di redazione
La campagna della vergogna, come l'abbiamo definita nel nostro appello (in allegato), sino ad oggi ha raccolto 747 adesioni.
Hanno aderito operai, medici, tecnici della prevenzione, sindacalisti, avvocati, impiegati, imprenditori, insegnanti, attori, macchinisti, ricercatori, studenti, psicologi, vigili del fuoco, forze dell'ordine, giornalisti, scrittori, deputati, senatori, Assessori, Consiglieri Regionali e Provinciali, ecc.
Qualche giorno fa mi ha scritto uno dei pubblicitari che hanno preso parte alla consegna e alla discussione del brief per la campagna pubblicitaria sulla sicurezza sul lavoro: il documento del Ministero del lavoro su cui erano indicate le linee guida da seguire per partecipare alla gara.
Le agenzie pubblicitarie che vi hanno partecipato erano circa 50.
Come spiega il pubblicitario: "Già da quel documento era evidente la vuotezza del progetto, probabilmente pensata al solo scopo di spendere qualche milione di euro".
Inoltre, durante la consegna del brief chiese, appunto cosa dovessero comunicare di concreto, "magari quello che è stato fatto per migliorare la sicurezza sul lavoro oppure o le conseguenze per i datori di lavoro della non applicazione delle norme?"
Gli fu risposto: "No, si tratta di una semplice campagna per sensibilizzare il lavoratore soprattutto e in secondo luogo il datore di lavoro".
Nella campagna poi uscita non esiste.
Secondo il pubblicitario "è stato un modo per spendere inutilmente risorse pubbliche".
La campagna è stata vinta da un agenzia romana, la Acciari Consulting, che prevede tre lanci (agosto 2010, novembre-dicembre 2010 e primavera 2011) su tutti i mezzi di comunicazione (affissioni, stampa, internet, radio, tv e cinema) e anche diverse iniziative correlate, quali la produzione di un cartone animato a cui è associato un videogioco on line e altri interventi rivolti ai giovani.
La cifra di 9 milioni di euro, si tratta del costo totale della campagna.
il budget per la campagna indicato nel brief (400 mila euro+iva) si riferisce alla sola ideazione della creatività della campagna
Sia questo documento, che la lettera che mi ha inviato questo pubblicitario (senza mettere il suo nominativo, per ovvie ragioni, tra cui quella di correttezza, per motivi professionali e riservatezza) è stata inviata ai mezzi d'informazione, ma nessuno ha detto una sola parola, nè sul documento, nè sulla lettera del pubblicitario.
Spero che domani quando il Ministro Sacconi presenterà la sua campagna per la sicurezza sul lavoro, qualche mezzo d'informazione, si senta in dovere di dire qualcosa, sia su questo documento (che vi allego), che sulla lettera del pubblicitario, e perchè no, anche sul nostro appello per il ritiro dello spot vergogna sulla sicurezza sul lavoro.
Infine, oggi mi ha scritto Agcm, cioè L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, chiedendomi il mio indirizzo postale, perchè hanno da inviarmi la decisione, in merito alla mia denuncia in cui chiedevo che fosse bloccata la campagna vergogna del Ministero del Lavoro.
Cosa devo dire: IO CI SPERO!!!
Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze.
Appello per il ritiro dello spot del Ministero del Lavoro: "Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene"
La Campagna per la sicurezza sul lavoro, promossa dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali recita “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”. Un messaggio e due spot:
rivolti solo al lavoratore e non a tutti gli “attori” coinvolti.
Dopo aver frantumato il Dlgs 81 del 2008 del Governo Prodi, hanno ben pensato di correggerlo con il decreto correttivo Dlgs 106/09 (sanzioni dimezzate ai datori di lavoro, dirigenti, preposti, arresto in alcuni casi sostituito con l'ammenda, salvamanager, ecc).
Ora il governo cerca di rifarsi la “verginità” con spot inutili che costano alle nostre tasche ben 9 milioni di euro. Spot non solo inutili, ma anche dannosi per l’immagine di chi ogni giorno rischia la vita, e non perchè gli piaccia esercitarsi in sport estremi. Spot che colpevolizzano sottilmente il lavoratore stesso, nascondendo una realtà drammatica: l’attuale organizzazione del lavoro offre ben poche possibilità al lavoratore di ribellarsi a condizioni di lavoro sempre più precarie in tema di sicurezza.
E’ una campagna vergognosa, perchè oggi il lavoratore ha ben poche possibilità di rispettare lo slogan “Sicurezza sul lavoro. La pretende chi si vuole bene”, quasi che la mancanza di sicurezza fosse imputabile al fatto che il lavoratore non vuole bene a se stesso ed ai suoi familiari. Non dice nulla di chi deve garantire la sicurezza per legge, ovvero i datori di lavoro. Sottovaluta i rapporti di forza nei luoghi di lavoro. Non accenna minimamente al fatto che i lavoratori, specialmente di questi tempi, sono sempre più ricattabili e non hanno possibilità di scegliere di fronte ad un lavoro in nero, un lavoro precario e un lavoro a tempo determinato, mentre devono viceversa sottostare a ritmi da Medio Evo.
La campagna dovrebbe invece avviare un processo di comunicazione diffusa, in modo da rendere nota a tutti la necessita’ di un impegno costante da parte di tutti gli “attori” coinvolti, soprattutto di chi deve garantire la sicurezza. Questi spot devono essere sostituiti da una campagna di comunicazione che dovrà puntare sulle responsabilità civili, penali e non ultime anche etico-morali che l’imprenditore deve assumersi per tutelare l’integrita’ delle persone che lavorano per lui.
Via questi spot vergognosi.Pretendiamo viceversa più ispettori ASL e più risorse, affinchè la mattanza quotidiana dei lavoratori abbia fine. Non si raggiunga il profitto a tutti i costi e soprattutto non lo si faccia attraverso il sacrificio di vite umane innocenti.
FIRMATARI:
Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza-Firenze.
Andrea Bagaglio-Medico del Lavoro-Varese.
Leopoldo Pileggi-Rappresentante dei lavoratori per La Sicurezza-Correggio.
Daniela Cortese- RSU/RLS Telecom Italia Sparkle-Roma
N.B Chi vuole aderire all'appello, invii il proprio nominativo, azienda, qualifica e Città al seguente indirizzo email: bazzoni_m@tin.it
A proposwito di sicurezza proponiamo di seguito anche l'analisi fatta dal Sole24ore in merito alla normativa stravolta dal Collegato lavoro:
Le novità del collegato lavoro. Stop all'attività imprenditoriale solo nei casi gravi- Mauro Parisi