di andarsene, il telegiornale che sempre, anche nei momenti di maggiore tensione politica, era rimasto in larga parte istituzionale e oggi è ridotto a bollettino governativo. “Cosa direbbe Paolo?”, il ritornello è diventato la ricerca di un obiettivo, di un modello da seguire: la famiglia ha stampato un libretto con gli scritti di Paolo sulla libertà di stampa, impossibile per chiunque pensare che non siano stati scritti, oggi, questa mattina. E’ la strada da seguire, e questa volta la fermezza della categoria sembra tornata ai tempi delle migliori stagioni di battaglia dei giornalisti democratici, e anche in questo a tutti manca tanto Paolo Giuntella.
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