di Carlo Verna*
A Masi, senza idee industriali e largamente sfiduciato dai giornalisti, non resta che provare ad apparire eroe nei confronti di chi l'ha voluto alla guida del servizio pubblico radiotelevisivo. Alza così i toni aderendo alla strategia della macchina dell' ammuina, che procede parallelamente a quella del fango con l'obiettivo evidente di distogliere l'attenzione dal Rubygate. In sostanza da un lato si estremizza, polarizzandolo, lo scontro in maniera tale che le logiche dell'appartenenza azzerino i ragionamenti, dall'altro come dimostra la singolare coincidenza di tempi con cui e' stata fatta tornare d'attualità la vicenda della casa di Montecarlo (i pm hanno già ritenuto irrilevanti le carte inviate da Frattini in Senato), si cerca di spostare su altri il sospetto, l'accusa. Il direttore generale gioca il suo ruolo in partita e svolgendolo replica per se stesso quella strategia. Non si esamina più il Masi manager, ma il Masi contro Santoro.
Una guerra infinita mentre la Rai rischia la crisi, proprio come accade nel Paese, uno scontro istituzionale senza precedenti, mentre la gente non arriva a fine mese. Il fastidio e' verso i poteri di controllo, i fulmini contro magistrati e giornalisti, meglio se del servizio pubblico, perché è più facile attaccarli.
Ma non staremo a guardare che si compia cotanto scempio. Le nostre risposte dovranno, esser caratterizzate da una dose da cavallo di legalità da contrapporre a chi vuole invece travolgere il corretto bilanciamento dei poteri voluto dalla nostra Carta fondamentale. La risposta dovrà essere nel segno dell'orgoglio costituzionale, come ben teorizza Giulietti. Io ci sto, come sempre dalla parte dei giornalisti liberi, che amano la loro professione e il loro Paese.
* Segretario Usigrai
SOTTOSCRIVI la Lettera dei LAVORATORI UNIRAI al Direttore Generale Masi / Rai: Giulietti-Vita, indecente telefonata Masi a Santoro. DIMISSIONI!