di Redazione
“Non sanno quello che fanno. Non conoscono la storia e, per questo, diventano strumenti di odio e di intolleranza”. Scomparsa pochi giorni fa Tullia Zevi, per anni Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, in una vecchia intervista al Corriere stigmatizzava così la profanazione delle tombe nel cimitero di Prima Porta da parte di un gruppo di giovani, forse giovanissimi. Nella Giornata della Memoria abbiamo deciso di riprendere alcuni passi salienti della sua intervista...
“Lo Stato deve promuovere l' insegnamento della storia. C’è bisogno di far conoscere alle nuove generazioni gli orrori del passato. Intendo dire di quello piu' recente. Perche' viviamo in un mondo che rischia di cancellare la memoria… In altre parole bisogna offrire gli strumenti per riflettere. Non si tratta di qualcosa di estraneo alla loro vita: e' in gioco la loro stessa sopravvivenza. O, meglio, quella dell' Europa. Perche' dietro la profanazione dei luoghi della memoria, come sono i cimiteri, c' e' il tentativo di sradicare la civilta' europea, fatta anche di elementi ebraici…”
Ha paura che l' antisemitismo possa toccare anche in Italia i livelli che ha raggiunto in altre nazioni europee?
"C' e' questo pericolo. E' un fenomeno che accompagna sempre la presenza delle comunita' ebraiche. Ma gia' far conoscere a tutti la gravita' che hanno rappresentato le leggi razziali in Italia sarebbe un bel passo avanti".
Quali sono le cose piu' urgenti da fare per arginare il razzismo?
"Ora arriveranno gli attestati e le manifestazioni di solidarieta' . Sono importanti, ma non basta esprimere il cordoglio per dimostrare che quel tipo di ideologia non passera' . C' e' bisogno di iniziative concrete, soprattutto in campo culturale. L' Italia sta gia' vivendo un delicato passaggio storico, quello che la portera' ad essere, con l'arrivo degli immigrati, una societa' multietnica. Non facciamo pesare anche la perdita di memoria storica del fascismo, del nazismo e dell' olocausto. Il processo Priebke, al di la' di tutto, e' servito anche per rinnovare quella memoria". In definitiva il nemico piu' temibile e' uno solo: l' ignoranza"...