di I ricercatori della Rete29Aprile
Esiste davvero una gravissima zona d’ombra nel campo dell’informazione in Italia. Anche le ricercatrici e i ricercatori universitari lo stanno verificando in questi giorni. All’indomani della denuncia (www.rete29aprile.it), rivolta all’opinione pubblica, della propaganda del Ministro Gelmini – fatta in televisione attraverso parole chiave che vanno in senso contrario al suo disegno di legge –, si registra immediatamente la prima contromisura mediatica. In queste ore viene diffusa da fonti ministeriali la notizia di un incontro tra il Ministro e due ricercatori che, come il Ministero dà a intendere, dovrebbero essere rappresentativi della mobilitazione universitaria in atto. La notizia è stata subito ripresa e amplificata dai mezzi di informazione: il ministro avrebbe recepito le istanze dei ricercatori e la protesta si starebbe di conseguenza concludendo.
Niente di più falso.
Si tratta di un’insopportabile mistificazione: le ricercatrici ed i ricercatori della Rete29Aprile, che da mesi chiedono al ministro di considerare le fattive proposte ripetutamente avanzate, continuano a non trovare il minimo ascolto e a rimanere mobilitati sui tetti e nelle piazze d’Italia, oltre che negli Atenei. Lo stesso ministro ha dimostrato totale disinteresse anche nei confronti del Capo dello Stato, il quale, nell’agosto di quest’anno (click QUI), aveva auspicato «un costruttivo confronto che guardi al merito delle questioni e all'interesse di lungo periodo del nostro Paese», inoltrando al ministro Gelmini una lettera della Rete29Aprile. Nessuna risposta in merito è mai arrivata. In tempi recenti, piuttosto, lo stesso ministro “espone” quello che evidentemente è il suo “ricercatore di fiducia” in comunicati stampa e in trasmissioni televisive che, lo dimostrano i fatti, ignorano le notizie e si limitano a invitare sparring partner graditi a maggioranza e governo.
La Rete29Aprile, ancora una volta, richiama la gravità della situazione dell’informazione e conferma la mobilitazione in tutte le sue forme, inclusa l’indisponibilità alla didattica non prevista dalle norme. Segnala l’irresponsabilità di coloro che, con una strategia di cortissimo respiro, avviano il sistema universitario ad una paralisi certa che sarà ormai irrecuperabile all’inizio del secondo semestre universitario. Da molti mesi lo segnaliamo tra l’indifferenza di politici e media.
Non è più possibile tollerare spot elettorali pagati dal Paese, tanto melensi quanto scandalosi. La Rete29aprile chiede a tutti i giornalisti di fornire un’informazione approfondita, veritiera e completa e di non limitarsi a riportare le veline di palazzo. Il Paese reale non può più essere oscurato né nascosto, come la polvere, sotto un tappeto mediatico.