di Roberto Secci
Una proposta di legge per la istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulla vendita del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera e sulle vicende a questa relative accadute negli anni 1981-1984' che ha come primo firmatario Debora Bergamini (PdL) e che è stata sottoposta oggi all'esame della Commissione Cultura della Camera. Ne parliamo con l’on. Ricardo Levi parlamentare del Partito Democratico.
Una decisione che lei ha criticato duramente..
L’ho criticata duramente perchè la considero grave sotto l'aspetto istituzionale, inquietante sotto l'aspetto politico e bugiarda nella ricostruzione dei fatti.
Entriamo nello specifico
…Intanto grave dal punto di vista istituzionale perché la proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta è di fatto modellata su una accusa rivolta da Angelo Rizzoli… accusa che ha dato avvio al ben noto procedimento giudiziario che avrà la sua prima udienza tra una decina di giorni. Chiedere che su un tema su cui di sta ora per pronunciare , comunque per attivare la macchina giudiziaria , si applichi anche il Parlamento con una commissione di inchiesta è segno di una gravissima interferenza sull’attività della Magistratura.
Sul piano politico invece?
… Sul piano politico è inquietante perché basta leggere la relazione che accompagna la proposta di legge nella quale si dice “ bisogna fare luce su vicende da cui sono derivati assetti di potere che ancora oggi incidono sul modo su cui si fa informazione , sul modo in cui è organizzata la finanza in Italia”, è chiaramente l’espressione di una volontà di usa questa commissione , come uno strumento di intimidazione del Corriere della Sera e della sua proprietà
Un aspetto gravissimo, in un momento come quello che stiamo attraversando: decreto intercettazioni ma anche tagli all’editoria e alle tariffe postali. Un progetto preciso per mettere il bavaglio all’informazione democratica nel nostro Paese.
Ha ragione..non possono esistere dubbi: anche in questo caso basta leggere le carte nel quadro e sullo sfondo di avvenimenti di questi giorni e di queste ore.
Definiva questa proposta di istituire la commissione “bugiarda”. Perché?
..perchè si tende ad avvalorare l’idea che il Corriere della Sera , di proprietà di Angelo Rizzoli, fosse un fiorente gruppo editoriale, strappato alle sue mani da un avido gruppo di potere costituito da Fiat , Nuovo Banco Ambrosiano e altri: invece a chiunque abbia un po’ di memoria e a chiunque conosca le vicende giudiziarie e le numerosissime sentenze emesse su questa vicenda, sempre condannando Angelo Rizzoli in tutti i diversi gradi di giudizio, il gruppo amministrato da Bruno Tassan Din nell’epoca della P2, era di fatto già fallito per le malversazioni di cui era oggetto.
Oltretutto essendo stato sottoposto alle influenze della P2 e ai suo progetti criminali.
La verità in realtà è abbastanza diversa!
..in quegli anni, il Corriere della Sera e l’intero Gruppo Rizzoli, furono salvati nel dopo crac Ambrosiano e sottratti all’influenza criminale della P2.
Torniamo al decreto intercettazioni. A parte qualche eccezione, per la prima volta, abbiamo una reazione bipartisan da parte dei direttori delle testate italiane: giornali, radio, tv contro il bavaglio all’informazione.
Questa, direi, è la componente più consolante della vicenda
Non è risolutiva purtroppo!
Non è risolutiva certo: ma chi si aspettava di vedere i giornali schierati a sostegno della maggioranza e del governo, accettare supinamente il bavaglio all’informazione, forse, non ha fatto i conti ne con la natura propria dei giornali , che in ogni caso esistono al di la delle loro simpatie politiche, e dal fatto che se buona parte delle testate assumono questa linea non è solo per scelta commendevole dei loro direttori ma perché sono consapevoli che questa politica e questi atteggiamenti si scontrano con il sentire profondo dei loro lettori e telespettatori.