di redazione*
da Il mondo di Annibale
Una valutazione “a caldo” della decisione dell’Onu di imporre la no fly zone sui cieli libici non è facile. Abbiamo così ritenuito di offrirvi un punto di vista arabo, quello di Hussein Ibish, senior reserch fellow at the American Task Force on Palestine. Nel suo commento Hussein Ibish parte proprio dalla domanda con cui abbiamo deciso di intitolare questo articolo: “perchè adesso?” e spiega così la sua preoccupazione...
“Imporre una no fly zone alcune settimane fa avrebbe collocato gli Stai Uniti e l’Occidente non soltanto dalla parte dei ribelli libici, ma dalla parte del cambiamento arabo in generale. Nessuno avrebbe più potuto sostenere che l’Occidente preferiva il petrolio e questa stabilità al cambiamento arabo. Il momento perfetto per un intervento del genere sarebbe stato ovviamente dopo il discorso televisivo con cui Gheddafi definì l’insurrezione un complotto congiunto di americani e quaedisti (Bin laden), minacciando di ripulire la Libia casa per casa. In quel momento gli arabi hanno temuto per la vita dei libici e avrebbero interpretato l’imposizione di una no fly zone come un autentico gesto umanitario, una vera ingerenza umanitaria.”
Invece le cose hanno preso un corso drammaticamente simile a quello iracheno, quando nel 1991 gli Stati Uniti spinsero la popolazione del sud dell’Iraq a ribellarsi a Saddam Hussein per lasciarla poi falciare dal regime e imporre solo dopo una no fly zone ormai inutile (se non ad altri scopi, come una futura divisione del Paese).
“Ora-prosegfue Hussein Ibish- dopo tanto esitare molti penseranno a un calcolo, ad un’azione interessata. Ora infatti, proprio come nel caso iracheno, l’intervento aerriva quando i rapporti di forza sul territorio sono chiaramente mutati, il regime ha recuperato molte posizioni, Gheddafi ha liberato i terroristi e i qaedisti più pericolosi, aggiungendo una minaccia che settimane fa non esisteva. Tutto questo aumenta le probabilità che l’esito sia una protratta guerra civile, che porterà ad un superamento dell’unità nazionale libica. E questa è minaccia non riguarda solo la Libia, l’incubo somalo tocca molti altri paesi in crisi, a cominciare dallo Yemen.
La no fly zone non avrebbe mai determinato in sè e da sè un cambio di regime in Libia. Il suo fascino stava nell’essere compatibile con l’autodeterminazione libica del proprio futuro.