di Redazione
«È lo sciopero meglio riuscito negli ultimi quindici anni» commenta il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi. Il suo è un primo, provvisorio bilancio. «L’adesione è stata straordinaria e anche chi ha scelto di uscire e non tutti con ragioni ideali limpidissime - osserva - l’ha fatto condividendone comunque il merito delle ragioni della protesta. Questo dimostra che la nostra non è una lotta corporativa, ma una battaglia a difesa di valori condivisi».
Ripiani dei quotidiani svuotati, niente agenzie di stampa, edizioni brevi dei tg. Internet, siti e blog, insolitamente fermi... Un fragoroso silenzio quello di ieri nella giornata di protesta contro il ddl Alfano sulle intercettazioni".
"La partecipazione altissima allo sciopero - ha affermato il presidente Fnsi Roberto Natale - è stato un riconoscimento della coerenza e della forza delle proposte avanzate dal sindacato che coniugano il diritto alla riservatezza con il diritto-dovere di informare». «La forza delle ragioni che portiamo - conclude - viene compresa da tutti quando simboli della nostra protesta sono Patrizia Aldovrandi e Ilaria Cucchi. A tutti è chiaro che difendiamo il diritto dei cittadini a sapere».
Intanto, nella giornata di ieri è stata pubblicata una sentenza importante, la n.16236 del 2010 emessa dalla Corte di Cassazione - Sezione terza civile- Pres Morelli, est. Spagna Musso, in materia di giornalismo d'inchiesta e sulla sua funzione di strumento della democrazia. La decisione, riaffermato il valore costituzionalmente protetto della libertà di stampa, dichiara che non può ritenersi compiuta la sovranità del popolo in mancanza di un'opinione pubblica informata senza limiti, con le sole eccezioni indispensabili per la tutela della riservatezza. La sentenza si trova e si può leggere sul sito del Movimento per la Giustizia - Art 3 (www.movimentoperlagiustizia.it), dove è stata diffusa proprio nel giorno della pubblicazione, il giorno dello sciopero nazionale della stampa a tutela della libertà d'informazione...
Da oggi continua la nostra battaglia, ancora più forte. Contro una manovra finanziaria che vuole abbattere la sua scure contro l'editoria, costringendo riviste e giornali alla chiusura! E contro il cinema, il teatro e lo spettacolo attraverso tagli continui al settore. Per questa ragione la protesta non si ferma continuerà nei prossimi giorni, unitariamente fino alla giornata del 29 luglio quando saremo davanti alla Camera per manifestare tutto il nostro dissenso contro il ddl intercettazioni che quel giorno osarà in discussione.