di Silvia Bartolini, Paola Barbati
Impossibile non essere d’accordo con il Presidente Napolitano quando parla di disordini inammissibili che pregiudicano il diritto di tutti a manifestare pacificamente il nostro dissenso. E’ auspicabile che proprio come ha richiesto il Presidente della Repubblica il Ministero degli Interni faccia luce, individuando bene le responsabilità visto che da alcuni video e testimonianze non è chiaro il motivo che ha dato il via agli scontri. Certo, comprendiamo la solerzia con cui la residenza privata del Primo Ministro sia protetta, solerzia che avremmo gradito anche in occasione delle visite festaiole che perfette sconosciute raccontano di aver fatto, sempre a villa San Martino, senza che si chiedesse loro nemmeno il cognome, e anche su questo punto vorremo venisse fatta chiarezza.
Tuttavia la cosa che più ci preme è che non si voglia, facendosi scudo degli eventi di Arcore, etichettare il dissenso come un’azine sovversiva o violenta, che non si istilli nelle persone la paura di scendere in piazza, perché non lo permetteremo!
Abbiamo esempi di grandi manifestazioni assolutamente prive di servizio d’ordine che hanno visto la partecipazione di intere famiglie, da qui il nostro invito a non cedere alle varie strategie del terrore che da molte parti oggi insinuano dubbi e incertezze.
Sappiamo cosa scoraggia le eventuali teste calde, e sono i contenuti seri ed articolati, quelli che aiutano a porsi domande, ad informarsi, ad approfondire e a riflettere, che sono da sempre la struttura portante di chi in questi ultimi anni ha portato alla luce un dissenso diffuso che rischiava di rimanere latente. Diamo voce a chi ha qualcosa da dire, e sono tante queste persone, anche se spesso non fanno rumore e trovano meno spazio sui giornali delle schegge che si “allontanano dai cortei”. Ascoltiamola la causa che ha messo in moto quei cortei, comprenderemo e comprenderanno così finalmente che quel che chiediamo, tutti assieme è di Restituire all'Italia la dignità che le è stata sottratta e con lei a tutti noi.