di Redazione
“Il referendum al 51% che oggi lancia Marchionne è assolutamente illegittimo, come a Pomigliano si vuole imporre a una sola fabbrica la secessione dal contratto nazionale. E’ illegittimo che si possa votare azienda per azienda la secessione dal contratto nazionale, senza che tutti i metalmeccanici italiani abbiano potuto votare se è giusta o no questa scelta.” Lo afferma Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato Centrale della Fiom. “E’ chiaro che questo non è il federalismo contrattuale ma la pura distruzione del contratto nazionale, così come sarebbe la distruzione dello stato nazionale una decisione sul federalismo, presa territorio per territorio, e non dal Parlamento e dalle sedi democratiche nazionali. Ai lavoratori di Mirafiori, come a quelli di Pomigliano, viene imposto di votare la secessione senza che abbiamo potuto votare, insieme a tutti gli altri lavoratori italiani, se era giusto o no il meccanismo delle deroghe al contratto nazionale. Quindi siamo in piena illegittimità formale, a cui si aggiunge l’inaccettabile ricatto che è costituito dalla minaccia di chiudere la fabbrica se il 51% dei lavoratori non vota sì.” “E’ evidente che questo non è un referendum democratico ma un plebiscito autoritario che non potrà avere alcun vincolo formale per una organizzazione come la Fiom che si basa su una democrazia di mandato e sulla indisponibilità dei diritti dei lavoratori garantiti dalle leggi e dalla Costituzione.” Marchionne via da Confindustria e Italia. Il caso Fiat, fallimento dell’era Berlusconi -
di Gianni Rossi