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In terrazza col conflitto di interessi
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di Federico Orlando*

In terrazza col conflitto di interessi

Appena otto righe, più tre di titolo e occhiello, ma piene di peperoncino, quelle dedicate martedì dal Corriere della sera alla notizia che, in serata, sulla terrazza di Palazzo Grazioli residenza del premier, si sarebbe svolto un convegno del novo partito di Fini sulla più liberale delle battaglie possibili: quella per risolvere il conflitto di interessi. Titolo: “Dalla arte del conflitto, senza interessi”. Promotore il direttore del web di Fare-futuro, Filippo Rossi. Con lui, a discuterne, Lucia Annunziata de La Stampa, Flavia Perina direttrice del Secolo, Antonio Padellaro direttore del Fatto. All'iniziativa è intervenuto anche Stefano Corradino direttore di Articolo 21.  A quest’ultimo, Filippo Rossi aveva scritto che sarebbe stato contento “se il nostro appuntamento potesse contare sulla partecipazione e sul contributo ideale di Articolo 21, da sempre in prima linea su questi temi. Temi che riguardano tutti, e che dobbiamo affrontare senza barricate né paraocchi, senza etichette né pregiudizi. Perché il futuro del nostro Paese passa anche (o forse soprattutto) da qui: dal coraggio di ripensare le cose dette e pensate, dalla forza d’immaginare l’Italia di domani finalmente libera da troppi conflitti d’interessi”.

Troppi? Certo, non solo tv. Appena il giorno prima, sulla Repubblica Alexander Stille scriveva della diffusione di internet nei paesi più avanzati. E ci dava la buona novella  che il nostro Paese, anche su questo piano, è fanalino di coda, sorpassato da Lettonia, Repubblica Ceca e Slovenia. Chissà cosa ne pensa il nuovo ministro vaticano per la ri-evangelizzazione dell’Occidente, il molto contestuale mons. Fisichella, grande amico del governo. Stille ricordava, guarda caso, che il governo ha tolto 900 milioni di fondi per la banda larga, a suo tempo stanziati dal governo Prodi fra le irrisioni del centrodestra perché “troppo pochi”. E spiegava la scelta di Berlusconi con due “buone” ragioni: il timore che gli utenti scarichino film dalla rete, sottraendosi al monopolio mediatico e cinematografico del cavaliere; e la paura del tam tam, dopo che proprio col tam tam di internet  sono state organizzate manifestazioni anti-premier. Sicché la rete è il luogo che genera odio o secerne umori perversi contro il Partito dell’Amore (Rodotà).
Una piccola ma significativa conferma è venuta, in occasione dell’incontro sulla terrazza, gremita fino all’ultimo posto, dalla consegna – fatta da Stefano Corradino – di 5000 firme a un appello lanciato dal suo sito perché il palamento vari la legge sul conflitto d’interessi: questa legge – scrivono molti firmatari dell’appello – è più urgente della riforma elettorale, per evitare intanto che si ripetano elezioni a reti unificate, monopolizzate da uno solo. Come i provvedimenti del direttore generale Rai contro Santoro dimostrano a chi ha occhi per vedere e cervello per capire. Prima di privatizzare la Rai: conflitto di interessi e antitrust - di Roberto Zaccaria

* Europa Quotidiano – 13 ottobre 2010

FIRMA L'APPELLO: "Subito una legge sul conflitto di interessi. Ora o mai più"


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