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L'Italia ed i Tg non sono "posti per donne", e neanche per Bankitalia.
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di Osservatorio TG

L'Italia ed i Tg non sono "posti per donne", e neanche per Bankitalia.

 

  • L'OSSERVATORIO DEI TG DELL'8 MARZO 2011
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  • Neppure le parole del Capo della Stato che senza mezzi termini punta il dito contro “l’immagine consumistica che riduce la donna da soggetto ad oggetto”, convincono i Tg - tranne quello diretto guarda caso da una donna- il Tg 3,  a raccontare questo 8 marzo diversamente da come sempre è stato: più o meno mimose e cene, con blandi accenni alle manifestazioni di piazza indette dal comitato “Se non ora quando?”. Ma senza cittadinanza nell’informazione di prime time, resta anche l’economia –sostantivo femminile di un settore appannaggio degli uomini- che ieri ci aveva sorpreso in apertura di quasi tutti i telegiornali; ma c’è una spiegazione: ieri si parlava della nuova fiammata nel prezzo dei carburanti, che imbarazza certo i cittadini che debbono pagare di più, ma non la politica, in quanto la causa è esterna. Ossia la crisi libica.
    Oggi che Bankitalia divulga i dati sulle difficoltà delle famiglie italiane i cui conti in banca si assottigliano, aumentano le richieste di prestiti ed i tassi dei mutui crescono, tutti, tranne il Tg3 -secondo titolo e servizio- fanno finta di nulla. Insomma gli altri, scelgono di non affliggere gli italiani all’ora di cena, con i problemi del Paese reale. Nel commento ne parliamo con Vittorio Roidi, giornalista e scrittore ed ex presidente della Fnsi.
    Ma tornando all’8 marzo,  questa sera abbiamo apprezzato il Tg3 che con il suo direttore in conduzione, Bianca Berlinguer, lancia i collegamenti in diretta dalla piazza di Roma e  Milano -qui le donne al grido di vergogna chiedono le dimissioni del premier che non abbiamo trovato su nessun'altra testata-  servizio sulla giornata al Quirinale, seguito da un editoriale che contiene i dati sulla disoccupazione femminile italiana, la bocciatura in Senato del provvedimento sulle quote rosa nei cda aziendali e la considerazione che “tutto ciò che otterremo dipenderà da noi”.
    Ed in chiusura ancora un pezzo sul ruolo delle donne nelle rivolte arabe degli ultimi mesi. Il tg5 alla giornata 8 marzo dedica 4 servizi tra mimose ed interviste sul senso di questa data, ma non mostra il ritorno in piazza delle donne che, nel TG2, diventa una notizia film; mentre su Tg1 e Studio Aperto, un servizio sulle spaccature tra chi è sceso in piazza. Di 8 marzo parla a modo suo Enrico Mentana che, con Maroni ospite in studio, lancia un servizio sulla donna tedesca fuggita assieme alla figlia dalla Tunisia ed arrivata su un barcone a Lampedusa.
    Per Emilio Fede, che anche stasera rassicura i suoi telespettatori sulla tenuta del regime Gheddafi, di donne ne parla solo per dire che al Quirinale era presente il ministro Gelmini. Tanta cronaca come da manuale per Studio Aperto -unico a dare conto in apertura dello stupro in corsia a Civita Castellana-  e poi la solita nutrita pagina politica per Tg La7 dopo la Libia che, più o meno in tutti i Tg,  resta a metà scaletta.
    Ma nella giornata dell’8 marzo segnaliamo due titoli che parlano di donne: uno del Tg1 che ci informa della presenza nel primo episodio del “Il commissario Montalbano” di Belen Rodriguez ed un altro di Studio Aperto su come anche i ritocchi estetici siano una questione di energia: nel senso che è una questione di “pressioni”.


     Il commento di Vittorio Roidi, giornalista e scrittore, già Presidente della Fnsi
    (Intervista di Alberto Baldazzi)

    Vittorio Roidi, ma che tipo di passaporto deve avere una notizia d’economia, legata magari alla crisi, per accedere al tempio dei Tg di prime time, o almeno di  quelli  che sembrano utilizzare soprattutto la logica della scopa e della polvere sotto il tappeto?
    “Bella domanda. Io credo che l’economia sia un settore del giornalismo e dell’informazione che è esploso. Se guardiamo indietro, una volta i giornali avevano solo una pagina. Quindi oggi c’è un grandissimo interesse per le notizie economiche. Detto questo però a me pare che i giornalisti le diano – tu dici – con  il “passaporto”-, mentre io temo che non ci sia una grande capacità di considerare e di valutare. Sul settore economico, quindi, sono sicuramente molto forti stampa e fonti governative. È molto forte la spinta ad essere governativi. Altro che passaporto. Magari i giornalisti avessero una reale preparazione e sensibilità per classificare le notizie”.

    Ilvo Diamanti ha scritto qualche giorno fa che la maggiore preoccupazione per gli italiani, al 60%, è la tematica legata alla crisi, alla disoccupazione, ai rischi di perdita di capacità di reddito, a un domani offuscato o scuro – soprattutto per i giovani –; ma  questo 60%, in termini di riverberi sull’informazione televisiva di prime time, diventa un 6%.

    “Io credo che sarebbe molto sbrigativo dire “c’è una grande maggioranza d’informazione italiana, - purtroppo di colleghi, l’informazione dopotutto la fanno le persone -, che è di parte. Che è   filogovernativa, e quindi cavarsela con il richiamo  alla  faziosità e alla partigianeria. Io credo che però ci sia qualcosa di più, e che non sempre sia per malizia. Per esempio, non c’è la capacità – di molti organi d’informazione credo – di fare una valutazione reale e complessiva. Quale giornale fa una nota a fine-inizio settimana,  o a inizio o fine giornata, prendendo  un esperto e  chiedendogli  di fare il punto? Di mettere sul tavolo ogni giorno tutti gli elementi che sono emersi in giornata?  “Oggi c’è un dato sulla disoccupazione. Oggi c’è un dato sul petrolio. Oggi c’è un dato sul lavoro. Mettiamoli insieme”. Ecco: questo, mi pare, nella nostra professione non esiste. L’economia e le notizie economiche sono ancora date in modo spicciolo, e questo facilità chi  la “valutazione complessiva” non è capace di farla, e si presta, non c’è dubbio, ad un’informazione di parte”.


    Dati Auditel lunedì 7 marzo

    Tg1 - ore 13:30 4.457.000 23,82% ore 20:00 6.862.000 25,48%.
    Tg2 - ore 13:00 3.208.000 17,78% ore 20:30 2.719.000 9,31%.
    Tg3 - ore 19:00 2.651.000 13,57%.
    Tg5 - ore 13:00 4.549.000 25,02% ore 20:00 5.712.000 21,18%.
    Studio Aperto - ore 12:25 2.989.000 20,07% ore 18:30 1.593.000 9,78%.
    Tg4 - ore 19:00 1.285.000 6,44%.
    Tg La7 - ore 13:30 952.000 5,11% ore 20:00 2.616.000 9,62%.

    Fontr:  www.tvblog.it


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