di Giorgio Santelli
Giuliano Pisapia vince le elezioni primarie del centrosinistra di Milano. Sarà lui il candidato che il centrosinistra (ad oggi orfano di Idv) opporrà a Letizia Moratti. Lei, il sindaco, ha ricevuto ieri la "nomina" da parte di Berlusconi, in collegamento telefonico. Auguri alla Moratti e i soliti attacchi alla stampa e alla Rai. Non leggete i giornali e non guardate la Rai che ce l'ha con me. Ma torniamo alle primarie. Hanno votato il 20% di elettori in meno rispetto a quelle del 2006. Diverse le cause. La stanchezza "reale" dei cittadini, frastornati anche da un Pd scarsamente decisionista, incerto e con un candidato (Boeri) sostenuto alla spicciolata; la giornata di tempo cupo e grigio con pioggia al seguito.
Giuliano Pisapia, dunque, è stato scelto. Una nuova rivincita di quelle forze, ormai extraparlamentari, che con Vendola stanno riscoprendo la voglia di contarsi riunendo, per quel che è possibile, la diaspora della sinistra. Ma, a differenza della Puglia, Milano potrebbe riservare nuove sorprese. La gara, con grande probabilità, non sarà a due ma a tre. Il terzo incomodo è Gabriele Albertini, già in passato sindaco milanese vicino alla Lega e oggi pronto a candidarsi in una terza lista sostenuta dai centristi. I sostenitori del centrosinistra in parte lo sbeffeggiano, affermando che Milano non ha bisogno di un sindaco amministratore di condominio ma, a lungo andare, la presenza di un centrista nella gara per Palazzo Marino, potrebbe trovare successi insperati.
In primo luogo perchè Pisapia, sebbene uomo di società civile, in passato - anche se da indipendente - è stato un parlamentare di sinistra. La borghesia milanese è pronta ad una scommessa di questo tipo? Senda questione: il Pd, ancora una volta, richia di consumare al proprio interno altre vendette è c'è chi è pronto a sostenere - ovviamente non in modo plateale - la candidatura di un centrista come Albertini proprio a scapito di quello che da ieri notte è diventato il candidato di bandiera di "tutto" il centrosinistra. Si sa... è la legge di un partito - il Pd - che resta ancora ancorato alle sue due anime, quella di sinistra e di provenienza Ds e quella di centro di provenienza popolardemocristiana.
Terza questione la lega. Veramente i leghisti appoggeranno nuovamente la signora Moratti? veramente lo faranno in un contesto politico nazionale in cui il futuro della leadership berlusconiana comincia ad essere appannato? Qualche distinguo, nei leghisti milanesi, già c'è. L'idea di dover ragionare e portare a casa risultati in tema di federalismo conta molto più, ora, della lealtà a Berlusconi. Ed allora meglio un esperimento milanese che consiolidi le posizioni della lega in tema di federalismo in un nuovo laboratorio politico e apra ai centristi, piuttosto che una battaglia di lealtà a Silvio che potrebbe trascinare la lega milanese in una sconfitta.
Questo perchè, se la gara sarà veramente a tre, sarà molto probabile che in caso di un quasi certo ballottaggio da una parte ci saranno i berluscones fatti dai Moratti e Formigoni (e in caso di lealtà dalla Lega) e dall'altra il resto della coalizione. Un rischio troppo grande per i padani.
Tornando a Pisapia, però, una attenta disamina dei dati provenienti dalle sezioni delle primarie ci dice qualche cosa in più. La borghesia milanese, quella del centro storico, solitamente moderata, non ha premiato Boeri. Tra Boeri e Pisapia, nel centro storico, ci sono stati 9 punti di scarto a favore del vincitore.
Che allora Milano sia pronta a ritornare ad una guida di sinistra, tornando idealmente al periodo ormai quasi dimenticato di Aldo Aniasi. Chissà. Certamente Milano, per il centrosinistra, può rappresentare una ottima cartina di tornasole per comprendere che fare. Se si potesse votare alle politiche dopo le elezioni di primavera di Milano, sarebbe un grande aiuto per il centrosinistra. Lì, per la prima volta, i tre poli si potrebbero confrontare. Da quel risultato il Pd e il centrosinistra potrebbero trarre quella risposta di cui sono all'affannosa ricerca. Con chi allearsi, quale coalizione può risultare vincente? Quella che perde la sinistra e l'Idv per allargarsi al centro o quella che riscopre la sinistra e la nuova marea rossoverde vendoliana tentando di mettere insieme anche Di Pietro?