di Roberto Zaccaria
Caro Presidente
Sono un semplice pubblicista (che tra l'altro, tra poco, dovrebbe essere trasferito, per ragioni di residenza, dalla Toscana al Lazio) ed un parlamentare della Repubblica. Non so se questi requisiti mi consentono di rivolgermi a Lei per una questione che può apparire inusuale: le modalità di confezione di un servizio televisivo. Io mi sto occupando in questo momento dei videomessaggi del Premier trasmessi dai telegiornali come se si trattasse di normale attività informativa. Su questo problema ho interpellato il Presidente dell'AGCOM e mi auguro che presto arriverà una decisione in merito. Il problema che le sottopongo è un altro e riguarda l'intervista al Presidente del Consiglio trasmessa ieri sera, in esclusiva, per la durata di circa 4 minuti. Io credo che quell'intervista fatta dal Tg1 meriti un'attenzione particolare da parte dell'Ordine.
Non c'è a mio giudizio - differenza tra quell'intervista e i videomessaggi che recentemente il presidente del Consiglio ha impacchettato allo scopo di occupare gli spazi informativi: in entrambi i casi si tratta di pura pubblicità e questo non può essere tollerato perché manda in fumo il pluralismo televisivo.
L'intervista a cui abbiamo assistito è un modello da studiare attentamente perché contiene l'ingrediente fondamentale della propaganda: le risposte (non nella successione cronologica ma in quella sostanziale) vengono prima delle domande le quali non contano nulla o quasi. Anzi, è lecito pensare che siano state fornite in una sorta di "kit" preconfezionato. E' singolare tra l'altro il fatto che non vi sia nessuna ripresa che mostri insieme intervistato e intervistatore, mentre tutto questo viene fatto credere al pubblico. Sarebbe per questo utile la valutazione di un qualsiasi regista.
Tutto questo secondo me merita una seria analisi da parte dell'Ordine dei giornalisti: per sollecitare una riflessione accurata da parte degli operatori dell'informazione sui metodi di un'incalzante e devastante forma di controllo dei consensi.
Mi scusi se quanto le dico non rientra nelle sue prerogative, ma io credo che debbano essere in primo luogo i giornalisti a valutare i modelli dell'informazione stessa.
Con i migliori saluti
Roberto Zaccaria