di Elisabetta Reguitti
Riempire una scuola con il “sole delle Alpi” significa “imporre” la “visione culturale del partito della Lega Nord’' nel “modo comune di sentire” degli alunni “come la visione 'normalè”. Lo spiega il Tribunale civile di Brescia nella sentenza con cui ha ordinato al Comune di Adro di rimuovere tutti i simboli dalla scuola e di esporre la bandiera italiana e quella della Ue.
Secondo il giudice Gianluca Alessio, il “vero e proprio inquinamento” della scuola “con segni partitici” incide sulla possibilità del docente “di attuare un modello educativo propositivo, e quindi realmente educativo”. Il giudice richiama, quindi, il tema dell’integrazione tra italiani e stranieri e la “visione” della Lega Nord: “Si pensi al tema della convivenza tra soggetti comunitari ed extracomunitari, tema di assoluta sensibilità, specie nei territori lombardi”. In questo caso, ad esempio, scrive il Tribunale, la presenza dei simboli della Lega “impone una prevedibile necessità di raffrontare il modello educativo del docente, quale esso sia, con la visione di parte che la simbologia diffusa nel plesso scolastico richiama”. Questi alcuni dei passaggi della sentenza di ieri frutto del ricorso, presentato dalla Cgil di Brescia – assistita dall’avvocato Alberto Guariso -, che si appellava “alla necessità di evitare che i lavoratori della scuola pubblica fossero obbligati ad operare all’ interno di un ambiente politicamente connotato (i soli sarebbero riconducibili alla Lega Nord) in contrasto con la natura laica e non ideologica del soggetto con il quale i lavoratori stessi hanno stipulato il loro contratto di lavoro”. Questo di fatto è stato l’unico atto concreto compiuto per ripulire la scuola da quello che era stato definito un vero “Sticker marketing” di partito.
Il sindaco ora dovrà rimuovere tutti i simboli (compresi quelli messi sui banchi e coperti con semplici adesivi e i due grandi loghi disegnati sul tetto). Inoltre dovrà sostenere 2 mila e 500 euro di spese legali oltre ad appendere in bella vista, nella scuola, per una intera settimana l’intero testo della condanna inflitta al sindaco Oscar Danilo Lancini che l’11 settembre aveva inaugurato la nuova scuola pubblica dedicandola allo storico leghista Gianfranco Miglio.
Oltre 700 i simboli leghisti apposti nelle aule, sulle vetrate, gli zerbini e i cartelli rimossi solo parzialmente dal dirigente scolastico Gianluigi Cadei. Una soluzione temporanea che da oggi però dovrà trasformarsi in definitiva. Il merito dunque va alla Cgil di Brescia che nonostante tutto ha presentato il ricorso che si appellava “alla necessità di evitare che i lavoratori della scuola pubblica fossero obbligati ad operare all’ interno di un ambiente politicamente connotato (i soli sarebbero riconducibili alla Lega Nord) in contrasto con la natura laica e non ideologica del soggetto con il quale i lavoratori stessi hanno stipulato il loro contratto di lavoro”.
Dal canto suo, il giudice chiarisce poi che il Sole delle Alpi non può essere considerato “elemento simbolico e rappresentativo della storia e della cultura locale di Adro” (come ampiamente sostenuto dal sindaco Lancini). Non è provato, aggiunge il giudice, “il carattere identitario” del simbolo. Ma al contrario sottolinea gli “inequivoci elementi che giustificano il valore identitario tra simbolo diffuso nel plesso scolastico e partito”. Secondo il giudice c'è stata una “vera e propria 'saturazione degli ambienti scolastici con il simbolo di un partito”. Una situazione questa che, come si legge ancora nella sentenza, può incidere “sulla funzione formativa del docente” e soprattutto sui profili della “libertà di insegnamento” e del “carattere laico della scuola pubblica”.
Quindi: “Il sole delle Alpi affisso su una scuola pubblica discrimina”.